Aggredito in carcere agente di polizia penitenziaria

Nuova aggressione ai danni di un agente penitenziario ieri (18 ottobre) a Lucca. A denunciare l’episodio è il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe.
“Ieri un detenuto italiano – denuncia Pasquale Salemme, segretario per la Toscana del sindacato – subito dopo aver conferito con il comandante, nell’uscire dall’ufficio ha prima tentato di aggredire l’agente di servizio ai cancelli e poi ha aggredito un altro agente colpendolo con un pugno al volo. Questa si aggiunge alle altre aggressioni subite dai colleghi qualche settimana fa e la cosa grave è che nessun provvedimento viene preso contro questi delinquenti che usano violenza: i responsabili di altri episodi di aggressione ad agenti, per dire, anziché essere trasferiti sono ancora qui, e si fanno quasi vanto di non aver avuto alcuna punizione per quel che di grave hanno fatto. Queste tensioni sfiancano il personale di polizia penitenziaria che ha già prossi problemi operativi, a cominciare dal sopperire alle problematiche del nucleo traduzioni di Pisa con le unità del servizio a turno, alla mancanza di sovrintendenti ed ispettori, alla non rispondenza della tabella organica degli agenti tra previsti ed effettivamente in servizio. Basta. Servono provvedimenti certi e concreti”.

Donato Capece, segretario generale del Sappe, torna a sollecitare un rapido intervento del ministro della giustizia e del capo Dap: “Questo di Lucca è l’ennesimo grave evento critico che avviene in un carcere – dice – E’ solamente grazie ai poliziotti penitenziari, gli eroi silenziosi del quotidiano a cui va il ringraziamento del Sappe per quello che fanno ogni giorno, se il numero delle tragedie in carcere è fortunatamente contenuto. Proprio per denunciare la situazioni critica delle carceri del paese e, conseguentemente, le difficoltà operative degli appartenenti alla polizia penitenziaria, il Sappe ha partecipato la settimana scorsa a Roma alla manifestazione di protesta della consulta sicurezza, davanti alla camera dei deputati in piazza Montecitorio. Siamo scesi in piazza per denunciare che il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più. Il sistema delle carceri non regge più, è farraginoso, e le costanti e continue evasioni ne sono la più evidente dimostrazione: e le responsabilità ricadono su chi ha la responsabilità politica di intervenire, a cominciare dal ministro della giustizia Orlando”.
“Ci rendiamo conto che quel che denuncia il Sappe da tempo – conclude Capece – ossia che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, dall’aver tolto le sentinelle della polizia penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, dalla mancanza di personale – servono almeno 8mila agenti di polizia penitenziaria per fronteggiare le costanti criticità – dal mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento? E ci rendiamo conto, come avevamo denunciato, che mettere i detenuti di 25 anni nei penitenziari minorili è stata una scelta politica sbagliata, che ha determinato anche l’atteggiamento aggressivo dei minorenni verso i poliziotti? E il ministro Orlando cosa fa?”.

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