Partite truccate da Lega Pro a Promozione: 3 arresti

La polizia di Prato ha eseguito quattro misure cautelari e numerose perquisizioni per immigrazione clandestina, falso documentale e favoreggiamento reale a  carico di persone legate al mondo del calcio. A carico di molti di  loro sono anche emersi profili di responsabilità per frode sportiva  consistita nell’aver alterato alcuni risultati calcistici.
Gli indagati, in violazione delle disposizioni del testo unico sull’immigrazione, avrebbero compiuto atti diretti a procurare illegalmente l’ingresso nel territorio dello Stato di cittadini di origine africana, in particolare ivoriani minorenni,producendo all’ambasciata italiana di Abidjan, e poi all’ufficio immigrazione della questura di Prato, documentazione attestante falsi stati. In particolare condizioni personali, quali quella di maternità biologica e filiazione naturale rispetto ai minori, atti funzionali a richiedere ed ottenere il rilascio dei visti di ingresso per motivi di ricongiungimento familiare, con successivo ottenimento dei permessi di soggiorno per motivi familiari.

Le indagini della polizia di Prato hanno  permesso di accertare che la finalità dell’ingresso illegale dei  cittadini di origine africana, è stata quella di far giocare i ragazzi in squadre di calcio italiane e europee in violazione anche delle norme Fifa che ne consentono il tesseramento. Nel corso delle indagini sono emersi anche interessi connessi all’alterazione dei risultati di  partite di calcio.
La squadra mobile, a tal proposito, ha raccolto riscontri in merito all’alterazione di undici partite tra Lega Pro, Eccellenza e Promozione.
Oltre alle misure cautelari, i cui destinatari sono i presidenti delle due squadre di calcio del Prato e della Sestese, un procuratore sportivo, e a una donna di origine ivoriana, sono state effettuate dodici perquisizioni, anche a carico di arbitri di calcio, presidenti, segretari e direttori sportivi di altre società di calcio.
Nel corso dell’operazione svolta dagli investigatori della  Mobile di Prato, ulteriori undici persone sono state raggiunte da informazione di garanzia sempre per la violazione delle norme connesse all’alterazione dei risultati delle partite, tra cui molti giovani giocatori di calcio delle serie dilettantistiche. Disposta l’acquisizione di documentazione presso due squadre di serie A, una di serie B e una di Lega Pro. Sono state interessate dall’operazione di Polizia le province di Prato, Firenze, Rimini, Pistoia, Siena, Pisa, Perugia, Arezzo.

Documenti falsi e false maternità per far arrivare i ragazzi in Italia
Il presidente del Prato Calcio, Paolo Toccafondi è stato interdetto dall’esercizio dell’attività di amministrazione della società. Ai domiciliari sono finiti il presidente della Sestese, Filippo Giusti e il procuratore sportivo Filippo Pacini. Mentre, una signora ivoriana è stata portata in carcere. Questo l’esito dell’inchiesta traffico di calciatori africani minorenni. “Si ipotizzano reati molto gravi – spiega, nel corso di una conferenza stampa, il procuratore della repubblica di Prato, Giuseppe Nicolosi  – Viene contestata l’immigrazione irregolare nelle forme aggravate previste per l’ingresso in Italia di alcuni giocatori minorenni, che sono stati fatti arrivare attraverso la presentazione di documentazione falsa sia nel paese d’origine che in Italia”.
L’inchiesta nella parte che riguarda le misure cautelari ha puntato l’attenzione sull’ingresso di tre giocatori attraverso dei visti che si sarebbero rivelati fasulli. Il meccanismo utilizzato era quello del ricongiungimento familiare. “In un caso – precisa Nicolosi – uno dei giocatori è stato presentato come figlio naturale della donna ivoriana, mentre il test del Dna ha documentato che così non era”. Questi giovani talenti, come vengono definiti dal magistrato, “sono stato allevati insieme alle società del Prato e della Sestese con l’intendimento di trarre profitto da questa situazione, attraverso la loro valorizzazione”.
Ai tre indagati viene contestato nel caso del presunto figlio naturale della signora ivoriana il reato di favoreggiamento reale, perché avrebbero garantito alla donna “il profitto di reato di immigrazione irregolare, consentendole di ottenere un appartamento e dei benefit, perché questo ragazzino è stato ceduto alla Fiorentina, la quale sulla base della nostra indagine nulla sapeva dello status alterato del giocatore”.
Nell’inchiesta è coinvolto anche il segretario del Prato, che ha ricevuto in affido due bambini dall’Africa. Le attività investigative proseguono, e promettono di estendersi ad altri ingressi sospetti di calciatori non ancora maggiorenni. Un aspetto considerato “sconvolgente” dagli inquirenti è che in alcune telefonate intercettate “fra le varie opzioni gli indagati discutono di far arrivare su un barcone dalla Libia i calciatori per superare le difficoltà legate al visto, oppure di organizzare un torneo nei centri di accoglienza”. Tuttavia, non risultano al momento ragazzi arrivati e tesserati con questa modalità.

Coinvolte anche società professionistiche
Le società calcistiche Inter, Fiorentina e Cittadella hanno ricevuto una richiesta di accesso agli atti societari dalla procura della Repubblica di Prato. I magistrati indagano, in particolare, sul trasferimento di due giovani africani che – nell’ipotesi accusatoria – avrebbero fatto ingresso in Italia con documentazioni fittizie al fine di ottenere, per le società che ne detenevano il cartellino di tesseramento (Prato e Sestese), profitti sulla vendita dei giocatori.

Le presunte combine
Nel corso dell’indagine della Procura di Prato sui visti fasulli per far arrivare calciatori africani minorenni in Italia sono emersi anche aspetti di frode sportiva. L’inchiesta riguarda 12 partite fra le squadre dell’Eccellenza toscana, mentre una riguarda proprio il Prato, vale a dire lo spareggio per la permanenza in Lega Pro con la squadra Tuttocuoio. Le due sfide, giocate il 22 e il 28 maggio scorsi, hanno visto un doppio pareggio 0-0, 2-2 che ha consentito al Prato di restare fra i professionisti. “Ci sono indizi di combine”, fa sapere nel corso di una conferenza stampa il procuratore, Giuseppe Nicolosi. “È un’attività che dobbiamo approfondire – ammette – Tre sono le persone coinvolte per il momento, è una vicenda che per ora guardiamo tutta dal lato pratese. Non escludiamo, pertanto, degli sviluppi”. Non risulta indagato il presidente uscente del Prato, Nicola Radici mentre le investigazioni colpiscono Paolo Toccafondi, attuale presidente nonché amministratore delegato della società nella stagione uscente. Invece, per ora non ci sono indagati sul versante del Tuttocuoio, la squadra di Ponte a Egola.
“Sono stato contattato dal procuratore federale – annuncia Nicolosi – Mi ha anticipato una richiesta di atti, che penso in tempi abbastanza rapidi metteremo a disposizione della giustizia sportiva”. Secondo il codice penale, in effetti, la fattispecie di reati contestati, vale a dire la frode sportiva, prevede la pena massima di 3 anni di reclusione, quindi non consente misure cautelari di sorta. “È una vicenda, tuttavia – precisa Nicolosi – molto grave sotto il profilo dell’ordinamento sportivo”.
Complessivamente, questo filone di indagini che considera anche i match di Eccellenza vede coinvolte 24 persone. “Pensiamo che il meccanismo – aggiunge ancora il magistrato – non ruoti attorno solo alle squadre direttamente coinvolte nel risultato, ma anche alle altre interessate per ragioni di punteggio”. Per far luce sull’esito di una partita della serie minore, inoltre, sono stati perquisiti un arbitro e un designatore.

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