Agroalimentare, niente tabella nutrizionale per i prodotti delle piccole imprese

Buone notizie per le piccole e medie imprese dell’agroalimentare. A partire dallo scorso 14 dicembre, secondo quanto previsto dal regolamento CE 1169/2011, è previsto che le etichette dei prodotti alimentari debbano venire integrate con un’apposita dichiarazione nutrizionale, la cosidetta “tabella”. Ma, a poche settimane dal “foto-finish”, i ministeri dello sviluppo economico e della salute hanno emesso una circolare per chiarire i soggetti esonerati da tale obbligo.

Infatti le micro-imprese saranno esentate dall’obbligo della dichiarazione nutrizionale: vale a dire, secondo i parametri europei, le imprese che abbiano meno di 10 dipendenti e un fatturato o bilancio annuale inferiore ai 2 milioni di euro. Di fatto, in sostanza, buona parte di quelle realtà che in Italia vengono considerate piccole e medie imprese, e caratterizzano la produzione agroalimentare nostrana.
“In ogni caso – spiega una nota di Confcommercio -, secondo i Ministeri, la deroga può venire applicata nei due soli casi di vendita diretta dal produttore al consumatore, senza intermediazioni di sorta. Può essere il caso dei mercati rionali, le sagre e le fiere, gli spacci aziendali e i negozi gestiti dal fornitore stesso. La circolare precisa che l’esenzione opera anche in tutti i casi di somministrazione e di vendita di alimenti sfusi (senza peraltro che ve ne sia bisogno poiché tali casi sono sempre e comunque esclusi dall’obbligo in esame, come accennato in apertura), oppure per la fornitura a strutture locali di vendita al dettaglio, o alle collettività. I confini del livello locale della vendita rimangono alquanto indefiniti, poiché si riferisce al concetto di territorio della Provincia e delle Province contermini a quella ove ha sede il produttore, ponendo invece l’ambito nazionale quale limite inammissibile. In buona sostanza, la dimensione dell’organizzazione produttiva è il criterio-guida per considerare l’operatività della deroga”. Le imprese con meno di 10 dipendenti e 2 milioni di fatturato possono fornire alimenti preimballati senza tabella nutrizionale anche tramite i canali della distribuzione moderna, purché essi non raggiungano gli scaffali dell’intera penisola.
Rimane da risolvere la questione degli alimenti forniti direttamente ai consumatori tramite ecommerce. “La micro-impresa che faccia ricorso alle nuove opportunità offerte dal canale digitale – si spiega – dovrebbe poter beneficiare della stessa esenzione, quand’anche il rapporto diretto col consumatore abbia luogo sul web, e la consegna avvenga a domicilio piuttosto che nel luogo concordato con un Gas (Gruppo d’acquisto solidale). A maggior ragione ove si consideri la sostenibilità dei trasporti (un furgoncino può risparmiare l’impiego di un centinaio di auto da parte di altrettanti utenti) e l’utilitá del servizio per i non-automuniti”.

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