Cooperativa Morelli, verso lo stato di agitazione

Passaggio cruciale, quello di domani sera (6 ottobre) alla sede della cooperativa Morelli a Guamo, per 350 soci lavoratori che decideranno le iniziative da intraprendere per salvaguardare il proprio futuro occupazionale. E i propri stipendi. La cooperativa infatti potrebbe decidere – sostengono i sindacati – per una decurtazione delle buste paga del 12 per cento per tutti i soci lavoratori, che in un anno vedrebbero “volare via” circa 2mila euro.

“Alziamo un punto interrogativo – dichiarano Giovanni Bernicchi di Fisascat Cisl e Simone Marsili di Uil trasporti, le altre due sigle rappresentate dentro la cooperativa insieme a Filcams Cgil -. A giugno la cooperativa Morelli ha presentato un utile nel bilancio 2015 pari a circa 100mila euro. Negli anni precedenti non era andata oltre i 60-70mila euro. Tutto induceva all’ottimismo. Poi, al contrario, si viene a scoprire che c’erano debiti per un milione e 200mila euro, scaturiti da investimenti sbagliati. Non è accettabile che tali errori ricadano sulle spalle di chi lavora. Chi ha sbagliato paghi, e il riferimento diretto è al consiglio di amministrazione i cui membri in prima persona devono assumersi le responsabilità degli errori commessi”. I due sindacati sono pronti ad assumere posizioni nette e forti, se in questa direzione arriverà l’avallo dei soci lavoratori nella riunione di domani sera quando potrebbe essere proclamato lo stato di agitazione. “Siamo insieme a Filcams, in questa vicenda ci muoviamo uniti, per la tutela dei posti di lavoro e per la contrattazione collettiva. Non si può andare incidere sulle paghe di chi porta pane all’azienda e per questo guadagna appena 7 euro lordi all’ora – sottolineano Bernicchi e Marsili -. Oltretutto la maggioranza di questi soci lavoratori ha un contratto scaduto dal 2013. Ci chiediamo anche perchè un eventuale sacrificio debba essere chiesto solo a loro e non distribuito sulla totalità dei 900 dipendenti, operazione che alleggerirebbe il carico. E’ chiaro che in questo caso occorrerebbe stare molto attenti: non si può spalancare la porta a appalti aggiudicati al massimo ribasso quando questo, poi, va a ricadere sui diritti e gli stipendi dei lavoratori”. Massimiliano Bindocci di Filcams Cgil ribadisce l’intento unitario di portare “avanti a fronte compatto, con le sigle sindacali unite, una trattativa che si prospetta delicatissima e che, al momento, non vede affatto scongiurato lo spettro dello sciopero”.

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