Turismo, esperti a confronto alla Fondazione Campus

“La Cina è la grande fabbrica del mondo, gli Stati Uniti sono il pensatoio, il luogo dove le idee diventano realtà. Il sorpasso? E’ solo questione di tempo se non ci aggiorniamo. In Europa abbiamo i servizi, in Italia il turismo. Ma la cultura alberghiera non è più quella di una volta”. Lo dichiara Dennis Redmont, Head of communications media and development at the council for the Us and Italy, in occasione del 56esimo Congresso Euhofa, che riunisce esperti e professionisti del settore hotellerie e accoglienza di 23 paesi e cinque continenti alla Fondazione Campus di Lucca, fino a domenica (12 novembre). Il programma del 56esimo congresso Euhofa prosegue domani (10 novembre) con le sessioni accademiche degli esperti di settore presso Palazzo Boccella, a Lucca, sede di Scuola Made, percorso professionalizzante di Fondazione Campus.

“C’è un grande interesse per il mercato italiano degli alberghi da parte degli investitori stranieri. Tuttavia – sottolinea Redmont – gli operatori del settore lamentano la mancanza di immobili adeguati o facilmente convertibili all’uso recettivo. Considerando l’intero mercato europeo – prosegue – nel 2016 è stato investito in Italia il 5% dei capitali. Una quota che risente delle lungaggini burocratiche e della presenza di numerose piccole strutture a conduzione familiare. Questa, senza dubbio, è la principale debolezza del settore agli occhi degli imprenditori stranieri. L’Italia è la quinta destinazione turistica mondiale e il 2016 è stato un anno record con oltre 52 milioni di arrivi internazionali. I turisti stranieri, tuttavia, si lamentano per la qualità delle strutture alberghiere e negli ultimi anni si sono rivolti maggiormente agli hotel a 4 e a 5 stelle”.
“Il comparto turistico – aggiunge Redmont – rappresenta circa il 10 per cento del Pil del Paese ed è un settore che gode di ottima salute. L’estate 2017 ha fatto registrare un aumento del 16 per cento di visitatori nelle città di mare e gli stranieri sono cresciuti del 5 per cento. Tuttavia con poco più di 52 milioni di visitatori stranieri nel 2016, secondo l’Organizzazione mondiale del turismo dell’Onu l’Italia rimane ancora dietro alla Francia (con 82 milioni di visitatori) e alla Spagna, con 75 milioni”.
“Anche la formazione accademica dovrebbe aggiornarsi in questo settore – prosegue Redmont – e favorire lo sviluppo di startup innovative, che ad oggi rappresentano appena il 2 per cento delle imprese del settore e sono troppo piccolo e troppo radicate al territorio, scarsamente aperte all’internazionalizzazione. Secondo l’Osservatorio innovazione digitale nel turismo del Politecnico di Milano il loro valore complessivo è di 700 milioni di euro”.
“Il futuro delle strutture ricettive di lusso – aggiunge Flavio Ceriotti, sales net national manager Repower – è offrire servizi di mobilità sostenibile per avvicinare un turista oggi più consapevole e attento alle proprie scelte. Per questo stiamo lavorando su una rete di mobilità elettrica nelle strutture di lusso: la tecnologia ci viene incontro nell’ottica di un’ospitalità 2.0”.
“La Toscana resta una delle mete predilette dai turisti stranieri – dichiara Alberto Peruzzini, direttore di Toscana Promozione Turistica – ma i viaggiatori di oggi sono diversi, si aspettano un’esperienza davvero taylor made, vogliono respirare la Toscana più autentica, visitare itinerari fuori dal comune. Dobbiamo cavalcare questa tendenza e rendere tutto più facile: ma servono infrastrutture adeguate. Altrimenti saremo superati da quelli che sono i nostri nuovi più diretti competitor: Catalogna e Provenza”.

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