Ucciso in lite per parcheggio, aggressore condannato

Otto anni. E’ questa la condanna inflitta a F.C.R., il libero professionista di 43 anni, accusato di omicidio preterintenzionale per aver causato la morte di Pietro Buchignani, ragioniere 60enne di Lucca, dopo avergli sferrato un pugno al culmine di una lite per un parcheggio in via Buonarroti a Lido di Camaiore il 13 luglio scorso. L’uomo, difeso dagli avvocati Riccardo Carloni e Stefano Carmignani, è stato condannato dal gup in rito abbreviato anche al risarcimento danni di 100mila euro alla moglie e al figlio della vittima, ma potrà scontare la pena ai domiciliari con il permesso di uscire dal lavoro.

Il giudice Riccardo Nerucci, infatti, ha derubricato l’accusato ad omicidio preterintenzionale senza le aggravanti. Il pm Elena Leone, invece, aveva proposto una condanna a 18 anni, per omicidio volontario aggravato dai futili motivi, presentando anche una richiesta di un milione di euro di danni.
La tragedia era avvenuta dopo una discussione banale. I carabinieri arrestarono subito dopo i fatti F.C.R., 43 anni, libero professionista residente a Lido di Camaiore, con cui la vittima, che stava trascorrendo le vacanze nella sua casa acquistata qualche tempo fa, aveva poco prima avuto un diverbio. R.C. titolare di un’azienda di smaltimento di rifiuti speciali, lo aveva colpito con un pugno facendolo cadere a terra: Buchignani aveva battuto la testa ed era morto.
Un delitto assurdo che si era consumato in una zona tranquilla e residenziale di Lido di Camaiore. Pietro Buchignani, ragioniere molto noto a Lucca era stato colpito al volto da F.C.R., libero professionista che, secondo quanto ricostruito dai carabinieri aveva parcheggiato la Yaris della madre davanti casa della vittima. Buchignani che era appena arrivato in via Buonarroti per trascorrere alcuni giorni di vacanza ha protestato. Ha cercato di spiegare a R.C. che lì non poteva parcheggiare, ma la reazione del libero professionista era stata violenta. Prima insulti e parole pesanti, poi il pugno che lo ha fatto cadere e morire. R.C. secondo le sue stesse ammissioni, avrebbe colpito il vicino di casa al volto ma non con l’intenzione di uccidere. Buchignani, che forse non si aspettava quel pugno, aveva perso l’equilibrio ed era caduto a terra sbattendo violentemente la testa. Da quella strada proprio davanti casa sua non si sarebbe più rialzato.

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