Cresce la ricchezza in Toscana: prima Firenze, ultima Massa Carrara

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Il reddito medio pro capite dei toscani è aumentato, anche se per alcune province il valore raggiunto è inferiore a quello rilevato in alcune Regioni del centro-sud. Dove possono contare i residenti in Toscana su un reddito medio maggiore? Firenze guida la speciale classifica, con un aumento che su base annua è stato pari a +2,4 per cento arrivando a superare la soglia dei 23500 euro. Un dato in miglioramento, ma circa 4 mila euro al di sotto del reddito medio rilevato nella provincia milanese.

La seconda provincia più “ricca” della Toscana è Siena, con una crescita uguale in percentuale a quella di Firenze, e un reddito medio pari a circa 21670 euro. Quindi troviamo Lucca che supera di poco i 20140 euro, ma che vanta anche una crescita leggermente superiore alle due precedenti, pari a +2,6%. Al quarto posto c’è Prato che cresce del 2,3% arrivando a superare leggermente 19.900 euro, e poi Pistoia che non raggiunge 19490 euro con una crescita comunque in linea con le prime province (sempre pari a +2,4%). In coda alla classifica troviamo rispettivamente: Livorno che manca i 19300 euro con una crescita leggermente però superiore alla media (pari a +2,6%), poi Pisa che supera i 18980 euro e una crescita molto più contenuta (pari a +2%), Grosseto che arriva a 18765 euro (con aumento del +2,4%). Gli ultimi due posti vanno ad Arezzo che cresce con un +2,2% arrivando a circa 18320 euro e in coda a tutti Massa Carrara che cresce in linea con le prime (+2,4%) ma senza riuscire a raggiungere 17560 euro.
I risparmi sui conti non sono in media particolarmente significativi, e la ricchezza, come altrove, è concentrata nelle mani e sui rapporti bancari anche online (come ad esempio per Chebanca conto corrente o simili) di una stretta minoranza. In alcune Regioni, specialmente quelle in coda come Arezzo e Massa Carrara, i consumi sono poco sostenuti soprattutto quando si tratta di impegnarsi con richieste di finanziamento o impegni di una certa entità per ottenere dei beni durevoli. L’unica eccezione sono le auto, specialmente quelle usate, le cui vendite sono sensibilmente aumentate nel corso dell’anno appena passato.

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