Da Gragnano a Milano, l’inarrestabile viaggio delle camelie di Isabel Pacini foto

Tornano in mostra sul territorio di Capannori le camelie di Isabel Pacini, artista di origine belga. Fino al 30 agosto, infatti, le sue gigantografie del fiore ormai simbolo di tutto un comune saranno esposte nel suggestivo Relais del Lago e ristorante Serendepico a Gragnano. Il proprietario, Alessandro Ciomei , grande amante di arte, è rimasto colpito dai suoi dipinti durante la mostra a villa Lazzareschi in occasione di Ville in Fiore. Anche il nuovo cuoco del ristorante, il giapponese Masaki Kuroda, ha apprezzato le opere di Pacini, promuovendole anche nel proprio paese, così da far conoscere oltreoceano le camelie del Compitese. Ma i quadri della pittrice approdano anche a Milano, dove alla gelateria artigianale Rivareno saranno in mostra fino al 6 settembre. Il locale, allestito come fosse una galleria, da tempo ospita mostre al suo interno.

Quella di Pacini è stata organizzata da Marco Andrea Melani dell’associazione culturale “Gli Otto Venti” di Pistoia e curata da Stefania Ramella. Dice dell’artista il critico Marco Palamidessi, che la segue dalla mostra alla Fondazione Banca del Monte in occasione della XXV Mostra delle Camelie: “Ogni vero artista, a prescindere dalla sua specifica espressione, è consapevole del fatto che per cogliere la verità della Natura bisogna riuscire ad immergersi tanto profondamente in essa da diventarne parte. Attraverso questo sentimento panico, questo senso di comunione, di fusione gioiosa dello spirito creativo con la natura stessa, l’artista riuscirà a mettere al mondo un’opera in sintonia perfetta con la sostanza di ciò che ha davanti, intimamente congiunta a quella verità che solo una viva sensibilità può farci percepire. Nelle tele di Isabel Pacini la pittura accade sotto la stella di un’innata attrazione per la bellezza dei fiori: una realtà è indagata, vista e restituita come visione, come esperienza dell’interiorità, al fine di far partecipi noi spettatori di un qualcosa di sorprendente, di un universo di cui forse ignoravamo l’esistenza”.

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