Sindacati Ue: “Tissue, uniformare la tutela dei lavoratori”

Livellare le condizioni sindacali in tutti i paesi in cui operano le multinazionali del Tissue, il settore che vede la lucchesia motore trainante indiscusso. L’obiettivo – ambizioso, ma che si sta progressivamente concretizzando – è stato al centro della due giorni (19-20 ottobre) in programma al Grand Hotel Guinigi, alla quale hanno preso parte – tra i tanti partecipanti provenienti da ogni parte d’Europa – delegati di Kimberly Clark, Essity (ex Sca), Sofidel, Wepa, Tronchetti e Lucart. Tutte multinazionali che, con la sola eccezione della Kimberly, hanno una loro sede operativa in lucchesia. Alla conferenza, coordinata da Uni global union (la federazione internazionale che unisce i sindacati del settore dei servizi a livello europeo), c’erano anche Assocarta e Sepi. La road map del progetto, relativo ai settori del graphic e del packaging e che va avanti da circa un anno e mezzo, la tracciano Pier Verderio (responsabile internazionale Fistel Cisl), Simon Dubbins (presidente Uni settore graphical e packaging) e Nicolas Constantinou (segretatio Uni).

“La due giorni di confronto – spiega Dubbins – si è rivelata estremamente utile per mettere a paragone le diverse esperienze, scambiarsi informazioni, creare una discussione. L’obiettivo è quello di facilitare l’azione delle formazioni sindacali nei paesi in cui questo è più difficile: abbiamo scelto Lucca perché si tratta di un punto di riferimento: qua il dialogo sociale esiste e funziona, anche se ci sono alcune eccezioni”. I sei gruppi multinazionali, che da soli rappresentano l’80% del Tissue europeo, continuano ad espandersi, ristrutturarsi, aprire stabilimenti. Da qui, la necessità di condizioni sindacali livellate per ogni stabilimento in Europa: “Non possiamo accettare – commenta Constantinou – che in Italia ci siano condizioni migliori rispetto a quelle che vengono praticate, dalle stesse aziende, in paesi che rappresentano mercati crescenti, come la Polonia e l’Ungheria. Lì le multinazionali stanno investendo molto: noi abbiamo messo nella stessa stanza persone che svolgono lo stesso lavoro, per paragonare le soluzioni adottate e equilibrare il livello di tutela sindacale”.

Che, come spiega Verderio, è possibile “aiutando la rappresentanza sindacale nei gruppi multinazionali ed intessendo un dialogo sociale costante, a livello europeo”. Il responsabile Fistel Cisl, inoltre, si sofferma su alcuni elementi di criticità: “Con alcune aziende della lucchesia – osserva – il dialogo è ottimo; con altre meno. Mi riferisco in particolare a Sofidel, con cui siamo finiti in tribunale per la questione della costituzione del Cae (comitato aziendale europeo): in teoria si dicono disponibili, ma vogliono che venga fatto soltanto in videoconferenza ed in inglese. Il che equivale a non farlo, perché spesso ci sono più di 10 paesi collegati. Il paradosso, in tutto questo, è che le relazioni sindacali con i delegati nei vari stabilimenti sparsi per l’Europa sono ottime”. Verderio spiega che la prossima udienza (dopo la prima, in cui è fallita la conciliazione, ndr) è stata fissata ad ottobre 2018 e che, in questo senso, non è possibile aspettare così tanto senza tentare strade alternative: “A fine gennaio abbiamo una riunione con i delegati di Sofidel, Tronchetti e Lucart – ricorda – dove cercheremo di operare una forma di pressione. La causa è stata promossa dal sindacato italiano e da quello europeo, ma se la instaurassero anche i gruppi sindacali degli altri stabilimenti in Europa, forse sortiremmo l’effetto desiderato”. Interessante, inoltre, il dato emerso in relazione alle politiche di salute e sicurezza sul lavoro, nei grandi gruppi lucchesi: dal 1997 – secondo quanto affermato dalla dottoressa Roselli, di Usl Toscana nord ovest – non si registrano più infortuni mortali sul lavoro. E’ il frutto, sostengono i sindacati, di un’opera di contrattazione che ha dato i suoi risultati tangibili. Risultati che, adesso, devono essere conseguiti anche sotto gli altri versanti: “Abbiamo già fatto molto – conclude Dubbins – formando e mettendo insieme comitati aziendali europei. La nostra attenzione resta rivolta alle ristrutturazioni aziendali: acquisizioni, fusioni e quant’altro. Si tratta di operazioni divenute all’ordine del giorno, ma che devono sempre necessariamente passare dalla negoziazione sindacale, prima di essere approvate. La lucchesia, comunque, deve essere orgogliosa di essere la casa di un comparto leader a livello europeo e mondiale”.

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