Il baby piromane provoca oltre un milione di danni

di Roberto Salotti
Il fuoco era diventato un’ossessione quasi maniacale per il giovanissimo piromane, che sceglieva perfino gli orari per appiccare le fiamme nei boschi, seguendo uno schema preciso e selezionando i luoghi prescelti, dove arrivava a piedi o con uno scooter. Quel “gioco” è costato caro ad un ragazzino di appena 16 anni, residente nel capannorese: è accusato di aver appiccato 9 roghi nei boschi sopra Massa Macinaia dal 9 giugno scorso a ieri pomeriggio, quando è stato bloccato dagli uomini del nucleo antincendi boschivi del corpo forestale dello stato, che ormai da settimane gli stavano con il fiato sul collo. Il bilancio è quello di un disastro: 44 ettari di vegetazione andati in fumo, per oltre un milione di euro tra danni ai boschi e costi dello spegnimento.

Il ragazzo è stato colpito dalla misura dell’affidamento in custodia cautelare domiciliare, come disposto dalla procura dei minori di Firenze. E’ sotto la stretta sorveglianza dei genitori e non potrà uscire di casa, fino alle decisioni del giudice per le indagini preliminari.
Ieri pomeriggio è stato incastrato in flagrante della forestale che lo ha fermato mentre usciva da un bosco sopra Massa Macinaia dove aveva appena appiccato un rogo. E’ stato ripreso dalle telecamere che erano state piazzate dagli investigatori, che erano appostati nelle vicinanze e che, grazie anche alle intercettazioni autorizzate dalla procura, sono riusciti a prevedere con una precisione millimetrica le mosse del baby piromane. La sua vita nelle ultime settimane è stata scandagliata dagli inquirenti, che hanno raccolto decisivi elementi sul suo cellulare ma anche sui social network utilizzati dal ragazzo. Gli investigatori impegnati nell’operazione denominata Aquila hanno raggiunto la chiave di volta dell’inchiesta alcuni giorni fa, dopo che il cerchio sul presunto piromane si era ristretto a poche persone, fino a chiudersi definitivamente sul minorenne, ora accusato di incendio boschivo doloso, reato punibile con il carcere da 4 a 10 anni. Ma l’attività investigativa è tutt’altro che conclusa: si mira adesso a raccogliere altri elementi a sostegno dell’ipotesi accusatoria e per stabilire se il giovane abbia sempre agito da solo o con la complicità di qualcuno.
I roghi. La sequela di incendi che ha spinto il comitato paesano di Massa Macinaia a presentare un esposto corredato da centinaia di firme, comincia il 9 giugno scorso, con un episodio successivo nello stesso mese. A luglio, secondo l’accusa, il giovane piromane si scatena: sono 5 gli incendi nei boschi sui monti pisani che gli contestano gli inquirenti. Completano il quadro altri due episodi ad agosto, l’ultimo dei quali proprio ieri. I numeri di quella che gli stessi abitanti della zona hanno definito una vera e propria emergenza sono impressionanti. Gli uomini del corpo forestale dello stato, guidati dal comandante provinciale Maurizio Folliero, contano 44 ettari di bosco bruciati, con un impiego considerevole di uomini per lo spegnimento: 172 volontari dell’antincendio boschivo che hanno operato per più di 1.400 ore. Senza considerare l’impiego di Canadair che hanno volato in tutto per 6 ore (con costi di 12mila euro all’ora, a cui vanno aggiunti quelli per raggiungere le zone dell’operazione), e degli elicotteri della Regione Toscana impiegati per ben 29 ore, con un costo di 3mila euro all’ora. Il bilancio complessivo, dunque, comprese le operazioni di bonifica dei luoghi, è superiore al milione di euro.
Il modus operandi. Per tanti danni, è bastato soltanto un accendino. E’ con questo strumento che – sospettano gli inquirenti – agiva il ragazzino. In nessuno dei 9 incidenti, infatti, è stato trovato alcun innesco. Nemmeno ieri, quando il ragazzo è stato braccato dai forestali, che lo osservavano appostati a debita distanza. Le telecamere erano piazzate in luoghi sensibili ormai da settimane, installate subito dopo i primi incendi. Fin dall’inizio infatti gli investigatori hanno riscontrato una sorta di serialità nell’azione del piromane. A cominciare dagli orari in cui agiva. Al mattino dalle 10 alle 11 e il primo pomeriggio dalle 13 alle 16. Un copione messo in atto ripetutamente e che è servito agli inquirenti per smascherare colui che lo concertava ogni volta.
Le intercettazioni. Le attenzioni con il passare delle settimane si erano concentrate proprio sul ragazzo, che appariva sempre nei pressi dei roghi appena esplosi. O perché visto da testimoni o perché individuato in quei posti dagli accertamenti che gli investigatori hanno svolto sulle utenze telefoniche, tracciando gli spostamenti e i contatti del ragazzino. Grazie a tutte queste informazioni, ieri gli è stata tesa una trappola. Gli uomini del nucleo antincendi boschivi – una equipe specializzata in casi come questo, con investigatori arrivati anche da fuori provincia -, sono andati a colpo sicuro, tendendo una trappola al piromane e bloccandolo mentre usciva dal bosco dopo aver appiccato l’ennesimo incendio.
Emergenza incendi. “Con la conclusione di questa operazione – ha detto il comandante Maurizio Folliero – siamo riusciti a dare una risposta alle giuste richieste di legalità dei cittadini e aver contribuito a preservare ettari di bosco che sarebbero potuti andare distrutti in futuro. Non c’è comunque da abbassare la guardia, perché siamo ancora in piena emergenza incendi. La stagione non è finita e non bastano le piogge degli ultimi giorni a far cessare i divieti, che restano in vigore per tutto agosto e che impongono di non accendere fuochi all’esterno, specie in campi o nelle vicinanze dei boschi”. Soddisfazione per la riuscita delle indagini è stata espressa anche dall’assessore regionale all’agricoltura, Marco Remaschi, presente stamani (18 agosto) alla conferenza stampa a Lucca: “In Toscana ci sono divieti che vanno assolutamente rispettati – commenta Remaschi -: spesse volte i comportamenti che non tengono conto del divieto di accendere fuochi all’esterno provocano incendi anche di vaste proporzioni. Dobbiamo comunque lavorare di più sulla comunicazione in questo senso, senza mai stancarci di ripetere alla gente, soprattutto agli anziani, che è necessario osservare le ordinanze contro gli incendi di boschi, che sono per noi un assoluto patrimonio da salvaguardare. Più del 90% degli incendi boschivi è infatti provocato dalla mano dell’uomo. Bisogna agire dunque su due livelli: quello della comunicazione, ma anche quello dell’educazione al rispetto di questo inestimabile tesoro”.
Il sindaco di Capannori: “Ora priorità alla prevenzione”. Anche il sindaco di Capannori Luca Menesini esprime soddisfazione per l’esito delle indagini che hanno portato all’arresto del piromane. “Si tratta di un risultato importante, frutto della stretta collaborazione venutasi a creare tra tutte le istituzioni – sostiene il sindaco Luca Menesini – che mette fine ad una escalation di roghi che ha messo a dura prova i residenti delle zone maggiormente prese di mira che adesso possono finalmente tirare un sospiro di sollievo. Ringrazio il Corpo Forestale dello Stato che ha coordinato le indagini insieme a tutte le forze dell’ordine, alla protezione civile, alle associazioni e ai cittadini delle aree colpite che hanno dato un contributo prezioso nell’individuazione del presunto responsabile. Adesso la nostra priorità è mantenere alta l’attenzione sulla prevenzione che costituisce un antidoto importante allo sviluppo degli incendi. Un territorio pulito e curato e la predisposizione di alcuni accorgimenti possono certamente essere deterrenti efficaci. Per questo ci faremo promotori nei confronti della Regione Toscana della realizzazione di un grande progetto, affinché i boschi presenti sia su aree pubbliche che su aree private, vengano curati e valorizzati e tornino ad essere una risorsa per il nostro territorio e la nostra comunità. A questo scopo riveste un’importanza strategica l’accordo siglato con gli altri Comuni su cui si sviluppa il Monte Pisano per dar vita ad un progetto di cui siamo capofila, che ha l’obiettivo di trasformare questa importante area montana in un polo naturalistico d’eccellenza della Toscana”. Alcune proposte concrete per la prevenzione degli incendi, che l’amministrazione comunale valuterà con attenzione, sono giunte da alcune associazioni del territorio e in particolare dal Centro Culturale del Compitese e dalla Vab di S.Andrea di Compito. Tra queste la realizzazione di opere di pulizia delle sponde dei corsi d’acqua e del sottobosco ed anche il potenziamento della vigilanza sul territorio attraverso l’impiego di volontari del servizio civile.

 

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Lucca in Diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.