In 8mila prendono ‘Il Volo’ al Summer Festival foto

Si arricchisce di un nuovo successo il tour Notte magica – Tributo ai tre tenori: Il Volo, al cospetto del Lucca Summer Festival, sprigiona empatia con il pubblico fin dalla prima nota, invadendo piazza Napoleone con i capolavori della lirica mondiale e non soltanto. Ad aprire sono quasi dieci minuti di musica magistralmente suonata dall’orchestra filarmonia veneta, diretta dal maestro Diego Basso, ma ad impossessarsi del palcoscenico sono immediatamente i tre ragazzi prodigio, Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, che sulle note pucciniane del Nessun dorma fanno il loro ingresso in piazza e nei cuori di una platea intergenerazionale, non tardando a conquistare applausi assordanti e una standing ovation.

“La Toscana ci ha sempre regalato emozioni -dice Ginoble in apertura- soprattutto dopo la vittoria di Sanremo 2015. Stasera vogliamo farvi vivere vere emozioni attraverso il repertorio della più bella musica lirica italiana”. “Difficile farlo- lo interrompe Piero- a 100 metri dalla casa natale di Giacomo Puccini, ma ci proveremo”.
Già disco di platino, il lavoro dei tre giovani tenori, che ha visto la partecipazione straordinaria di Placido Domingo, giunge a contatto con la creatura di D’Alessandro dopo una ventina di date sparse per l’Europa, da Roma a Londra, dall’Arena di Verona alla Crocus Hall di Mosca.
Il risultato, ovunque, resta il medesimo: i brani selezionati, in passato già eseguiti da Carreras, Pavarotti e Domingo, miscelati ad un’interpretazione passionale e coinvolgente, fanno sì che il pubblico accorra in massa, mostrandosi coinvolto in prima persona. In piazza Napoleone, infatti, si contano almeno 8mila persone, questa sera (21 luglio).
Inevitabili i tributi a Giacomo Puccini: oltre al Nessun dorma dalla Turandot, ecco anche E lucevan le stelle da Tosca, interpretato dalla voce potente di Piero Barone, e ancora Manon Lescaut. Esecuzioni brillanti che, nella città che ha dato i natali al maestro, assumono maggior significato e distribuiscono emotività.
Emozioni, appunto: è la parola chiave per descrivere un concerto che si muove ondeggiando lungo i binari dei grandi classici scelti dai tre tenori, assecondando tuttavia la personale e spesso innovativa rivisitazione del Volo. Così, il pubblico viene trasportato nelle atmosfere rarefatte di Granada, introdotto nell’universo di West side story con Maria ed invitato a muoversi e a partecipare con O sole mio, Torna a Surriento e con La Traviata di Verdi.
L’intento del trio lirico pop oggi più famoso al mondo (dato di per sé inoppugnabile, constatata soprattutto l’unicità della proposta), resta quello dichiarato da tempo: portare la grande musica lirica fuori dai tradizionali teatri, per farla conoscere nelle piazze, per farla arrivare ad un maggior numero di fruitori. Nessuna pretesa di paragonarsi ai più celebri predecessori, certo, anche se Domingo ha duettato con loro in ben 8 brani del disco, intitolato così (come il tour) in onore alla notte di Firenze, in piazza Santa Croce, nel luglio scorso.
L’unicità delle voci si amalgama alla simpatia sprigionata durante tutta la serata con l’intento di accompagnare per mano il pubblico in un tour emozionale alla scoperta dell’elite del repertorio napoletano, italiano, spagnolo e americano, ma non solo. A queste arie si alternano, infatti, brani tratti da famosi musical e brani originali.
Il risultato è tutto racchiuso in una serata che sa di unico e diverso (insieme, forse, a quella che ha visto protagonista Ennio Morricone) rispetto al target generale del Festival. Una risposta netta, peraltro, a chi da anni continua ad alludere a Il Volo come ad una sorta di fenomeno passeggero destinato ad imboccare una parabola discendente. Nulla di più falso, almeno oggi. Anzi, il tour di quest’anno rappresenta, semmai, l’apice della carriera dei tre italiani. Finale emozionante con Grande amore: tutto il pubblico si è alzato in piedi a cantare.
Non si registrano, a margine, problemi di sorta sul versante dell’ordine pubblico: la macchina – per quanto il concerto non fosse tra i più “a rischio” – sembra essere stata oliata alla perfezione.

Jasmine Cinquini

Foto di Andrea Simi

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