Venerdì Santo, in S. Michele lo ‘Stabat mater’ con Animando

Anche quest’anno Animando ha offerto la sua partecipazione collaborativa alla liturgia del Venerdì Santo – in accordo con la Cattedrale e la Parrocchia del centro storico – proponendo, alle 17 del 14 aprile alla chiesa di San Michele, per la comunità lucchese e per i suoi ospiti lo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi, un’opera di altissimo valore artistico e spirituale, adatta a favorire la riflessione individuale e comunitaria in una ricorrenza importante per la storia della nostra civiltà. 

Lo Stabat Mater è una sequenza il cui testo è attribuito al poeta duecentesco Jacopone da Todi: testo di grande suggestione, in cui l’immagine straziante del Crocifisso è contemplata con gli occhi della Madre, piegata ai piedi della croce.  Per il suo impatto emotivo, per la sua lingua scabra e forte, per la sua stessa struttura drammatica, teatrale, il testo ha ispirato nei secoli un enorme numero di musicisti, da Palestrina a Scarlatti, da Traetta a Boccherini, da Haydn a Rossini, da Verdi a Poulenc.
Forse però la versione dello Stabat Mater che ha goduto di maggior fortuna è proprio quella di G. B. Pergolesi (1710-1736), grande musicista marchigiano cresciuto nella Scuola napoletana, il quale, pur nella sua brevissima esistenza (morì a 26 anni per tubercolosi), fu capace di lasciarci un gran numero di composizioni indimenticabili, tra cui spiccano soprattutto le sue opere teatrali (una per tutte: La serva padrona, 1733). Anche a Lucca, come afferma lo studioso lucchese Fabrizio Guidotti, nel corso del Settecento quella composizione di Pergolesi era “frequentatissima” e “alternata a quella non altrettanto celebre di Tommaso Traetta”: ricordiamo che quest’ultima fu eseguita da Animando nel 2016 per la stessa ricorrenza in S. Frediano. I due autori, dunque, si contendevano negli anni il primato delle repliche e del successo cittadino.
Pergolesi, col suo Stabat Mater, mette a frutto la sua grande esperienza del teatro musicale, traducendo con immediatezza i sentimenti della Vergine in musica e canto, talora con una corrispondenza quasi fisica tra testo e musica (si pensi al momento in cui la musica si fa interrotta e spezzata alludendo agli ultimi, faticosi respiri del Cristo in croce). Tuttavia il compositore sa evitare ogni forzatura esteriore e retorica e pervenire ad una spiritualità profonda, genuina e commovente.
La composizione dello Stabat Mater era stata commissionata a Pergolesi nel 1735 (a pochi mesi dalla morte), dalla Confraternita napoletana dei Cavalieri della Vergine dei Dolori. Essa doveva sostituire, nella liturgia della Settimana santa, la precedente versione di Alessandro Scarlatti, commissionata dalla medesima confraternita vent’anni prima.
Il testo di Jacopone, che conta venti strofe, è diviso da Pergolesi in dodici sezioni, costituite ora di arie soliste ora di duetti. La versione originale dell’opera prevede due voci femminili soliste, su una strumentazione per archi e basso continuo. Ma non sono mancati, nel corso dei secoli, esempi di rielaborazione da parte di vari musicisti. Lo stesso Bach utilizzò con piccole modifiche di strumentazione, in una sua cantata, la musica dello Stabat Mater di Pergolesi adattandola al testo del Salmo 51. La versione che verrà proposta nel Venerdì Santo, fedele per il resto al testo originale, prevede l’inserimento di parti per coro femminile, secondo la versione di Breitkopf & Hartel – rev. Helmut Hucke. In tal modo si ottiene l’effetto di una dilatazione alla comunità dei fedeli sia del sentimento del dolore e dello strazio, sia della speranza che risuona nella preghiera finale. In altri termini si promuove un clima di attenzione, tale da favorire la preghiera e nello stesso tempo la partecipazione dell’assemblea.
Gli interpreti
Animando, col suo direttore artistico maestri Silvano Pieruccini, ha curato con particolare attenzione il cast di interpreti, scegliendo voci affermate nel panorama del bel canto italiano.
Alida Berti, soprano, vanta una intensa attività artistica, che l’ha portata ad esibirsi in teatri prestigiosi, sia italiani che stranieri, dal Carlo Felice di Genova al Teatro Verdi di Trieste, dall’Arena di Verona al Teatro Seijong di Seul.  Più volte ha calcato le scene del Festival Pucciniano di Torre del Lago, cantando sia in Bohème che in Turandot.  Ha nel proprio repertorio i ruoli più significativi della tradizione operistica da Violetta a Lucia di Lammermoor, da Micaela a Liù. In questi e altri ruoli si è esibita sotto la direzione di maestri di grande nome, tra cui  Daniel Oren e Gialuigi Gelmetti.  Al repertorio lirico aggiunge una significativa esperienza anche nella musica sacra: è stata applaudita interprete, tra l’altro, dello Stabat Mater di Boccherini e del Requiem di Mozart.                                                                                                                                                                                                    Alessandro Carmignani, controtenore. Diplomato in canto al Conservatorio Cherubini di Firenze, ha affiancato all’emissione tenorile quella da controtenore; dopo gli studi tradizionali si è perfezionato nella pratica della musica antica. Ha debuttato nel 1991 al Teatro Verdi di Pisa, nel Rinaldo di G. F. Hӓndel sotto la direzione di Piero Bellugi e nel famoso allestimento di Pier Luigi Pizzi. In seguito si è esibito nei più prestigiosi teatri e sale da concerto di tutto il mondo, e vanta numerose incisioni per varie case discografiche in Italia e all’estero.
Alle voci soliste si affianca un coro di voci femminili (soprani e contralti, alcuni provenienti dalla Scuola di canto di Graziano Polidori) selezionate dal maestro Silvano Pieruccini, il quale, forte degli studi realizzati al Pontificio istituto superiore di Musica Sacra di Roma e della sua lunga esperienza di compositore e di direzione corale, dirigerà l’intera esecuzione, con la partecipazione  degli archi dell’Ensemble Nuove Assonanze, primo violino Alan Freiles, un gruppo di musicisti che Animando si onora di aver fatto conoscere a Lucca.
Al termine dell’evento musicale, i riti del Venerdì Santo riprenderanno, con la tradizionale processione della Via Crucis nelle strade cittadine, per concludersi – intorno alle 21,30 – nella Basilica di S. Frediano, dove l’ultima fase della liturgia sarà accompagnata dagli stessi musicisti con l’aggiunta di un coro a quattro voci, che intoneranno una corale di Bach (dalla Passione secondo Matteo) e brani di Pergolesi.
Ingresso libero grazie ai finanziamenti degli sponsor e della Fondazione Crl.

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