Castellitto al Giglio: “Volevo casa a Lucca”

È stato il giornalista e critico cinematografico Mario Sesti a condurre ieri (8 aprile) l’incontro tra Sergio Castellitto e il pubblico attento e curioso di Lucca Film Festival e Europa Cinema al teatro del Giglio. Sul palco, insieme all’attore, anche Manrico Ferrucci, direttore del teatro, e il neuropsichiatra Pietro Pietrini, presidente della Fondazione Mario Tonino. Fil rouge della conversazione il legame tra il ruolo dell’attore e l’esperienza terapeutica della psicanalisi. Una riflessione partita dalla serie televisiva In Treatment, con il suo format ideato in Israele ed adattato in altri dieci paesi: l’edizione italiana vede Sergio Castellitto nei panni del protagonista ed è stata ritenuta la migliore dall’ideatore originale della serie. Puntate brevi, ambientate tutte in un solo luogo, lo studio dell’analista, che affrontano insieme allo spettatore i percorsi della terapia e le storie delle persone che vi si sottopongono.

“I pazienti che entrano in analisi spesso mentono, ma nelle loro menzogne c’è molta verità ed è compito dell’analista cercarla. Un po’ come fanno gli attori – ha spiegato Castellitto – che rendono verosimile il falso, rendono vera la menzogna. In Treatment è girato con la tecnica del cinema e al tempo stesso ogni puntata ripete un rito sacro, con unità di tempo e di luogo, che è proprio del teatro. La stanza dell’analista – ha spiegato Castellitto – ricorda un confessionale, una sacrestia. In quel luogo esplodono le parole, non le azioni. Ed esplodono i silenzi. Ho definito il copione di In Treatment una partitura per parole e silenzi. Il silenzio è il tempo di attesa di una risposta, e quel tempo ne modifica il significato, il peso, la grammatura. Questo accade tra analista e paziente, accade quando si recita, perché accade con sconvolgente potenza nell’esperienza di vita di ogni giorno”.
La conversazione al Giglio è stata intervallata da filmati-omaggio alla lunga carriera di Castellitto, che hanno offerto all’attore spunti di battute e ricordi: e così una scena sul set di La Famiglia con Vittorio Gassman è stata occasione per parlare della depressione, malattia con la quale l’attore ha convissuto. Pietro Pietrini ha precisato: “La depressione è una malattia che annulla la volontà. È questo il suo tratto distintivo, come lo starnuto lo è del raffreddore. Non serve incoraggiare il paziente depresso a reagire perché non può farlo da solo, altrimenti non sarebbe depresso. A volte da me arrivano persone accompagnate dai famigliari che scuotono la testa ed elencano tutte le fortune che la vita ha riservato alla persona malata, per sottolineare l’inconsistenza delle motivazioni che stanno alla base della depressione. Mi dicono ‘guardi, è bello, ha una moglie che lo adora, due figli splendidi, un lavoro di successo, ha appena comprato la casa nuova, eppure sta male’ e io rispondo ‘se avesse avuto la polmonite mi avrebbe elencato questi aspetti?’ perché il grande nemico della depressione è prima di tutto la mancata diagnosi. In Italia ci sono 4 milioni di depressi e un terzo non arriva nemmeno ad essere visitato”.
Manrico Ferrucci, osservando gli spezzoni di film che avanti e indietro nel tempo, hanno riproposto un florilegio delle interpretazioni di Castellitto, ha voluto sottolinearne le qualità: “Abbiamo con noi stasera un attore che sa recitare con una fisicità mai aggressiva, se non quando ricercata espressamente, con una fisicità che è voce: a Castellitto basta un abbassamento di tono per creare una situazione differente”. Non è mancato, nel corso della conversazione, un riferimento a Lucca: “Qualche anno fa io e Margaret – ha rivelato Castellitto riferendosi alla moglie, la scrittrice Mazzantini – cercavamo una casa in questa città. Ci avevano affascinati la qualità della vita, la cultura, il cibo, e questa aria di Puccini che voi lucchesi respirate ogni giorno”.
E Puccini è stato protagonista del cortometraggio di Simone Rabassini Il sogno d’oro, presentato e proiettato a chiusura dell’incontro. Attori del lavoro, voluto dall’associazione Il sorriso di Stefano, sono persone affette da patologie psichiatriche.

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