Gli amici di Gabriele: faceva il suo lavoro, liberatelo

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Cinque richieste alle massime istituzioni turche per tentare di aiutare il blogger-giornalista italiano Gabriele Del Grande fermato da giorni in Turchia. Ad illustrarle, al Senato, è il presidente della Commissione per i Diritti umani Luigi Manconi.
Come amici di Gabriele Del Grande, spiega Manconi, si chiede che la Turchia si impegni a far visitare Gabriele da un medico italiano; che un esponente dell’ambasciata italiana ad Ankara lo possa incontrare al più presto; che si possano visionare gli eventuali atti giudiziari che lo riguardano e conoscere quali sono i capi di imputazione a suo carico. Quindi, si chiede che il giornalista italiano possa avere rapporti e quindi anche contatti telefonici diretti con i suoi familiari.

“E’ necessario che le massime istituzioni del Paese si attivino con urgenza nei confronti delle autorità turche per garantire la tutela dei diritti di un proprio cittadino, nonché di un professionista di altissimo spessore e valore civile. Chiediamo che Gabriele torni quanto prima libero e possa riacquistare i suoi diritti di cittadino e giornalista”. E’ questo l’appello che gli amici di Gabriele Del Grande hanno rivolto a Governo e Parlamento, intervenendo alla conferenza stampa al Senato. 
“E’ una vicenda molto delicata. Noi siamo e saremo strumento di quello che sarà deciso: siamo a disposizione delle scelte dei legali e della famiglia di Gabriele. Credo che in questa fase ogni iniziativa individuale possa essere pericolosa”. Ha commentato il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, partecipando alla conferenza stampa al Senato durante la quale Luigi Manconi e gli amici di Del Grande hanno lanciato un appello alle istituzioni perché si mobilitino per la sua liberazione.
Appello a cui ha aderito Giulietti anche a nome del segretario dell’Fnsi, Raffaele Lo Russo. “Ora dobbiamo evitare l’oscuramento. Malgrado quello che alcuni dicono, spegnere i riflettori non è mai un bene. Noi ci uniamo alla vostra iniziativa convinti che una voce unica sia più forte di tante isolate, evitando ogni forma di protagonismo che rischia di essere controproducente. Il nostro lavoro, come Fnsi, è quello di impegnarci per la liberazione di Gabriele come di tutti i colleghi giornalisti stranieri e turchi che ancora sono rinchiusi in galera e non possono fare il loro lavoro”.
Tra gli intervenuti, anche Conchita De Gregorio che ha ricordato di aver voluto Gabriele Del Grande tra i collaboratori dell’Unità ai tempi della sua direzione. “Ci sono giornalisti embedded e quelli freelance. Questi ultimi svolgono un lavoro cruciale e vanno difesi dalla collettività. In questi giorni c’è stato un silenzio stranissimo, una certa prudenza istituzionale quasi non si volesse irritare il governo turco. Ma il nostro mestiere non passa dagli interessi dei governi. Il governo italiano deve rappresentarci e il silenzio di questi giorni – ha concluso De Gregorio – non mi rappresenta”. “Liberate Gabriele”. Con questo messaggio anche 100autori, l’associazione dell’autorialità televisiva si spende per il rilascio di Gabriele Del Grande. “Chiediamo con forza alle autorità italiane e turche di velocizzare la richiesta di liberazione di Gabriele, –  spiega Andrea Purgatori, portavoce dell’associazione – fermato solo per aver tentato di svolgere il suo mestiere, in un paese, la Turchia, in cui è ormai chiaro che il diritto di cronaca non è più consentito”.
100autori, prosegue la nota, “chiede alla Farnesina di accelerare il rilascio del nostro giovane giornalista e regista e accoglie l’invito alla mobilitazione arrivato direttamente da Gabriele Del Grande, che da ieri ha deciso di iniziare uno sciopero della fame nel carcere turco”.

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