Devono scontare la pena, in due rintracciati e arrestati dalla polizia di Lucca

La polizia di Lucca ha arrestato due persone in esecuzione di ordini di carcerazione dell’autorità giudiziaria. Il primo è un 30enne di orisini marocchine, Abdellah Essadik. L’uomo era stato arrestato dalla Squadra Mobile a Lido di Camaiore lo scorso febbraio, mentre cedeva dosi di cocaina in una zona periferica della città. Si era sistemato tra le canne, per non essere visibile dalle forze dell’ordine e ne usciva solo dopo un segnale pattuito, ripetuti colpi di clacson da parte degli acquirenti, per poi rinascondersi in tutta fretta appena avvenuto lo scambio. I poliziotti avevano circondato la zona ed arrestato l’uomo che al processo per direttissima era stato condannato a 10 mesi di reclusione, dei quali 5 mesi e 10 giorni già scontati, fino al luglio scorso, in custodia cautelare in carcere. Il suo legale aveva chiesto che per il residuo di pena fosse affidato in prova, ma il tribunale di sorveglianza ha rigettato la richiesta, ammettendolo alla detenzione domiciliare ed incaricando la Squadre Mobile della esecuzione del provvedimento. L’uomo è stato rintracciato a Lucca e, dopo un passaggio in questura per la notifica del provvedimento, è stato posto agli arresti domiciliari in una abitazione di un connazionale a Sant’Angelo in Campo.
Il secondo arrestato è un 36enne sempre di origine marocchino, Youssef Hassous, domiciliato all’Arancio, ricercato dalla Procura della Repubblica di Pisa perché doveva scontare la pena a 6 mesi di reclusione per una duplice condanna per guida senza patente. L’ufficio esecuzioni penali della Procura di Pisa aveva incaricato la Squadra Mobile della Questura di Lucca di concorrere alle ricerche nella zona di Pescaglia dove aveva abitato. Non è stato difficile per i poliziotti lucchesi rintracciarlo, poiché dopo un arresto per maltrattamenti in famiglia e resistenza a pubblico ufficiale, reati commessi a maggio, l’uomo era stato sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, e dunque giornalmente si recava in questura per firmare l’apposito registro. I poliziotti lo hanno atteso all’ingresso, portato negli uffici della Squadra Mobile e, dopo la notifica dell’atto, scortato al carcere San Giorgio dove sconterà la pena residua.

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