Francese il 95% di Carismi, Piacentini: ecco la nuova banca

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Un salvataggio che, se fosse in un romanzo, potrebbe essere definito rocambolesco. Ma qui, di eroi, non ce ne sono: c’è solo l’algebra che trasforma i numeri della finanza in soldi, molti interessi in ballo e il lavoro febbrile degli ultimi mesi della dirigenza di Carismi. Ora che la storia volge all’epilogo positivo, i protagonisti cominciano a raccontare la vicenda ma soprattutto come cambierà Carismi nei prossimi mesi e cosa si devono aspettare risparmiatori, imprenditori e in genere operatori economici dall’ingresso della francese Crèdit Agricole Cariparma nell’azionariato della Cassa di Risparmio di San Miniato. Silvano Piacentini, il direttore generale di Carismi che ha vissuto tutta la vicenda, dalle fibrillazioni per un bilancio chiuso in perdita, figlio anche di gestioni precedenti, fino all’interessamento e alle sottoscrizioni di interesse da parte di Crèdit Agricole Cariparma, parla di come sarà la nuova banca.

Piacentini racconta quali sono i prossimi passi, gli ultimi atti da compiere prima di arrivare alla firma dei documenti entro il 29 dicembre per essere pronti dal prossimo 2 gennaio alla riapertura degli sportelli al rilancio della Cassa nel suo nuovo assetto che la porterà a far parte di una della banche più importati e solide che operano in Italia. Crédit Agricole Cariparma salirà al 95,3% del capitale di Carismi.
Cosa manca per chiudere con i Francesi? Cosa c’è da fare ancora prima di poter dire definitivamente conclusa l’operazione?
“Tre cose: adesso dobbiamo procedere per step. La prima è concludere l’operazione di cartolarizzazione di crediti deteriorati: la parte più grossa destinata al fondo Atlante e una quota più piccola ad Agebris, due soggetti specializzati nella gestione di crediti deteriorati dove finiranno i circa 700 milioni di euro di Npl della banca. Una piccola quota rimarrà nella banca: 70 milioni di euro. Ma alla fine Carismi sarà una banca ripulita e sana. Un’operazione sul modello di quella già fatta da altre banche finite nei vortici finanziari della crisi che ha portato gli istituti di credito a dover gestire troppi crediti deteriorati. Questo è il primo passaggio che rimetterà in equilibrio i numeri della banca”.
Ma questo non può avere effetti negativi sui debitori presso i quali vantate crediti deteriorati? O meglio, quale sarà l’effetto sul tessuto economico locale della cartolarizzazione?
“Buona parte dei nostri crediti deteriorati sono toscani, ma non credo che l’impatto sugli operatori economici sarà negativo, anzi penso che Atlante e Agebris procederanno ad una gestione molto professionale. Quindi non intravedo effetti particolari”.
Quali sono gli altri passaggi che dovrete affrontare nei prossimi mesi?
“Il secondo passaggio che serve prima di arrivare alla ratifica dell’ingresso di Crèdit Agricole Cariparma in Carismi è la gestione degli esuberi. La firma dell’accordo con i sindacati (una gestione che forse anche grazie alla mediazione del direttore generale Piacentini, ha permesso di mantenere le linee del piano industriale che era già stato tracciato da Carismi, ndr) è avvenutalo scorso 20 novembre: si parla di 147 dipendenti che saranno accompagnati all’uscita dal mondo del lavoro con un accordo che alla fine non lascerà a piedi nessuno, tra ammortizzatori e prepensionamenti su base volontaria. Un’operazione che permetterà un alleggerimento del costo del personale per la banca e la salvaguardia del reddito per i lavoratori che andranno in pensione anticipatamente”. (Ultima condizione da soddisfare prima del 29 dicembre è il rispetto dei parametri gestionali della banca, ma su questo passaggio sembra che non ci siano problemi particolari. Tre passaggi necessari per avere il via libera dell’operazione dalla Bce ndr).
Sulla questione della chiusura degli sportelli?
“Noi avevamo previsto di chiuderne 25: 8 sono già stati chiusi, ne rimangono 17, ovviamente si tratta di chiusure che comporteranno una riorganizzazione del personale, non una perdita di posti di lavoro. É chiaro che, entrando in un gruppo più grande, alcune cose cambieranno: si dovrà rimodulare la nostra attività. Questo ad esempio potrebbe avere un effetto sulla riorganizzazione della direzione generale di San Miniato ma anche sugli sportelli. Sicuramente sarà una bella sfida entrare a far parte di una banca più grande e più solida e sarà una crescita professionale per tutti”.
Il marchio Carismi che fine farà?
“Penso che il marchio Carismi, in qualche modo, continuerà a vivere: soprattutto sul territorio di San Miniato. Poi, che alcuni sportelli nostri, magari su zone periferiche, adottino il marchio Crèdit Agricole Cariparma SpA potrebbe accadere. Ma mi sembra che fino a ora, anche nella altre operazioni che Crèdit Agricole CariParma ha chiuso con altre banche, nelle zone strategiche il marchio lo ha mantenuto”.
E i risparmiatori, operatori economici, in genere gli stakeholder cosa si devono aspettare dall’arrivo dei Francesi?
“Credo che adesso possono veramente essere tranquilli. Crèdit Agricole Cariparma SpA ha un rating e un livello di patrimonio al vertice nel mercato nazionale ed internazionale”.
A San Miniato cosa rimarrà? Uno dei timori più grandi per il mondo delle istituzioni è quello di perdere i referenti sul territorio, le persone della banca con cui hanno sempre parlato fino ad oggi.
“Penso che a San Miniato rimarrà un’autonomia importante”.
E i rapporti con la Fondazione quali saranno, visto che la quota di partecipazione nel nuovo assetto è fortemente ridimensionata?
“Non dovrebbe chiederlo a me, ma penso che la Fondazione continuerà a fare quello che ha sempre fatto. Anche nelle altre banche dove è entrata Crèdit Agricole Cariparma, le Fondazioni sono rimaste e stanno svolgendo il loro ruolo”.
Quindi a questo punto manca solo il via libera della Banca Centrale Europea prima del closing previsto entro il 29 dicembre. Lei, nel ruolo di direttore generale, ha vissuto tutta vicenda, dai momenti più difficili quando le sorti della Cassa di San Miniato sembravano essere incerte, fino all’arrivo dell’offerta dei francesi quale è il suo stato d’animo oggi? Quali sono le sue impressioni?
“Sono molto soddisfatto per come sono andate la cose, non è stato facile; sono stati due anni impegnativi, ma alla fine siamo riusciti ad assolvere a quelli che erano i nostri obiettivi, tutelare la banca, gli interessi dei clienti, del territorio e dei lavoratori portando Carismi in una nuova compagine bancaria forte che sicuramente aprirà nuovi orizzonti per il sistema economico toscano. Crèdit Agricole Cariparma ha dimostrato negli anni grande sensibilità nella gestione delle società partecipate”.

Gabriele Mori

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