Avvocati penalisti in sciopero a Lucca contro riforma

“Il progetto di riforma del processo penale è fumo negli occhi, una trovata elettorale scandita da scelte schizofreniche”: è il duro attacco rivolto oggi (20 marzo) dalla Camera penale di Lucca, che aderirà all’astensione nazionale dalle udienze proclamata dal 20 al 24 marzo. Per il 23 marzo, inoltre, è in pronta una manifestazione nazionale. Le falle del nuovo sistema vengono segnalate in successione: secondo gli avvocati del foro lucchese la nuova impostazione mortifica i principi e le garanzie fondamentali, allungando in modo ingiustificato i tempi del processo, con la dilatazione dei tempi di prescrizione. Inoltre aumenta le pene per i reati contro il patrimonio e stabilisce la partecipazione a distanza al processo da parte dei detenuti.

Temi che sono stati al centro delle argomentazioni degli avvocati Luigi Velani, Claudio Palazzoni, Eros Baldini, Marco Treggi, Francesco Spina e Michela Bosi Picchiotti, che sfruttano l’occasione anche per lamentare la cronica carenza di personale al Tribunale di Lucca.
“Questo Ddl – denuncia Velani – è del tutto disorganico. Si vede chiaramente che mette insieme pezzi di iniziative precedenti e scollegate tra loro, peraltro utilizzando un linguaggio improprio, sintomo di frettolosità. Il nostro giudizio non è totalmente negativo, ma le modifiche peggiorative al sistema sono troppe. Sappiamo che anche una buona parte della magistratura non è d’accordo: il processo deve avere una durata ragionevole e questo obiettivo è in contraddizione con l’allungamento dei tempi di prescrizione (si parla di una sospensione secca delle prescrizione pari a 18 mesi tra il primo grado e l’appello, ndr)”.
Una scelta, quest’ultima, che semmai corrisponde ad un’ammissione di colpa, per i penalisti. Come dire: non riusciamo a risolvere in tempi brevi tutti i processi, per cui dilatiamo tutto. Un ragionamento ben lontano, evidenzia la Camera Penale, da quel crisma dell’effettività spesso sbandierato: “Purtroppo il tema della giustizia di vende bene – commenta l’avv. Spina – così come la favola che sarebbero gli avvocati a voler allungare i tempi dei processi, per il loro tornaconto. La verità è che la nostra possibilità di incidere sulla dilatazione delle cause è pressoché minima”. Un’affermazione che incontra il supporto dell’ultima rilevazione Istat: cinque anni fa venne scelto a campione anche il Tribunale di Lucca, dove si concluse che la grande maggioranza dei rinvii d’udienza erano da imputarsi a difetti del sistema. Sempre da quell’indagine emerse che, in media, un processo penale nel foro di via Gallitassi aveva la durata medi di 3-4 anni.
“Ci sono troppe cose che non vanno – prosegue Velani – come l’idea di tenere gli imputati detenuti fuori dalle aule di tribunale per risparmiare sui costi di gestione. Significa comprimere in modo inaccettabile i loro diritti. Inoltre, non è possibile tenere una persona sotto processo per una vita: questo è un discorso che riguarda anche chi si costituisce parte civile. Se anche ottieni giustizia, nel frattempo tante cose possono essere cambiate”. Ancora: gli avvocati sostengono che il progetto di riforma – su cui è atta votata la fiducia al Senato – alzando la pena per i reati contro il patrimonio (uno su tutti, il furto), porti a scavalcare automaticamente gli strumenti classici per contrarre i tempi, come il patteggiamento.
“Ottenere un giudizio in tempi ragionevoli è prima di tutto un fatto umano: è emblematico il recente caso della vittima di una violenza sessuale a Milano, che ha deciso di rinunciare al giudizio perché è passato troppo tempo ormai”. Una situazione, questa, che è il precipitato diretto di quello che viene definito lo smantellamento del modello di funzionamento della giustizia. “Prima hanno cominciato chiudendo le sedi – commenta Baldini – poi tagliando il numero dei cancellieri e dei magistrati. Con questo Ddl si ammette di non essere in grado d’amministrare la giustizia in tempi ragionevoli, con delle ricadute in termini di costi sociali su tutti quanti”.
Sì perché la questione, evidenzia, l’avvocato Palazzoni, riguarda ogni cittadino: “Il diritto penale – argomenta – entra in così tante sfere della nostra vita quotidiana che è impensabile ritenere che questi siano problemi soltanto degli avvocati. Questa non è l’astensione di una corporazione, sia ben chiaro”.
Gli avvocati, che nel frattempo stanno portando avanti una raccolta firme per la separazione delle carriere in seno alla magistratura, per scindere i percorsi di Pm e magistrati, entrano poi nel dettaglio di quell’universo di elementi collaterali che, anche a Lucca, concorrono ad inceppare la macchina della giustizia.
“L’altro giorno – è l’amara constatazione collettiva – al Giudice di Pace non si è svolta udienza penale perché mancava l’unico cancelliere che può andare in aula. Qua siamo noi a fornire ogni anno risme di carta, scanner e anche personale. Le cancellerie sono in estrema sofferenza e ci chiedono di portare stagisti, che paghiamo noi”. Intanto le Camere penali di tutta Italia tenteranno di bloccare il Ddl alla Camera e hanno già in programma un’altra astensione, dal 10 al 14 aprile. “Noi ci mettiamo tutto il nostro impegno – conclude Velani – ma anche loro devono fare la propria parte. Il testo del Ddl rimanda problemi che devono essere risolti al più presto”.

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