Baronti: “Con l’aeroporto saltano grandi opportunità”

Il fallimento della società Aeroporto di Capannori, sancito da una sentenza due giorni fa, ha suscitato commenti e prese di posizione. A parlare oggi (20 ottobre) è l’ex amministratore delegato della società, Eugenio Baronti: “I grandi e acuti politici dell’opposizione di centro destra capannorese – esordisce – esultano per il fallimento dell’aeroporto: evviva, adesso si rischia davvero di ritornare al passato, ad un aeroporto statale, quindi pubblico, che potrebbe anche essere concesso ad uso e consumo, quasi esclusivo, alle associazioni per fini sportivi, ricreativi e per il divertimento domenicale di qualcuno con la passione del volo, senza nessuna ricaduta e beneficio per il territorio”.

“Tralascio, per amor di patria, alcune monumentali sciocchezze dette e scritte nel merito – prosegue Baronti – e cito solo quella degna del migliore Totò, che in un famoso film vendette la fontana di Trevi a uno straniero perché anche noi, secondo qualcuno, dovevamo fare altrettanto: valutare se era più conveniente per la comunità capannorese mettere all’asta l’aeroporto per ricavare di più di quello che veniva offerto dal concordato, ignorando che tutte le strutture aeroportuali sono e resteranno di proprietà del demanio dello stato in gestione ad Enac e che la società Aeroporto di Capannori le aveva solo in concessione totale. In pochi si sono informati – affonda l’ex amministratore delegato – o hanno mostrato interesse su cosa è cresciuto in questi anni attorno all’aeroporto, le potenzialità e la qualità di quella rete di collaborazioni consolidate che ha legato a questo territorio una parte consistente dell’eccellenza della ricerca toscana, un’esperienza ormai consolidata che ha tra i fondatori e sostenitori il Dipartimento di ingegneria civile e industriale sezione aerospaziale dell’Università di Pisa. Da questo incontro interdisciplinare di mondi, esperienze e competenze diverse, sono nati e sono in fase di realizzazione progetti di ricerca finanziati da fondi europei, regionali o da altri enti, con partenariati che vedono la presenza di dipartimenti universitari, della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, diversi istituti del Cnr e imprese private. L’aeroporto di Capannori – argomenta ancora Baronti – è già oggi un centro di competenza e un riferimento nazionale della formazione nell’ambito dei sistemi aeromobili a pilotaggio remoto che ha formato e sta formando soggetti provenienti dai più qualificati enti e istituti italiani. In questi giorni stavamo lavorando per preparare i locali per ospitare un laboratorio di ricerca del Cnr di Pisa per un progetto sulla qualità dell’aria legato al nostro territorio. C’erano accordi, convenzioni e manifestazioni d’interesse, c’erano tutte le competenze e le professionalità per fare nell’aeroporto un qualificato centro per l’aerospazio e la robotica a livello regionale che avrebbe avuto, nel giro di qualche anno, una ricaduta occupazionale importante e soprattutto avrebbe creato lavoro qualificato. Tutto questo non è piovuto per caso su Capannori, è stato il frutto di un lungo paziente lavoro che ha dovuto superare molti ostacoli e tanta, troppa, indifferenza, soprattutto da parte della politica e delle istituzioni lucchesi, eccezion fatta per il Comune di Capannori lasciato però completamente solo e con una maggioranza che certo non ha brillato per entusiasmo. Qualcuno può comprensibilmente obiettare: perché se c’è tutto questo non è partito prima il progetto? Già, magari, molti però si dimenticano che viviamo in un paese dove a noi, che ci siamo finalmente riusciti, ci sono voluti 4 anni per ottenere la concessione totale che rappresenta la precondizione per qualsivoglia progetto di sviluppo che richieda un qualche investimento, una concessione totale perseguita da almeno 30 anni da tutti i gestori pubblici e privati che si sono succeduti e poi, dopo averla faticosamente ottenuta, ci sono voluti sette mesi per avere il verbale di consegna delle strutture e infrastrutture aeroportuali, e poi oltre 2 milioni di euro ereditati dalle precedenti gestioni che hanno pesato come un macigno fino a schiacciarci. Infine – conclude Baronti – quella che, secondo me, è la madre di tutti i problemi, è che in questi ultimi anni si sono moltiplicati nella politica, come sui nostri Monti Pisani i cinghiali, i distruttori, gli interdittori, gli urlatori, gli ignoranti che parlano a vanvera senza informarsi mai di niente, quelli sempre pronti a criticare e sentenziare ma mai disposti a metterci la propria faccia a rimboccarsi le maniche, e questo continuo declino del paese è il risultato di tutto questo e, probabilmente, è quello che ci meritiamo. Diventerà il paese dei camerieri, pizzaioli, ristoratori, manovali (con tutto il rispetto dovuto per queste egregie professioni) e poi, comunque, possiamo sempre sperare che venga qualche magnate dall’oriente per portare soldi. Abbiamo fatto come quel contadino che dopo avere seminato il suo campo lo ara di nuovo perché impaziente non ha voglia di aspettare i tempi lunghi del raccolto. Come sempre ho fatto nella vita, mi assumo tutte le mie responsabilità, spero che anche altri facciano altrettanto, esprimo il mio ringraziamento e la piena solidarietà e vicinanza ai dipendenti che, con famiglia a carico, perderanno il loro lavoro, ho la coscienza a posto per avere fatto il mio dovere con dedizione e di averci provato con tutte le mie forze e sono anche contento di averci almeno provato. Si può anche perdere una battaglia ma chi non combatte mai ha già perso in partenza”.

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