Sparano due colpi di pistola contro l’auto di Bacci

Una minaccia evidente quanto inquietante, un gesto dimostrativo e una intimidazione dai contorni ancora tutti da chiarire: il presidente della Lucchese, Andrea Bacci, è nel mirino. La sua Mercedes è stata bersaglio di due colpi di pistola, sparati contro i vetri nel parcheggio della ditta Ab Florence di Scandicci: un attentato che si è consumato in pieno giorno, in uno stile che ricorda scene da film wester. Ma qui la finzione non c’entra niente: l’agguato ha rischiato di fare feriti, ma per fortuna nessuno è rimasto coinvolto. Uno dei due proiettili esplosi però è rimbalzato sulla carrozzeria dell’auto ed ha scheggiato la finestra della ditta Ab Firenze, anche se Bacc almomento della sparatoria non era in ditta ma si trovava a Parigi. Soltanto in seguito i suoi collaboratori si sono accorti del fatto, quando sono usciti nello spiazzo di fronte all’azienda, vedendo i danni all’auto.

La procura di Firenze ha aperto un’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Creazzo: la scientifica fatta arrivare alla ditta di Bacci ha ritrovato i due bossoli che verranno esaminati, insieme ad altre tracce e alle testimonianze raccolte dagli investigatori. In giornata il plenipotenziario rossonero ha fatto rientro in Italia ed è stato raggiunto dalla notizia non appena atterrato in aeroporto: “Tranquillonon sto – ha commentato -: abbiamo visto tempi migliori comunque supereremo anche questa”.
Tanti comunque gli aspetti ancora da chiarire di quello che sembrerebbe al momento un mirato gesto intimidatorio nei confronti del presidente. Soprattutto gli inquirenti intendono spiegare in che tipo di contesto è da collocarsi quanto avvenuto stamani all’Ab Florenze, azienda del settore pelletteria: il gesto di un folle o, piuttosto, la lucida mano di qualcuno che voleva colpire Bacci? Interrogativi ancora da scioglierle e le indagini mirano proprio a questo. All’esame dei carabinieri anche i filmati delle telecamere di videosorveglianza che potrebber aver ripreso tutta la scena.
I due colpi, secondo quanto è stato finora ricostruito, hanno raggiunto i vetri dell’auto, ma poteva sfiorarsi la tragedia perché uno dei due proiettili è rimbalzato e ha scheggiato il vetro di una finestra dell’azienda.
Andrea Bacci, imprenditore amico di Matteo Renzi, opera nell’area fiorentina. Di recente è emerso che la procura lo indaga per bancarotta fraudolenta riguardo alla Coam Costruzioni di Rignano, di cui è socio di maggioranza e che possiede quote anche nella società calcistica lucchese. Bacci è stato perquisito dalla Guardia di Finanza il 10 gennaio scorso nell’ambito di un’articolata inchiesta della procura in materia economica, creditizia e fiscale. Ed è stata questa l’ultima tegola che si è abbattuta su Bacci, insieme all’amministratore delegato Andrea Bettucci. La Guardia di Finanza di Firenze su mandato della procura della repubblica ha svolto perquisizioni negli uffici di alcune società, fra le quali per l’appunto, la Coam in concordato preventivo e nelle abitazioni dei due imprenditori. I reati ipotizzati, per cui ci sarebbero sette indagati, compresi gli stessi Bacci e Bettucci, sarebbero quelli di ricorso abusivo al credito e false fatturazioni. L’inchiesta è condotta dai pubblici ministeri Luca Turco e Christine Van Borries, la stessa che ha chiesto il fallimento della Coam (Leggi).
Sull’episodio anche le parole del sindaco, Alessandro Tambellini: “E’ un atto molto grave quello che è accaduto oggi a Scandicci – scrice – dove sono stati esplosi colpi di pistola sull’automobile del presidente della Lucchese Andrea Bacci. Un gesto di incomprensibile violenza sul quale mi auguro che sia fatta luce al più presto. Esprimo a Bacci la mia solidarietà”.

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