Lucca, export in flessione: cala anche il cartario

Nell’anno 2016 le imprese della provincia di Lucca hanno esportato beni e servizi per un totale di 3.758 milioni di euro, un valore in flessione (-5,2%) rispetto a quello registrato nel corso del 2015, quando è stato raggiunto il record storico per le vendite all’estero della provincia sfiorando i 4 miliardi di euro. In Toscana l’andamento delle esportazioni ha mostrato solamente un lieve incremento (+0,6%), mentre a livello nazionale la crescita è risultata superiore al punto percentuale (+1,2%) grazie al traino degli autoveicoli. Nel dettaglio regionale, oltre a Lucca si evidenziano diminuzioni solamente per Massa Carrara e Arezzo, mentre per gli altri territori si osservano incrementi. Dopo un 2015 particolarmente brillante, la diminuzione delle esportazioni provinciali nel corso del 2016 è legata al negativo andamento di alcuni tra i principali settori produttivi locali, in particolare la nautica, la metallurgia e le calzature. Questa in sintesi l’analisi della Camera di Commercio di Lucca sui dati sul commercio estero diffusi da Istat.

L’Uffico studi della Camera di Commercio di Lucca rileva che il 2016 è stato un anno caratterizzato da incertezza e instabilità, nel quale le imprese lucchesi hanno comunque mantenuto le posizioni acquisite nel 2015, quando le vendite all’estero hanno raggiunto il massimo storico. Nel complesso l’export si conferma la componente più dinamica della nostra economia, ma per una ripresa diffusa sembra mancare un’ancora più deciso rilancio del mercato interno. Le imprese del territorio mostrano eccellenti risultati in settori a medio-alta tecnologia e ciò testimonia la capacità del tessuto imprenditoriale lucchese di innovare e competere ai massimi livelli sui mercati internazionali.
Il cartario ha segnato un calo del -1,1%, confermandosi primo settore per vendite all’estero con 933 milioni di euro, con contrazioni sia per le vendite di articoli in carta e cartone (-1,1%) che di pasta da carta, carta e cartone (-1,0%). La meccanica è il secondo settore provinciale per vendite all’estero (747 milioni) grazie a un ottimo +9,0% nell’anno che ha beneficiato della progressiva ripresa del ciclo degli investimenti (+13,2% le macchine per impieghi speciali).
In significativa flessione le vendite all’estero della cantieristica (467 milioni di euro), che nel 2016 sono scese del -27,4% (-176 milioni) malgrado un buon incremento registrato sul mercato nordamericano; si tratta comunque di un andamento di difficile interpretazione in quanto legato alla fatturazione di commesse pluriennali. Il comparto alimentare (298 milioni) evidenzia invece una contrazione contenuta al -2,9% determinata dall’andamento delle vendite di olio di oliva, di semi ecc. (-4,2%), mentre il cuoio e calzature (239 milioni) ha registrato una flessione significativa (-16,8%; -48 milioni). Sono proseguite inoltre le difficoltà dell’industria metallurgica (167 milioni) che ha visto diminuire le esportazioni del -24,5% (-54 milioni) a causa del calo delle vendite di prodotti in rame (-33,5%).
Nel corso del 2016 sono cresciute le vendite all’estero dell’industria della fabbricazione di materiale elettrico e meccanica di precisione (232 milioni; +5,5%) e dell’industria lapidea, del vetro e delle pietre estratte che si sono portate a 194 milioni con un +1,4% rispetto al 2015. In positivo anche l’industria chimica (+2,6%, malgrado il -0,8% della farmaceutica) e il tessile e abbigliamento (+3,5%), mentre la gomma e plastica risulta sostanzialmente stabile (+0,3%).
Malgrado un calo delle vendite del -5,3%, l’Europa si conferma prima area di destinazione dell’export provinciale con 2.242 milioni di euro: in diminuzione gli scambi sia verso l’Area UE28 (-5,2%) che verso i paesi non comunitari (-5,8%), con un calo delle vendite di metalli, calzature e natanti. Il discontinuo andamento delle commesse della nautica influenza la dinamica degli scambi verso il continente americano (-7,7%), con una forte flessione del mercato sudamericano (-40,7%), in parte controbilanciata da un’elevata crescita dell’America settentrionale (+32,8%). Stabili le vendite verso l’Asia, mentre l’Africa rileva un incremento del +12,7% e l’Oceania una flessione del -26,8%.
Anche le importazioni provinciali hanno registrato un calo nel 2016, con un -5,1 rispetto al 2015 che ha portato a quota 1.885 milioni di euro gli acquisti dall’estero nel 2016. La dinamica toscana risulta di poco negativa (-0,2%), mentre a livello nazionale il valore degli acquisti dall’estero è sceso del -1,3%.
L’andamento dei corsi delle materie prime si è confermato determinante nel processo di diminuzione dei prezzi all’importazione, anche se nell’ultimo scorcio dell’anno il recupero delle quotazioni petrolifere, unito al contestuale deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro, ha determinato una inversione di tendenza.
La flessione delle importazioni provinciali risulta determinata dal negativo andamento degli acquisti sui mercati esteri di alcuni tra i principali settori di trasformazione dell’economia lucchese: il cartario e l’industria alimentare. Il cartario (618 milioni di euro) ha segnato una flessione del -9,7%, legata al valore degli acquisti di pasta da carta, carta e cartone (-10,2%), mentre l’industria alimentare (236 milioni) ha mostrato un calo del -21,3% determinato dalla contrazione degli acquisti di olii dall’estero (-24,6%), come effetto del ritorno a una situazione di normalità dopo il negativo andamento delle precedenti raccolte olearie. In calo anche gli acquisti dall’estero dell’industria chimica e farmaceutica (-3,2%; 248 milioni).
In positivo l’industria metallurgica (180 milioni), che segna un forte incremento (+48,1%) dovuto agli ingenti acquisti dall’estero di metalli (rame e altri minerali). In crescita anche il valore dell’import di materiale elettrico e meccanica di precisione (+5,9%), della gomma e plastica (+12,6%), dei prodotti agricoli, della caccia e della pesca (+14,4%) e della cantieristica (+5,4%).
In lieve diminuzione invece gli acquisti dall’estero della meccanica (-3,8%) e del cuoio e calzature (-2,2%), mentre per il tessile e abbigliamento (-10,1%) e per il lapideo, vetro e pietre estratte (-17%) si registrano flessioni più accentuate.
Aumentano solamente gli acquisti dall’area UE28 (+2,0%) e dall’Asia (+7,0%), mentre per le altre macro-aree si registrano diminuzioni anche consistenti, in particolare dall’America meridionale (-14,4%) e da quella settentrionale (-8,1%).

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