Crollo trono Turandot, la vicenda finisce in tribunale

Avrà un risvolto giudiziario l’incidente che il 7 agosto del 2015 vide coinvolto il tenore Marco Voleri, ferito dopo il crollo del trono di scena durante una rappresentazione della Turandot al Pucciniano. A raccontare la vicenda è lo stesso tenore.

“In merito all’incidente del il 7 agosto 2015 di cui sono stato vittima (Leggi l’articolo) – racconta il tenore – durante la rappresentazione di Turandot al Gran Teatro all’aperto di Torre del Lago, che mi ha causato notevoli sofferenze per le lesioni gravissime riportate anche con notevoli limitazioni funzionali permanenti, la procura della Repubblica di Lucca ha disposto la citazione a giudizio per il maestro Alberto Veronesi (presidente della Fondazione Festival Pucciniano), Uberto Bonetti (costruttore del montacarichi, poi crollato, sul quale ero seduto in scena durante la rappresentazione) ed Adalgisa Mazza (ex presidente della Fondazione Festival Pucciniano). Da subito gli accertamenti tecnici della procura avevano rilevato gravi inadempienze sulla normativa della sicurezza sul lavoro, anche riguardo ai pubblici spettacoli, individuando le figure responsabili. Durante il lungo periodo in cui, per le conseguenze dell’incidente, ho dovuto sottopormi a cure e riabilitazioni, oltre che alla totale inattività, solo l’ex presidente Adalgisa Mazza si è interessata alle mie condizioni di salute, mentre gli attuali rappresentanti della Fondazione hanno fatto sentire il loro “silenzio”: nessuna richiesta d’informazioni, nessuna vicinanza”.
“L’attività della procura di Lucca – conclude Doveri – ha fatto emergere la problematica di una non adeguata attività di prevenzione della sicurezza per i lavoratori dello spettacolo, visto che non è la prima volta che incidenti più o meno gravi si verificano sui palcoscenici”.
Immediata la replica del maestro Veronesi e della Fondazione Festival Pucciniano: “Ho appreso – dice il presidente-  con rammarico della mia citazione a giudizio relativa all’infortunio sul lavoro di un artista lirico avvenuto, nell’agosto del 2015, a pochi giorni dal mio insediamento di fatto a presidente della Fondazione Festival Pucciniano. Sicuramente rilevo che al mio insediamento le prove del festival erano già iniziate su allestimenti commissionati dalla precedente amministrazione e l’infortunio é stato causato da una macchina di scena costruita da terzi e già utilizzata più volte in precedenti edizioni del Festival. Io e tutto lo staff della Fondazione abbiamo seguito immediatamente con viva partecipazione il decorso immediato in ospedale, come dimostrato anche dagli sms tra me e l’artista lirico, che sono tuttora in mio possesso, e dalle numerose mail inviate dalla Fondazione spesso senza risposta. Sono certo che nel corso del giudizio potrò dimostrare la mia totale estraneità ai fatti in questione”.
“La Fondazione Festival Pucciniano – è la nota ufficiale dell’ente – ritiene pertanto del tutto infondata sul piano giuridico la contestazione mossa al maestro Veronesi il quale non aveva nemmeno la materiale possibilità, oltre che il giuridico dovere, di controllare personalmente ed a vista ogni parte, attrezzo, singolo pezzo di tutto quanto forma il patrimonio della Fondazione. Tale condotta, essendo oggettivamente impossibile -in particolare- nel primo mese di sua presidenza (magari nel corso di un anno) era quindi anche da lui giuridicamente inesigibile. Da ultimo si deve ricordare che il Maestro Veronesi assume la carica trovando non solo delle strutture collaudate, ma una organizzazione della sicurezza, a cui si può e deve legittimamente affidare. Quanto affermato dall’artista nel suo comunicato relativamente a “gravi inadempienze sulla normativa della sicurezza sul lavoro” la Fondazione si riserva attraverso i propri legali di agire ritendo queste affermazioni così come quelle relative al presunto disinteresse nei confronti dell’evoluzione dell’infortunio, manifestamente false, intendendo tutelare l’onore e la rispettabilità della Fondazione Festival Pucciniano e dei suoi vertici”.

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