Ambiente a Porcari, incontro in Fondazione Lazzareschi: “Subito il depuratore consortile”

Venerdì sera in Fondazione Lazzareschi si è tenuto l’incontro sulla situazione ambientale del Comune di Porcari. Presenti il dottor Davide Micheli (Medico di medicina generale della Piana di Lucca) e il dottor Roberto Balducci (Responsabile ambiente del Gruppo Sofidel) su polveri sottili e non solo.

Tante le cricità evidenziate durante l’incontro: “E’ sensato – si sono chiesti i partecipanti – continuare a disperdere nell’ambiente tutto il vapore acqueo prodotto dalla cartotecniche o, invece, è più giusto e lungimirante ricondensarlo con degli abbattitori, per poi essere riutilizzato nel ciclo produttivo? Può lo stesso vapore acqueo creare un microclima, con il nefasto “effetto di fissativo” per le polveri sottili, rendendo le stesse stanziali sul nostro territorio e creando così un effetto aereosol? E’ sensato mantenere attiva la concessione del Pollino del 1977, con la quale si continua a regalare 150 litri di acqua al secondo alla Val di Nievole, anche alla luce dei sempre più frequenti fenomeni di subsidenza (che è il primo segnale che le falde acquifere superficiali si stanno e seccando) e dal fatto che le stesse aziende cartarie hanno fatto forti investimenti per recuperare oltre il 60 per cento dell’acqua utilizzata? L’acqua è il tesoro di Porcari ed è la linfa vitale della cartiere, che sono indubbiamente il nostro tessuto sociale e il nostro orgoglio. E’ una pratica corretta e non nociva quella di fare seccare i fanghi industriali nei piazzali delle aziende, al fine di farli pesare meno, ottenendo così un costo di smaltimento inferiore? Non sarebbe più corretto avere sul nostro territorio una centralina per il rilevamento delle polveri sottili che potesse fornire dati immediati e facilmente accessibili ai cittadini (magari con un display da posizionare vicino alla stessa)? Ormai non è assolutamente più prorogabile il grave problema del depuratore consortile. Come ogni depuratore ha, per legge, una valvola di by-pass detta di “troppo pieno”. La stessa si attiva in situazioni di emergenza (esempio forti precipitazioni) evitando che la forte pressione dei reflui urbani e industriali vada a far implodere il depuratore. Per cui, quando il sensore rileva tali forti pressioni, fa attivare in automatico tale valvola, che fa si che tutto venga scaricato direttamente nel fosso del Frizzone senza essere depurato… e poi giù nelle nostre falde acquifere che irrogheranno i nostri campi​ e, con loro, il nostro cibo. Bene, questa situazione di emergenza, l’anno scorso si è verificata per più di 150 giorni in un anno”. 
“Questa non è più emergenza – dicono gli organizzatori dell’incontro – ma inquinamento ambientale sistematico. Inoltre, riteniamo utile e necessario, aumentare il nostro verde con l’impianto di alberi e piante, coadiuvati da un esperto di arboricoltura”.

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