Negozi stritolati da caro-affitti e pochi stalli

Il centro storico di Lucca cambia pelle dal punto di vista commerciale, con la chiusura o lo spostamento di numerose attività con alle spalle storie decennali o a volte ultradecennali. Un trend, questo, su cui il direttore di Confcommercio Rodolfo Pasquini intende compiere un’analisi che inviti a riflettere: “La nostra città sta cambiando aspetto – dice Pasquini -, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese. Saracinesche che si abbassano, negozi che si spostano, punti di riferimento che svaniscono. Un cambio di identità ormai sotto gli occhi di tutti, che non può che causare tristezza e nostalgia, ricordando la Lucca che eravamo abituati a conoscere e che pian piano sta scomparendo”.

“Le cause di questo preoccupante fenomeno in atto ormai da tempo – prosegue il direttore – sono ovviamente diverse: in primis ci sono l’appeal del centro storico che è legato a doppio filo alla sua accessibilità. Confcommercio e la sua Commissione centro storico si battono da anni su questo punto e continueranno a farlo fino a che non sarà recepita l’importanza dell’argomento: i varchi telematici e i pochi parcheggi auto a disposizione dei visitatori, scoraggiano la gente a recarsi in città”. “Non a caso – insiste Pasquini – è nei giorni festivi, quelli in cui si ha più tempo a disposizione per lasciare la propria vettura un po’ più lontana dal centro e farsi magari una passeggiata, quelli in cui la città registra più presenze da parte dei lucchesi o di chi arriva da zone vicine. Ma nei giorni lavorativi, quando c’è maggiore fretta, la gente non viene in centro perché oggi è troppo scomodo farlo”. “A tutto questo – afferma il direttore di Confcommercio – va aggiunta la questione divenuta ormai stringente del caro – affitti. I casi di attività commerciali che sono costrette a chiudere o spostarsi perché incapaci di sostenere i continui rincari degli affitti sono ormai diversi. Forse troppi. E’ ora di ripensare questa politica: a Forte dei Marmi è stata portata avanti anni fa, a fronte delle richieste pervenute dai grandi marchi della moda che hanno tagliato fuori giocoforza le piccole imprese del commercio”. “Ma a Lucca – termina Pasquini – questo tipo di richiesta oggi non c’è, ragion per cui certi affitti appaiono del tutto sproporzionati e poco lungimiranti perché rischiano col tempo di desertificare l’offerta commerciale del centro storico e di conseguenza di svuotare gli immobili. Tutto questo, tenendo conto anche dei dati nazionali Istat che proprio pochi giorni fa hanno certificato un calo dei prezzi che in Italia non si registrava dal 1959, conseguenza probabilmente di un crollo dei consumi. Ovvio che in un quadro del genere un aumento degli affitti sia ancora più difficile da capire e accettare”.

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