Gang dei negozi e centri commerciali: altri 12 arresti

Si stringe il cerchio dei carabinieri attorno alla banda di ladri specializzati nelle spaccate ai negozi e ai centri commerciali della Lucchesia e di mezza Toscana che è stata decapitata nella prima fase dell’operazione Starlight che a inizio febbraio ha portato dieci persone in cella e altri due colpiti dall’obbligo di dimora. I carabinieri del nucleo investigativo del comando provincia di Lucca, stamani (20 febbraio) hanno dato esecuzione ad altri 12 provvedimenti restrittivi emessi stavolta dal gip del tribunale di Firenze, sulla base delle indagini che hanno portato a smantellare la gang. Le accuse sono, a vario titolo, quelle di furto aggravato e ricettazione. Una banda di ladri professionisti, secondo i carabinieri, capaci, in appena un minuto e mezzo di mandare in frantumi il vetro anti sfondamento dei negozi o dei centri commerciali che selezionavano con accurati sopralluoghi e ne ripulivano gli scaffali, dandosi alla fuga a bordo di furgoni, dopo averli caricati della refurtiva.

Pendolari del crimine, per l’accusa, capaci di agire rapidissimi e gestire parallelamente anche i contatti necessari a piazzare poi sul mercato i tablet, telefonini trafugati e auto ancora da immatricolare rubate nelle concessionarie: i carabinieri del nucleo investigativo di Lucca diretti dal maggiore Paolo Floris e dal tenente colonnello Dario Anfuso hanno smantellato la gang di rumeni, ai cui vertici, per l’accusa, si trovavano i due cugini Costel e George Bordeianu, rispettivamente di 27 e 30 anni. Il primo, soprannominato dai complici Starlight – da cui ha preso il nome la maxi operazione – si occupava di organizzare i raid in negozi e centri commerciali, mentre l’altro, per l’accusa, gestiva i furti di furgoni e auto e il loro trasporto all’esterno, dove poi venivano rivenduti come nuovi.
Dopo oltre un anno di indagini, la prima retata era scattata alle prime luci dell’alba del 7 febbraio scorso: 13 le ordinanze di custodia cautelare in carcere chieste dal sostituto procuratore Aldo Ingangi e firmate dal gip Silvia Mugnaini, 10 delle quali eseguite nelle ultime ore. 100 i militari scesi in campo stamani per il blitz nel covo della banda, in una fabbrica dismessa di Osmannoro, in provincia di Firenze, dove c’era la base logistica dei malviventi. Altri 5 obblighi di dimora, di cui due eseguiti e altri due che restavano da eseguire. Un quinto uomo, invece, già individuato, era deceduto nelle scorse settimane.
A questi numeri vanno aggiunti altri 8 arresti in flagrante durante i raid notturni della banda e altri 6 denunciati per ricettazione. I pesci grossi sono stati colti di sorpresa il 7 febbraio scorso dai carabinieri che hanno sorvolato con un elicottero non soltanto la città di Lucca ma il nascondiglio della banda, dove sono scattate le prime manette con l’ausilio di militari del sesto battaglione di Firenze e dalle unità cinofile di Firenze e San Rossore.
L’inchiesta – che attribuisce alla gang oltre 30 furti, compiuti tra Lucca e la Piana, la Versilia, la provincia di Firenze, San Miniato e Pisa, ma anche Siena, e Parma e Modena, in Emilia Romagna, per una refurtiva complessiva del valore di quasi 700mila euro -, ha preso le mosse dalle spaccate avvenute il 6 e il 10 ottobre del 2015 al Mercatone Uno e all’ipermercato Conad di Altopascio. Nel primo caso, la banda (quattro persone in azione) armata di picconi entra nella gioielleria Punto Oro, all’interno dello store, portando via orologi e monili per un valore di circa 30mila euro. Qualche giorno dopo il secondo raid, stavolta alla Conad: stesso modus operandi. I malviventi arrivarono davanti all’ipermercato e sfondarono una vetrata portando via cellulare e tablet per 40mila euro, parte dei quali vennero riciclati in negozi di Lucca. Le indagini su questi colpi hanno convinto i militari che, per modalità e rapidità di esecuzione, potessero essere stati compiuti dalla stessa banda che il 17 giugno di quell’anno svaligiò il negozio Trony di Pietrasanta, assaltato poi una seconda volta anche il 16 dicembre del 2015. Armati di picconi, cesoie e grossi martelli, sempre travisati e indossando guanti, i malviventi riuscivano sempre a fuggire con una velocità che ha impressionato gli stessi investigatori.
L’ultima svolta, prima del blitz del 7 febbraio, era arrivata nella notte tra venerdì e sabato scorsi quando a Vaiano, in provincia di Prato, i carabinieri riescono ad arrestare in flagranza quattro della gang che ormai avevano il fiato sul collo. Era entrati in azione in un negozio di bici, rubando quattro modelli del valore di circa 4mila euro ciascuno. Tra gli arrestati, in quella circostanza, figura uno dei due cugini al vertice dell’organizzazione, quel George Bordeianu che oggi è stato colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, insieme al parente Costel, trovato nel covo dell’Osmannoro. Qui i carabinieri hanno sottoposto a fermo Dumitru Berkl, 25enne rumeno, che secondo gli inquirenti, era l’unico riuscito a fuggire all’arresto a Prato.
Nella gang, secondo quanto è stato ricostruito dagli investigatori, ognuno aveva un ruolo ben preciso, quasi come in una catena di montaggio. Stando ai carabinieri, infatti Ion Sandu Vasile, 49 anni,si occupava della custodia e dell’efficienza dei mezzi “puliti” che servano per i sopralluoghi prima dei furti e poi per la fuga. Costantin Catalin Donciu, 29 anni, e Vasile Relu Vatamanu, 39 anni, invece, si occupavano di far “sparire” refurtiva e veicoli rubati, mentre Florin Susnea era ritenuto un vero e proprio luogotenente, pronto a prendere la direzione delle singole operazioni se i due cugini erano assenti.
Gli altri arrestati, tutti in carcere, furono: Valentin Vasile Ionescu, 27 anni, Iulian Isofache, 31 anni, Valentin Marius Isofache, 28 anni, George Petcu detto Teica, 23 anni, Gabriel Ovidiu Tapalaga, 33 anni. Colpiti dall’obbligo di dimora invece Aurel Dumitru Buca, 28 anni, e Valentin Craciun, 35 anni.

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