Aperto il Miac. Cartario ok ma pesa costo energia foto

Si è aperta questa mattina (11 ottobre) al polo fiere di Sorbano, con il taglio del nastro alla presenza delle autorità cittadine e non solo, la 24esima edizione del Miac, mostra internazionale dell’industria cartaria. Un’edizione particolarmente ricca, con oltre 270 aziende presenti e 180 espositori, che guarda con fiducia al futuro forte dei risultati positivi del 2016 e del primo semestre del 2017. Temi fondamentali di questa edizione, l’innovazione tecnologica e lo scambio di idee con le eccellenze del settore sia italiane che estere. Al centro del dibattito anche tre temi critici che “storicamente” affliggono il distretto cartario lucchese e toscano più in generale: il problema della riduzione dei costi dell’energia, del miglioramento delle infrastrutture e dello smaltimento dei rifiuti speciali. Temi che sono stati toccati più volte durante la cerimonia di inaugurazione a cui erano presenti, tra gli altri, il presidente di Confindustria Toscana Nord Giulio Grossi, il presidente di Assocarta Girolamo Marchi, gli assessori regionali Marco Remaschi, Federica Fratoni e Stefano Ciuoffo, il consigliere regionale Stefano Baccelli, il prefetto di Lucca Maria Laura Simonetti, il vice presidente della provincia di Lucca Mario Puppa, il presidente della Camera di Commercio di Lucca Giorgio Bartoli, il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini, quello di Porcari Leonardo Fornaciari e l’assessore del Comune di Capannori Lia Miccichè.

“Con una produzione di carta e cartone di oltre 6 milioni di tonnnellate nei primi 8 mesi dell’anno, sostenuta da un export cresciuto del 4,3%, soprattutto grazie a carte per usi grafici (+8,5%) e packaging (+3,5%), l’industria cartaria italiana si conferma al quarto posto a livello europeo, dopo Germania, Svezia e Finlandia”. Con queste parole il presidente di Assocarta Girolamo Marchi ha aperto la manifestazione. “Nel tissue – prosegue Marchi – l’Italia è il secondo paese al mondo per bilancia commerciale, con un surplus con l’estero nel 2016 di 474 milioni di dollari, dietro alla Cina ma davanti alla Germania (Fonte: Fondazione Edison). Mi piace sottolineare in questa sede così importante, lo stretto legame del distretto cartario con il territorio. Lucca, in particolare, è molto forte nel tissue dove registra un + 1,8% nel primo semestre dell’anno e nel packaging con un +1,7%”.
In Italia presto si produrrà più carta per imballaggio (+1,8% nei primi 8 mesi 2017/2016) e quindi si riciclerà di più. Si calcola infatti che a partire dal 2018 si produrranno circa 900.000 tonnellate in più di carta per imballaggio per soddisfare la domanda domestica, aumentando così anche il consumo annuo di carta da riciclare, che passerà dalle attuali 4,9 milioni di tonnellate nel 2016 a circa 6 milioni di tonnellate. L’utilizzo attuale di carta da riciclare comporta una produzione minima di scarti dal processo di riciclo (circa 300.000 tonnellate) che derivano primariamente dalla raccolta urbana (3 milioni di tonnellate/6,3 milioni di tonnellate nel 2016) con più impurità rispetto alla raccolta pre e post consumer.
“Per questo – spiega Marchi – la gestione di tali scarti e del loro recupero energetico è fondamentale per non bloccare le raccolte differenziate e il riciclo e la stessa economia circolare, modello da tutti considerato universalmente irrinunciabile. Come Assocarta chiediamo, con urgenza, vengano avviate iniziative per il recupero energetico di tali scarti in modo congiunto da industria e amministrazioni regionali con impianti dedicati”. Ma la competitività dell’industria cartaria, oltre che con la problematica degli scarti del riciclo che frena le potenzialità dell’industria cartaria e dell’economia circolare, deve fare i conti ancora con gli alti costi energetici.
“Nel mese di agosto l’energia elettrica è costata il 40% in più rispetto alla Germania (47,5 euro/MWh vs 32,3 euro/MWh) e il differenziale per il gas è di 2 euro/MWh rispetto ai mercati del Nord Europa (+ 15%). Agli ultimi Governi (e a quello in carica) va riconosciuto il merito di un forte impegno sulla materia, ma va completato il regime degli energivori così come previsto dalle norme Ue. Va inoltre annullato – prosegue Marchi – il differenziale di prezzo per il gas”.
“La carta – prosegue il presidente di Assocarta – è un player chiave dell’economia circolare. È un prodotto naturale, biodegradabile e riciclabile, che ci accompagna 24 ore su 24. La materia prima per l’industria cartaria nasce dalla cellulosa vergine ovviamente ma poi si crea il circolo virtuoso del riciclo. La percentuale di riciclaggio che abbiamo raggiunge l’80% e questo ci posiziona come leader nell’economia circolare. Questo comporta anche delle responsabilità: l’approvvigionamento, ad esempio, deve provenire da foreste certificate. Oggi, il 75% del legno delle cartiere italiane possiede questa certificazione. Le foreste, a differenza di quello che altri vorrebbero far credere (riferimento al blitz di qualche giorno fa di Greenpeace nel quartier generale della Essity, ndr) crescono: mentre stiamo parlando, in Europa, l’area occupata dalle foreste sta aumentando di una superfice pari a 15 campi di calcio. Il riciclo porta però a degli scarti di processo. È questo un tema già sollevato più volte e che per noi è fondamentale perchè abbiamo bisogno di poterlo fare”. 
“A livello europeo – conclude Marchi – il settore cartario ha assunto l’impegno di ridurre l’emissione di Co2 dell’80% entro il 2050. Questo si può fare utilizzando fonti verdi, riducendo i costi energetici e sfruttando vari processi innovativi”.
Ha preso poi la parola il presidente di Confindustria Toscana Nord Giulio Grossi che ha voluto ricordare che  “il settore cartario, comprendente tissue ed ondulato, rappresenta, come noto, il comparto più importante della nostra provincia che, insieme alla produzione realizzata a Pistoia, conta circa 180 aziende con 8000 addetti e oltre 4,4 miliardi di fatturato. Numeri ancora più importanti se consideriamo il comparto meccanico, l’indotto e tutto quello che ruota intorno a questo settore: 20 aziende con oltre 2000 addetti, 800 milioni di fatturato e 750 milioni di export nel 2016. Questo rappresenta un segno distintivo della nostra città in tutto il mondo. Non è un caso infatti se questa manifestazione si tiene a Lucca”.
“Come ogni anno – prosegue Grossi – il Miac è un’occasione non solo per fare il punto della situazione sull’economia del distretto ma anche per richiamare l’attenzione su quelle che sono le problematiche ambientali che il settore si trova a dover fronteggiare. Partendo dall’analisi economica del distretto Lucca – Pistoia realizzata dal Centro Studi di Confindustria Toscana Nord, emerge che il settore cartario e cartotecnico nel 2017 ha visto proseguire la fase di crescita dei volumi prodotti del 2016. Tuttavia, nella parte finale dello scorso anno, la crescita ha perso slancio; tendenza, questa, proseguita in quello corrente. La produzione è cresciuta dello 0,8% nel primo semestre del 2017, sull’analogo periodo del 2016. La componente estera degli ordinativi (+3%) ha inciso maggiormente di quella interna; quest’ultima peraltro in lieve crescita (+0,7 %). Le vendite all’estero di prodotti cartari e cartotecnici, sono aumentate, nel primo semestre dell’anno, dello 0,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (517 milioni di Euro). Permane, tuttavia, la difficoltà delle imprese di coprire da una parte i forti aumenti dei prezzi delle materie prime cellulosiche, sia vergini che a base macero, dall’altra la lieve risalita dei costi energetici che nel settore hanno un’elevata incidenza sui costi di produzione. Vi sono inoltre una serie di vincoli che minacciano la competitività del settore, per la cui rimozione, non solo a livello nazionale, ma soprattutto a livello locale, è necessario un forte impegno e colgo l’occasione della presenza dell’assessore Fratoni affinchè insieme si cerchi di risolvere queste problematiche”.
“Prima fra tutte – afferma il presidente di Confindustria – quella inerente la carenza di infrastrutture per lo smaltimento dei ‘rifiuti speciali’. Le esigenze di smaltimento di detti rifiuti, provenienti dalle attività produttive stanno aumentando, a fronte, purtroppo, di una oggettiva carenza di infrastrutture a livello regionale, di cui chiediamo di tenere conto nell’urgente attività di programmazione. La nostra Associazione è, da molti anni, a fianco delle aziende che utilizzano carta da riciclare, e lavora a progetti di recupero di materia e di energia dal così detto ‘scarto del pulper’. Purtroppo, a differenza di ciò che accade nei paesi dei principali competitor, dove questi scarti vengono bruciati per produrre energia, senza costi di smaltimento e con abbattimento dei costi energetici, a livello locale non è mai stato possibile portare avanti interventi di valorizzazione energetica. E alcuni progetti di recupero di materia che le cartiere stanno sperimentando, come ad esempio Eco.Pulp.Plast, non potranno comunque da soli risolvere in modo completo il problema della gestione di questo scarto”.
“Desta preoccupazione – è il commento di Grossi – anche l’evoluzione della vicenda giudiziaria del sequestro della discarica del Cassero di Pistoia, approdata, dopo la Cassazione, addirittura alla Corte di Giustizia Europea, sia per i tempi lunghissimi che si prevedono, sia perché è dimostrazione di come un impianto, strategico per il territorio, si trovi bloccato per interpretazioni giuridiche discordanti. In questo senso occorre che anche la Regione, così come sta facendo Confindustria, si adoperi per un sistema normativo lineare e chiaro. Vogliamo, inoltre, sottolineare anche la difficoltà nello smaltimento dei fanghi di depurazione, che interessa tutti i nostri depuratori consortili e, trasversalmente, numerose aziende di vari settori. Anche qui il problema è dato dalla carenza impiantistica e dai conseguenti necessari spostamenti dei rifiuti in altre regioni, che fanno lievitare i costi di depurazione sia per le aziende che per i cittadini”.
In tema di acque, Grossi ricorda “l’importante accordo di programma relativo alle acque della piana di Lucca, diventato finalmente definitivo dopo anni. In base a tale accordo saranno effettuati con soli fondi privati delle aziende, interventi di potenziamento ed ampliamento del depuratore consortile di Casa Del Lupo a Porcari, gestito dalla Società Aquapur, per un importo complessivo di 21 milioni di euro; mentre con fondi pubblici, saranno effettuati i necessari ed urgenti interventi di adeguamento della rete fognaria che attraversa i comuni di Capannori, Porcari, Altopascio e Montecarlo e la copertura completa del cosiddetto ‘tubone’, che porterà acqua dal fiume Serchio alle aziende collegate, in modo da alleggerire i prelievi dalla falda. Confidiamo che la Regione attui i dovuti controlli affinché gli interventi pubblici attesi vengano concretamente realizzati nei tempi previsti dal cronoprogramma dell’accordo. Sempre in tema di acque, segnaliamo che, dopo aver partecipato con soddisfazione, nel mese di luglio, alla concertazione per la modifica del Regolamento sui canoni idrici, ci troviamo oggi con una delibera, approvata ad agosto, in base alla quale gli importi previsti per il sistema produttivo continuano ad essere molto alti e non giustificati da un vero e proprio impatto ambientale. Chiediamo, ancora una volta, che i canoni idrici siano commisurati all’effettivo impatto ambientale, riducendo significativamente il carico sulle nostre imprese, e che si tenga conto dell’impegno che molte imprese si sono assunte ai fini di un utilizzo più razionale delle acque, nell’ambito di un percorso di crescita rispettoso anche degli aspetti ambientali”.
Grossi chiude il suo intervento un breve cenno al tema del rinnovo del contratto: “Il 30 novembre 2016, dopo un anno e mezzo dalla scadenza del precedente CCNL, è stato sottoscritto l’accordo di rinnovo. Tra i punti qualificanti, la durata dell’accordo, di fatto quadriennale; la parte economica in linea con le intese degli altri comparti e con l’inflazione programmata; il rafforzamento delle politiche di welfare; il miglioramento ulteriore di alcuni strumenti di flessibilità del lavoro, anche mediante il pieno recepimento, senza deroghe, delle normative del Jobs Act. Occorre, tuttavia, evidenziare come la trattativa sia stata particolarmente complessa, lunga ed articolata, per le aspettative di parte sindacale che non potevano trovare pieno accoglimento sui vari temi, in particolare dell’inquadramento economico, ma anche per le difficoltà che si sono registrate in termini di coesione all’interno della stessa delegazione di parte datoriale. Per quanto concerne il nostro distretto cartario, di più ci si aspettava da questo rinnovo sulla definizione di un impianto sanzionatorio per il mancato rispetto delle norme contrattuali. Parimenti siamo consapevoli che non tutte le soluzioni possono venire dal contratto nazionale, ma, anzi, occorre che sia fatto uno sforzo maggiore da parte delle nostre aziende nelle negoziazioni di secondo livello nel contrastare, pretese sindacali del tutto inappropriate”.
“Auspichiamo – conclude Grossi – nel prossimo futuro di superare le difficoltà riscontrate al fine di indirizzare lo sviluppo delle relazioni industriali verso competitività aziendale. Obiettivo da raggiungere in modo coeso, con reciproci sforzi, con la rinnovata richiesta da parte delle nostre aziende di essere maggiormente ascoltate a livello nazionale, proseguendo proprio con Assocarta un confronto costruttivo in questo senso”.
Stimolata più volte sulle criticità a cui il settore deve far fronte, l’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni non si è sottratta al confronto: “Il fatto che le tematiche ambientali siano al centro della discussione è molto positivo. Ho sempre ritenuto la contraddizione tra ‘economia verde’ ed ‘economia classica’ pura accademia. Invece, gli imprenditori hanno capito prima che l’ambiente è un elemento di competitività. Questa è una realtà che si classifica al 31esimo posto a livello nazionale ed è perciò doverosa l’attenzione delle istituzioni. La Toscana, non nascondiamocelo, vive un’arretratezza dal punto di vista impiantistico. Dobbiamo mettere al centro questo punto nelle nostre scelte. Va detto anche che la Regione non ha tutte le leve decisionali in questo senso. Dovremo fare un’opera di concertazione con i comuni e gli altri enti locali. Per questo abbiamo creato un tavolo tecnico di confronto”. 
“I rifiuti speciali – conclude Fratoni – hanno bisogno di risposte mirate e di una normativa specifica. Su questo, c’è bisogno di un’attività concertata e condivisa di quelle che possono essere le soluzioni migliori. I tempi della pubblica amministrazione non sono quelli dell’impresa, lo sappiamo, ma il nostro impegno è sempre quello di avvicinarsi il più possibile a queste tempistiche. Dobbiamo creare le condizioni affinché voi imprenditori possiate cogliere le occasioni per scrivere questa nuova pagina di storia dell’economia toscana”.
Il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini ha parlato, riferendosi al cartario, di realtà solida e imprenditoria sana: “È forte, e per me è motivo di orgoglio – ha detto il primo cittadino intervenendo al taglio del nastro -, il contributo del nostro territorio allo sviluppo di un settore che caratterizza la nostra economia da oltre un secolo. Credo sia consapevolezza di tutti che i posti di lavoro non si creano dal niente, ma quando c’è un’imprenditoria sana, quando si sa guardare al futuro, quando c’è innovazione, è possibile costruire un qualcosa di grande anche in un momento di crisi economica. Sappiamo quali sono i problemi che investono il settore cartario, un settore che produce carta di tutti i tipi. Siamo molto orgogliosi di questo distretto e di queste aziende e personalmente sono tra coloro che ritengono il manifatturiero il settore trainante della nostra economia. Sono molto preoccupato quando si dice che il nostro paese deve vivere di turismo, per raggiungere il 100 per 100 occorre continuare a investire nel manifatturiero, dove ogni posto di lavoro genera altra occupazione e nuovi servizi. Consentirci di conservare quello che abbiamo, mantenere qui la nostra qualità manifatturiera, accrescere la consapevolezza di ciò che siamo e di ciò che abbiamo costruito fino ad oggi ci permetterà di affrontare il futuro con qualche sicurezza in più”.
È stata poi la volta dell’assessore del comune di Capannori Lia Miccichè che ha voluto ricordare tutto quello che il comune della Piana a fatto per lo sviluppo economico, come il laboratorio sui biopolimeri, i camp dedicati ai giovani, gli aperitivi delle idee, la rete dell’economia circolare e lo sportello delle nuove imprese: “Essere qui è importante perchè ci si rapporta con l’eccellenza e l’innovazione. Come amministrazione, tutto quello che facciamo serve a far sentire la vicinanza delle istituzioni alle imprese: insieme è possibile fare delle belle cose per creare ricchezza sul nostro territorio”.
Il sindaco di Porcari Leonardo Fornaciari ha ricordato come “Se siamo qui a celebrare il 24 appuntamento con il Miac significa che queste eccellenze esistono sul nostro territorio da decenni ed hanno fatto la ricchezza e la pace sociale della zona. Non ci dobbiamo dimenticare, infatti, che queste grandi eccellenze hanno garantito posti di lavoro. Il comune di Porcari rappresenta solo l’1% del territorio della Provincia ma grazie a molte delle aziende che sono qui oggi abbiamo 6000 posti di lavoro sul nostro territorio. Abbiamo aziende che non solo si distinguono per i loro prodotti ma anche per l’attenzione alle tematiche ambientali e alla sostenibilità. Le amministrazioni e le istituzioni devono dialogore con queste realtà. Avendo un dialogo positivo potremo giungere alla risoluzione delle problematiche senza perdere i posti di lavoro. Con piacere, durante l’estate, ho conosciuto molti di voi che vogliono fare lavori di ampliamento e consolidamento delle aziende. Credo che sia un messaggio importante che le amministrazioni devono raccogliere con un’urbanistica possibilista, dato che sono una delle poche certezze di questa zona”.
Anche il vice presidente della Provincia Mario Puppa ha voluto sottolineare l’importanza di questa fiera e di come la Provincia si stia impegnando, nonostante le risorse limitate, a concludere alcune partite importanti: “L’apertura di questa 24a edizione del Miac con un parterre di aziende nazionali ed internazionali di prestigio conferma non solo la crescita e il consolidamento di questa importante fiera del settore cartario e cartotecnico, ma anche la centralità del Polo produttivo lucchese che, nelle aziende cartarie, ha uno dei suoi principali propulsori del tessuto economico locale sia per la produzione diretta del tissue, sia per il settore metalmeccanico che produce macchine per cartiere nonché per l’indotto. La crisi di qualche anno fa sembra ormai superata. Il comparto cartario lucchese vola verso traguardi numeri e fatturati che confermano l’ottimo lavoro svolto dal management di queste aziende, molte delle quali hanno nell’export il loro punto di forza, sia l’adozione di politiche e comportamenti virtuosi in termini di risparmio energetico, di miglioramento dell’infrastrutturazione e di una maggiore attenzione alla qualità dei cicli produttivi e della sostenibilità ambientale. Sono certo che questa tre-giorni di fiera del settore possa rilanciare il comporto cartario e cartotecnico lucchese verso nuove sfide, verso un ulteriore sviluppo e, in prospettiva, verso l’espansione e la conquista di nuovi mercati. Il distretto cartario ha tenuto rispetto di fronte alla crisi economica e questo momento che oggi viviamo deve essere un punto di rilancio. Abbiamo delle partite importanti come l’accordo sugli assi viari che risolverà la questione del traffico nella piana e del ponte sul Serchio ma stiamo cercando di dare delle risposte precise”.
Conclusione dei lavori dedicata a Giorgio Bartoli, presidente della Camera di Commercio di Lucca, che ha dato alcuni numeri sullo stato di salute del distretto cartario lucchese: “Al 30 giugno di quest’anno questo settore vedeva la presenza di 153 imprese attive – 276 unità locali – e oltre 6.000 addetti (6.363), con una produzione di circa il 75% di carta tissue nazionale e del 45% della carta per ondulatori. Alla stessa data il valore esportato era oltre 480 milioni di euro, dato in crescita rispetto al solito periodo del 2016. Anche in termini di fatturato il settore è in continua crescita come dimostrano i dati al 31 dicembre 2016 anche se con valori più bassi (+1,2%) rispetto al dato record registrato nel 2015 (+6,1%). Sono numeri che parlano da soli, che testimoniano il ruolo di traino che l’industria cartaria continua ad avere per la nostra economia provinciale”. 
“Il Distretto cartario è molto importante per il sistema economico locale – prosegue Bartoli – perché ha contribuito a creare un indotto sul nostro territorio economicamente importante: il comparto meccanico specializzato proprio nella produzione di macchinari per cartiere e che – tecnologicamente – presenta delle eccellenze a livello mondiale. Al 30 giugno di quest’anno si registravano nel settore macchine per la carta e cartone 41 imprese, 60 unità locali ed oltre 2.000 addetti, dato tra l’altro in continua crescita rispetto agli anni precedenti, oltre 300 milioni di euro come valore esportato, valore in leggera diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2016 (-7,4). In termini di fatturato il settore al 31 dicembre 2016 ha registrato un record di crescita (+20,4 %), andamento positivo registrato già dal 2014”. “Questo incremento, che sta continuando anche nel 2017 – conclude il presidente della Camera di Commercio – deriva dalle misure di Industria 4.0 introdotte dal Governo, che favoriscono gli investimenti per l’innovazione, ed in particolare agevolano la sostituzione di impianti e macchinari con tecnologie di nuova generazione e la digitalizzazione dei sistemi produttivi. Si tratta quindi – complessivamente – di una grande realtà produttiva di cui possiamo andare orgogliosi”. 
Sul Miac è intervenuta anche l’eurodeputata del Partito Democratico Simona Bonafè, relatrice a Strasburgo del pacchetto sull’economia circolare che, da Firenze dove si trovava per un convegno su questo tema, ha citato le cartiere come esempio da seguire: “Oggi, per le imprese lo scarto è un rifiuto speciale che va trattato in un certo modo, e l’idea che invece questo rifiuto possa diventare nuova materia prima significa non solo sgravare le imprese di un costo, ma dare la possibilità ad altre imprese con quel rifiuto di farci una nuova produzione. Le cartiere di Lucca sono un esempio di economia circolare, tanto per citarne uno, per cui non abbiamo da imparare da nessuno; abbiamo però da provare a fare un po’ più sistema”.
La fiera proseguirà fino a venerdì (13 ottobre) con ingresso riservato agli operatori dell’industria cartaria.

Luca Dal Poggetto

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