Gatto muore nella corte, odissea per rimuoverlo

La tragica fine di un gatto è al centro di un’odissea che si sta consumando ormai dallo scorso 2 giugno in una corte di Sant’Angelo in Campo. Dove non si sa cosa fare del cadavere del quattro zampe, che è stato scoperto da uno degli abitanti in avanzato stato di decomposizione. Ma da quel giorno, nonostante i tentativi di risolvere la triste situazione, il corpo senza vita del felino giace, chiuso in sacchetti di plastica, all’interno di un bidoncino. Lo scopritore del morto, infatti, non ne vuole sapere di seppellirlo “per questioni igieniche” e si è rivolto più volte a polizia municipale e Sistema Ambiente. Il risultato? Ancora nessuno. E nel frattempo l’odore della morte ha invaso la corte.

La scoperta del gatto andato a morire dietro ad una grossa pianta nella corte, è stata fatta al mattino del 2 giugno. Un inquilino si è accorto dell’animale per il cattivo odore che emanava. “Mosso dalla necessità – racconta -, visto che era il venerdì 2 giugno di festa, lo metto il più sigillato possibile, all’interno di sacchetti di plastica e poi in un bidoncino chiuso ermeticamente onde evitare contaminazioni. Telefono ai vigili urbani ma questi mi fanno capire che ormai se ne parla il lunedì dopo le feste. Allora il lunedì faccio la trafila burocratica chiamando il servizio apposito del Comune di Lucca che provvede a fare un fax con tanto di protocollo e firma del dirigente responsabile indirizzato a Sistema Ambiente. Inizia così una trafila di chiamate prima al Comune che mi assicura aver inviato il fax e mi fornisce il numero di protocollo relativo scusandosi per averlo fatto il giorno dopo la mia segnalazione, poi a Sistema ambiente che assicura il suo intervento nel giro di breve tempo”.
“Arriva il mercoledì – prosegue il racconto – e i solleciti da parte mia continuano parlando con il centralino di Sistema Ambiente e anche le assicurazioni di intervento repentino vengono profuse ma purtroppo, la sera, il bidoncino con il cadavere dell’animale è ancora al suo posto.
Allora, il giovedì mattina, snervato ma calmo chiedo per favore di risolvere la cosa e mi fanno parlare con un responsabile che mi dice che dopo un quarto d’ora mi avrebbero richiamato per dettagli quando erano nei pressi per trovare la corte stessa ma nel pomeriggio ancora non ricevo alcuna chiamata. Chiedo allora ufficialmente alle autorità competenti cosa fare per risolvere questo caso o altri analoghi che dovessero capitare a un cittadino. Devo sotterrarlo come ha informalmente consigliato qualcuno contravvenendo a elementari norme di igiene pubblica? Devo buttarlo da qualche parte e poi il problema è risolto per me ma non per la collettività? Non voglio fare niente di tutto questo. Ho pregato a più riprese per giorni e giorni chi di dovere di provvedere allo smaltimento anche se mi avevano detto che sarebbe stata un’impresa”.

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