Del Grande è tornato: “Detenzione illegale”
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E’ atterrato intorno alle 10,30 all’aeroporto di Bologna Gabriele Del Grande, il giornalista italiano detenuto in Turchia, al confine con la Siria, per circa venti giorno e liberato stanotte (Leggi). Una folla di giornalisti, amici e familiari lo hanno atteso allo scalo bolognese dove era anche il ministro degli esteri Angelino Alfano: “Sto bene – sono state le sue prime parole – Per me la parte più difficile è stata la privazione della libertà. Sono stato vittima di una violenza istituzionale e di una detenzione che considero illegale e mi muoverò in questo senso con i legali per denunciare la cosa. Ringrazio la società civile, la mia famiglia, la stampa, chi si è mosso anche fra le istituzioni turche. Oggi fortunatamente sono libero e sono tornato a casa ma mando un pensiero caro a tutti i detenuti e ai giornalisti che sono in condizioni anche peggiori della mia in Turchia e in altri paesi del mondo. Tengo comunque a precisare che non mi è stato torto un capello e non mi è stato fatto nessun tipo di violenza da quelli che erano agenti in borghese, non son riuscito a capire se poliziotti o militari. Della liberazione sono venuto a sapere, comunque, soltanto stanotte”.
“Cosa ho visto ai confini della Turchia? – spiega ai tanti intervenuti – Lo leggerete nel libro. Sto lavorando a un libro e non a un documentario. Non so perché sono stato fermato e non mi è stato dato nessun provvedimento. Cercheremo di capirlo nei prossimi giorni”.
“Ora vado a mangiare – dice prima di congedarsi – Dopo qualche giorno di sciopero della fame ho qualche chilo da recuperare”.
Soddisfatto dell’operazione compiuta dalla diplomazia il ministro Angelino Alfano: “Il nostro obiettivo – dice il ministro degli esteri – era fare ritornare in Italia Gabriele e la missione è compiuta. Ringrazio il collega della Turchia, con cui sono stati sempre in contattom e il governo turco. Anche nei momenti di massima tensione non abbiamo mai perso il dialogo con il governo turco: loro ci hanno segnalato che dovevano fare degli accertamenti e li hanno fatti. E’ andato tutto secondo le loro procedure. Sono felice, è la migliore vigilia possibile della festa della liberazione. Ringrazio la rete diplomatica e consolare e tutti coloro che ci sono stati d’aiuto in questa situazione. Se è stato pagato un riscatto? E’ un’ipotesi semplicemente folle”.
All’aeroporto anche la compagna Alexandra D’Onofrio: “In questo periodo – spiega – l’ho sentito tre volte, quelle in cui gli è stato concesso di telefonare. In questo periodo ho sentito la sua mancanza e la necessità di fare qualcosa. In Italia sono arrivata ieri dopo una serie di scali fra Creta, Atene e Roma. Sarà stato sesto senso o qualcosa, evidentemente avevo capito che qualcosa stava per succedere e che dovevo essere qui”.
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