Due targhe a Matraia per ricordare la Liberazione – Foto

In tanti questa mattina (25 aprile) a Matraia, nonostante il tempo incerto, per le celebrazione della Festa della Liberazione organizzata dal comune di Capannori e dallo storico lucchese Emmanuel Pesi. Una grande festa ricca di eventi a cui, oltre ai paesani, alla giunta comunale di Capannori e alle associazioni degli Alpini, l’Associazione nazionale Combattenti Reduci e Polizia Municipale, hanno partecipato anche i bambini della scuola primaria di Marlia che, per l’occasione, hanno recitato, un po’ emozionati, filastrocche scritte e imparate tra i banchi di scuola. Una festa importante, quella della Liberazione d’Italia, che questa mattina sotto ai boschi delle Pizzorne ha avuto un significato speciale: oltre a una targa affissa all’entrata del parco giochi per onorare l’Articolo 31 della Costituzione italiana in cui si sancisce il diritto al gioco e al tempo libero per i bambini, lo storico Emmanuel Pesi ha voluto ricordare ciò che la popolazione di Matraia fece in tempi di guerra durante gli orrori dell’occupazione tedesca.

“Oggi inauguriamo due cartelli – spiega lo storico – uno dedica il parco giochi alle vittime civili della guerra e in particolare ai bambini vittime delle guerre, ricordando, con questo piccolo segno, il loro diritto al gioco, bisogno insopprimibile per ogni bambino. Altra storia molto importante è ricordata invece da un’altra targa, quella della Via della Memoria: qui a villa Pardini – racconta – nel 1943 furono rinchiusi circa 50 prigionieri di guerra inglesi. Dopo l’ermistizio dell’8 settembre furono liberati e cercarono rifugio proprio qui, a Matraia, nascondendosi nei boschi. I prigionieri inglesi non erano solo a villa Pardini ma anche a villa reale e a Colle di Compito, sulle rive del Lago della Gherardesca dove c’era un campo di concentramento. Tutti uomini in fuga, giovani e giovanissimi, come ad esempio Doug Harrison. Doug veniva da un paesino di mare del nord Yorkshire e dopo la fuga si diresse a Matraia. Come si salvarono? – continua Emmanuel Pesi – Furono gli uomini e le donne del posto ad aiutarli, e non fu scelta facile: tutti facevano la fame e in paese c’era molta diffidenza e paura. Chi aiutava i prigionieri riceveva severe punizioni mentre chi invece aiutava i fascisti a catturarli nuovamente poteva ricevere ricche ricompense. Scegliere di aiutare queste persone era una scelta di resistenza e solidarietà, un chiaro atto di disobbedienza. Un gesto importante che ci ricorda l’essenza di questa Festa ma anche la scelta di riprendersi la propria capacità di pensare e giudicare. Si dice che la nostra democrazia è nata dalla Resistenza – spiega lo storico – e alla sua base c’è proprio questa capacità di scegliere finalmente, dopo tanto, con la propria testa. La storia di Matraia ci fa capire la realtà della guerra e della Resistenza, ed è importante riscoprire i luoghi della memoria perché raccontano non solo la nostra storia ma anche i principi e i valori universali della nostra gente. Ringrazio l’associazione di San Pietro a Marciglaino che ha reso possibile la creazione di questa Via della memoria e di questo cartello che racconta la storia dei prigionieri inglese e di come sono stati salvati. Per conoscere la storia bisogna andare nei luoghi e noi abbiamo ricostruito questo sentiero, che va dalla chiesa del paese e che sale lungo le colline. Per gli inglesi – spiega ancora lo storico – questo salvataggio italiano fu molto importante, un gesto ancora vivo nella loro memoria: Doug, che fu nascosto e salvato da Federico Gelli e altri abitanti del luogo, ha parlato molto di questo sia nelle televisioni inglesi che nel suo libro, scritto a distanza di anni dall’accaduto. Matraia, quindi, in Inghilterra è molto conosciuta. Gli inglesi non pensavano che saremmo stati in grado di costruire una democrazia, ma, da questi gesti, capirono che non era vero, in fin dei conti ci meritavamo un’altra possibilità dopo il fascismo. Se oggi abbiamo la democrazia – conclude Pesi – è anche grazie alla popolazione di Matraia che, superando paura e diffidenza, ha scelto di aiutare persone in difficoltà”.
Dopo il racconto dello storico e l’inaugurazione delle targhe, i bambini hanno intonato, oltre alle filastrocche, anche la famosissima Bella Ciao, canzone partigiana che tutti i presenti hanno accompagnato con il battito di mano. E dopo questo particolare momento di festa un corteo fino al piazzale della chiesa dove si è commemorata la lapide ai caduti di guerra. La mattinata si è conclusa nella sala parrocchiale dove la sagra dell’oliva del paese ha organizzato un banchetto ricco di degustazioni e prodotti tipici del luogo. Nella sala, inoltre, è stato consegnato L’albergo lunare, un libro a cura di Luca Dinelli e Alessandro Mugnani in cui sono raccolte le testimonianze della comunità di Matraia durante l’occupazione tedesca.
“E’ necessario ricordare questa particolare data per far in modo che certi episodi non si ripetano mai più – dice Lara Pizza – Purtroppo alcuni popoli ancora oggi sono costretti a far i conti con la guerra e molti bambini non hanno la possibilità di poter giocare. Sembra una banalità ma è proprio da questi diritti che si possono costruire pace e responsabilità”.

Giulia Prete

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