Accordo agroalimentare Ue-Canada, 13 Comuni dicono no

Anche in Lucchesia si estende la protesta contro il Ceta, l’accordo tra Ue e Canada destinato, secondo i promotori della protesta “a favorire la pirateria alimentare e a legalizzare i “tarocchi” Made in Italy”. Già ben 13 Comuni della provincia di Lucca si sono schierati a fianco di Coldiretti nella nuova battaglia per la trasparenza e la difesa dell’agroalimentare locale e tricolore. Dopo Gallicano, Castiglione di Garfagnana, Fosciandora, Massarosa, Pieve Fosciana, Montecarlo, Careggine, Camaiore, anche l’Unione dei Comuni della Media Valle del Serchio formata da Bagni di Lucca, Barga, Borgo a Mozzano, Coreglia Antelminelli, Pescaglia hanno dichiarato la disponibilità a sostenere la mobilitazione Coldiretti #StopCeta, “per dire no – si spiega – all’accordo che rischia di minare il sistema agroalimentare locale “legalizzando”, di fatto, la pirateria alimentare”. “Ringrazio i sindaci ed i consigli comunali che hanno accettato di affiancare la nostra organizzazione in questa importante battaglia per tutelare la nostra agricoltura e le nostre eccellenze agroalimentari – commenta Maurizio Fantini, direttore Coldiretti Lucca. I comuni che hanno deliberato, o lo faranno nei prossimi consigli, hanno compreso i rischi di questo trattato che mette a repentaglio le tipicità locali, dando il via libera a contraffazioni e inganni per i consumatori. Il fronte contro il Ceta si sta allargando ed è sempre più compatto e trasversale”.

“Nel gioco commerciale delle imitazioni e dei falsi prodotti identitari – dice Coldiretti – sono a rischio 13 Dop e 12 Igp regionali tra, due punte di diamante dell’agroalimentare lucchese come la farina di neccio della Garfagnana Dop, l’olio extravergine di Lucca Dop ed il farro della Garfagnana Igp”. “Attendiamo le delibere #StopCETA anche da parte degli altri Comuni – conclude Fantini – soprattutto quelli delle aree vocate all’agricoltura come la Garfagnana e la piana dove risiede il cuore agricolo del sistema provinciale, affinché non venga dato il via libera ad accordi che vanno nel segno della mancata trasparenza, della scarsa qualità e della penalizzazione del nostro sistema agricolo che ha bisogno di essere tutelato e garantito. Il Ceta rischia di fare da apripista, in futuro, ad altri accordi commerciali dello stesso modello, mettendo a repentaglio l’economia di interi territori che cercano di affermare sul mercato i propri prodotti di qualità”.

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