Negozi aperti per l’Epifania, è di nuovo sciopero

Negozi aperti anche per l’Epifania, scatta un nuovo sciopero nel settore del commercio. Ad annunciarlo è la segretaria provinciale Filcams, Valentina Gullà: “L’astensione dal lavoro, proclamata a livello unitario – spiega – nasce dalla forte contrarietà alle aperture nei giorni festivi e per il rispetto del significato e del valore della festività. Le liberalizzazioni degli orari e delle aperture domenicali e festive attuate dal decreto Salva Italia, si sono rivelate negative, non hanno portato nessun aumento dell’occupazione, ma hanno peggiorato le condizioni di lavoro, aumentato la precarietà e l’assenza di ogni regola minima di concertazione sulla programmazione delle aperture e degli orari di lavoro. E’ necessario che si metta in atto un’inversione di tendenza e che vengano modificate le norme sulle liberalizzazioni affinché si torni ad aperture regolamentate delle domeniche e delle festività”.

“La nostra battaglia è culturale e riguarda i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio, che spesso per una maggiorazione irrisoria sono chiamati a lavorare anche in quelle giornate che tradizionalmente si dedicano alla famiglia e allo svago – spiega Gullà – E’ ormai diffuso anche l’utilizzo dei voucher per pagare i lavoratori in queste giornate, di cui un esempio eclatante in provincia è quello del Carrefour di Lucca. Riteniamo che la riduzione ai minimi termini dei diritti e delle tutele dei lavoratori sia una vergogna assoluta, ragion per cui ci battiamo perché vengano cambiate le norme sulle aperture così come per l’eliminazione dei voucher attraverso uno dei tre referendum abrogativi proposti dalla Cgil. Diciamo fermamente no al sempre aperto, perché tutto ciò avviene in nome di un liberismo e di un consumismo sfrenati, due facce della stessa medaglia di una società in cui sulle persone, sui valori e sulla cultura prevalgono gli interessi di profitto. E’ urgente ritrovare un modello sostenibile del commercio, per città più vivibili, all’insegna della cultura e non del solo consumo, per una maggiore contrattazione in difesa dei più deboli, per la difesa dei valori civili e religiosi che queste festività rappresentano, perché la città che non dorme mai e in cui si fa la spesa in qualsiasi ora o giorno dell’anno è un modello che porta ad una deriva che noi non accettiamo”.
“Nessun aumento dei consumi – conclude – ma solo del consumismo, per questo anche il 6 gennaio le lavoratrici ed i lavoratori di Esselunga, Conad, Pam, Metro, Ovs, Lidl, Carrefour e molte altre catene si asterranno dal lavoro”.

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