Suolo pubblico, sì a nuovo regolamento verso aumento tariffe

Il consiglio comunale si è infiammato, e c’era da aspettarselo, al momento del dibattito sul nuovo regolamento per le tariffe per il suolo pubblico (Cosap). Dopo l’annuncio dell’aumento da parte dell’assessora Valentina Mercanti arriva all’assise comunale la prima parte della delibera, quella del regolamento che è prodromico all’approvazione delle nuove tariffe.

Ad illustrare le novità è proprio l’assessore alle attività produttive. “Per prima cosa – dice – abbiamo aumentato le aree che necessitano di una apposita approvazione con delibera di giunta per l’occupazione di suolo pubblico. Fra queste aree abbiamo aggiunto anche via Fillungo, che pensiamo che debba essere dedicata come via dello shopping e per questo è stata inserita in zona A+. E’ stata modificata anche la determinazione delle tariffe nel senso che, in caso di mancata decisione della giunta, le tariffe aumentano automaticamente in base all’indice Istat. Questo significa che i prezzi si aggiorneranno di anno in anno, evitando così che, come è stato in questi anni, le stesse non mutino per lungo tempo. L’ultima modifica, infatti, risale al 2010 e la città nel frattempo è cambiata. Basta guardare il numero di eventi che sono organizzati in città”. “L’altra novità – prosegue Mercato è la facoltà della giunta di differenziare le tariffe a seconda delle tipologie di occupazione. In particolare viene fatta una distinzione fra dentro e fuori le mura, laddove la tariffa finale emerge dalla moltiplicazione della quota per un coefficiente ad hoc. I prezzi – annuncia Mercanti – non saranno modificati fuori dal centro storico, inoltre sarà prevista una rateizzazione fino a sei rate invece che a tre”.
Mercanti non si sottrae, anche se in discussione non è la nuova tabella dei prezzi, che verrà adottata con delibera di giunta, neanche alla spiegazioe della scelte: “Si parte cenrtamente – spiega – da una riflessione legata al bilancio e sono state vagliate diverse opzioni, ma la scelta è politica è ben precisa. Le modifiche al regolamento e le tariffe, ancora non approvate, vogliono cercare insieme di porre un freno al proliferare dei tavoli all’esterno dei locali, sopratutto in centro storico. Un limite che si è già pensato con il nuovo regolamento Cosap che prevede che il numero di tavoli sia pari al massimo al doppio di quelli presenti al’interno. Ci sembrava però più corretto vedere se, ritoccando le tariffe, si creava una situazione di disincentivo alla installazione di tavoli e sedie. Un ragionamento che si lega, come già annunciato in commissione, alla moratoria degli esercizi di vicinato e di somministrazione in vigore fino al 31 dicembre. Ho chiesto all’ufficio di lavorare su un allargamento a ristoranti, kebab, gelaterie, pizzerie, tutto quello che riguarda il settore agroalimentare anche per il prossimo anno perché al momento ci sembra che l’offerta qualitativa stia diventando tropo bassa”.
Infine le tariffe: “Nella zona A+, quella di pregio, si passa da 0,41 euro a metro quadro a 0,97 euro a metro quadro; nella zona A da 0,41 a 0,89, nella zona B da 0,28 a 0,56. Un aumento considerevole, senza dubbio, ma che era necessario. C’è anche un dato in controtendenza, però, visto che proporrò lo sconto del 30 per cento dei ponteggi in centro storico, visto che l’edilizia viene da un periodo di sofferenza”.
Dall’opposizione piovono critiche alle proposte dell’assessora Mercanti e della maggioranza. “Le impostazioni – dice Massimiliano Bindocci, portavoce del Movimento Cinque Stelle – dell’assessore presentano diverse criticità e la sensazione è quella di dilettanti allo sbaraglio. E’ evidente, che la cosa impatta fortemente sull’offerta turistica della città. I pubblici esercizi appartengono da tutti i punti di vista, infatti, all’offerta turistica della città, che così si va a penalizzare dal punto di vista della qualità. E’ evidente che qui si lavora per fare cassa, favorendo la logica corporativa del “chi c’è resta”, alterando il mercato immobiliare, il valore dei fondi, creando rendite di posizione. Una scelta, quella dell’amministrazione, corporativa, che ricorda il ventennio, che viene incontro alla categoria datoriale e che non lascia spazio alla concertazione. Se la risposta è ‘lo posso fare’ non capisco perché si facciano i consigli comunali. E questa è la nostra preoccupazione, nel metodo, che è muscolare, nel merito, superficiale e dirompente anche dal punto di vista economico”. Dubbi anche sulla divisione delle zone: “Non si capisce che scelte siano state fatte – spiega Bindocci – Si vedano piazza San Francesco e piazza San Martino, per esempio, che sono zone di pregio ma non sono in categoria A+. Ecco perché proprio in questo senso intendo presentare un emendamento per avviare un ragionamento”.
Duro l’intervento del consigliere di Casapoud, Fabio Barsanti: “L’amministrazione comunale – spiega – conferma la differenza fra gli annunci della concertazione e la cruda realtà. E’ successo nel caso del mercato, che subisce la scelta scellerata di piazzale Don Baroni, è successo nel posizionamento degli ambulanti per i Comics. Eppure una variazione così pesante non può arrivare dall’alto senza un preavviso che sia congruo. Un ristorante che va a pagare da 3500 euro a 7000 improvvisamente o, in zona A+, da 4500 a 10000 senza tempo per fare un business plan come fa a fare i suoi calcoli se gli si aumenta la tariffa così pesantemente? Avete la fortuna che i commercianti lucchesi sono lucchesi. In un’altra città meno democristiana e bigotta, ma viva, avreste visto le barricate. Io vi avrei fatto saltare i Comics, recando un danno alla manifestazione, ma avrei fatto vedere l’opposizione a questo provvedimento. Invece la nostra è la città degli accomodamenti in cui si ha paura di portare avanti delle battaglie. Anche secondo me, poi, ci sono delle criticità sulla base delle aree. Ci sono zone sviluppate e zone meno sviluppate. O non si conosce la città o si fa una cosa a casaccio oppure si cerca di aiutare qualcuno in base a cose già viste, con trattamenti differenti a seconda dei protagonisti. Ma il punto focale della vicenda è la mancata partecipazione e concertazione. Il motivo vero, comunque, è stato spiegato, ed è quella di fare cassa”.
Nicola Buchignani di Fratelli d’Italia evidenzia alcune contraddizioni: “Da una parte – spiega – si dice che occorre diminuire gli spazi pubblici occupati, dall’altra che si deve fare cassa. Trovo che questa sia una non risposta verso un turismo che invece sta fortunatamente riempiendo, per diversi mesi, la nostra città. I turisti vengono ma vogliono anche gli spazi pubblici, prendersi un caffè nelle vie e nelle piazze, possibilmente fuori a un tavolino. Girando un po’ per l’Italia e per l’Europa vedo tante città come Luccam piene di ombrelloni tavoli e sedie che fanno colore. Servono 700mila euro, si dice. Ebbene, si potrebbe intervenire alla caserma Lorenzini, si potrebbe spostare il parcheggio multipiano all’ex manifattura altrove, per aumentare le entrate del Comune. Trovo invece una cosa molto positiva la diminunzione del 30 per cento della spesa per l’installazione dei ponteggi per rilanciare l’edilizia e la manutenzione delle edifici del centro”.
Sostengono la scelta della maggioranza i consiglieri Silvia Del Greco (Pd) e Chiara Martini, presidente della commissione bilancio, che introduce, per poi ritirare, un emendamento tecnico sul testo della delibera. Bianucci (Sinistra con Tambellini) parla di “provvedimento equilibrato, seppur dalle caratteristiche impopolari. E comunque un adeguamento tariffario, dopo sette anni, è anche plausibile”. Il collega di gruppo, Pilade Ciardetti, sottolinea come i maggiori introiti della tassa sono una sorta di risarcimento per la totalità della popolazione per il disagio parziale patito per l’organizzazione dei grandi eventi. Torrini (SiAmo Lucca) sottolinea la pericolosità di un aumento della tassazione in un periodo di crisi pur condividendo la necessità di un maggiore decoro nell’utilizzo del suolo pubblico.
Per Martinelli (FI) l’esigenza di questo provvedimento è legato alla necessità di fare cassa e ad aumentare il personale del Comune, in particolare lo staff del sindaco. Poi torna sulla concertazione “E’ impensabile – dice – che un provvedimento che va ad incidere pesantemente sull’economia locale e che avrà ripercussioni negative anche sui posti di lavoro dei giovani lucchesi sia deciso unilateralmente senza possibilità di confronto. Che la concertazione non sia prevista non vuol dire che non si può fare. Tambellini pubblicamente ha sempre annunciato di essere un sindaco aperto al dialogo, ma ha dimostrato ancora una volta che alle belle intenzioni non seguono fatti concreti”. “E’ agghiacciante soprattutto – conclude Martinelli – in un momento di grave difficoltà economica generale che l’amministrazione comunale continui solo a tassare e fare cassa sulla pelle di chi lavora senza peraltro fornire adeguati servizi. Se non viene invertita la rotta questo modus operandi, è di tutta evidenza che oggi questo scellerato provvedimento va a colpire gli esercenti del centro storico, domani altre imposizioni potrebbero toccare ulteriori zone e categorie di cittadini con un unico costante denominatore: più tasse per tutti”.
Gianni Giannini, del Partito Democratico, definisce l’occupazione di suolo pubblico una scelta: “Pagare di più è sempre brutto – dice – ma erano dieci anni che le tariffe non cambiavano laddove il turismo è cresciuto a dismisura”.
Lungo e appassionato l’intervento in replica dell’assessore Valentina Mercanti: “Quella dell’amministrazione – dice – è stata una scelta politica precisa, proprio per dimostrare che non si vuole fare cassa. Se si fosse voluto fare cassa, infatti, avremmo toccato situazioni obbligatorie. Non è un obbligo, infatti, avere il suolo pubblico: se uno non ce la fa può avere meno metri, è una scelta libera dell’operatore. All’amministrazione, invece, interessa ridurre le metrature e il consumo di suolo. E’ un tentativo che facciamo anche in questo senso”.
“Una cosa che mi turba dal dibattito – prosegue Mercanti – è che in tutti i ragionamenti che sono stati fatti Lucca viene considerata come una merce da vendere. Per me ristoranti e bar sono prima di tutto il biglietto da visita per dimostrare la qualità dell’offerta per prima cosa ai lucchesi”. “Sulla questione della zonizzazione – dice l’assessore – sono d’accordo con il consigliere Bindocci e ho chiesto di trasformare il suo emendamento in ordine del giorno, su cui diamo parere favorevole. Non accetto, però, insinuazioni su una disparità di trattamento per la presenza fra gli esercenti di parenti e amici. Piazza S.Martino, ad esempio, non rientra nella zona A+ perché non interessata da una quantità grande di eventi. Non abbiamo, comunque, fatto un’unica zona A perché prima di fare la zonizzazione unica volevamo rivedere il piano dei mercati per redistribuirli in tutta la città”.
Mercanti risponde anche sul tema della mancata concertazione: “La Cosap – spiega – è un atto collegato a bilancio, che è l’atto politico dell’amministrazione e questa amministrazione rivendica di fare delle scelte. Non c’è concertazione sul bilancio, non c’è mai stata, non l’ha mai fatta nessuno. Se concertazione vuol dire fare quello che chiedono le associazioni di categoria non ci sto. Io ascolto tutti ma non sono a disposizione di nessuno. La scelta deve essere del consiglio comunale, prima che della giunta. Non accetto che le scelte vengano fatte altrove rispetto a questa sede”.
Bindocci (M5S) ribadisce la necessità di quella concertazione che è mancata nell’adozione della delibera ma, sulla questione della necessità di una nuova zonizzazione, accetta di trasformare l’emendamento in un ordine del giorno per avviare una nuova discussione prima in commissione e poi in Consiglio. E l’ordine del giorno alla fine otterrà 22 voti favorevoli e l’approvazione.
Esce dall’aula, al momento del voto, Samuele Cosentino, ristoratore e consigliere comunale di SiAmo Lucca. Non vuole, con questa scelta, mescolare la sua posizione di imprenditore con quella di consigliere comunale, pur criticando la scelta dell’amministrazione: “Questa decisione – dice – impatta molto sulla nostra attività. Da un giorno all’altro ci troviamo, infatti, a pagare l’ennesimo balzello dopo la tassa sui rifiuti e quella sulle insegne. Una scelta univoca, senza confronto con le categorie e con i membri della commissione, visto che la modifica è arrivata blindata e non c’è stato modo di dare alcun contributo. Abbiamo ascoltato e abbiamo votato e basta”. “Alla base di scelte così importanti – conclude Cosentino – e di importi così elevati non può mancare il dialogo con gli organi preposti. Sono contrario, dunque, ma per evitare che il mio voto sia strumentalizzato mi astengo”. Voto contrario anche da Forza Italia e da SiAmo Lucca: “Preferiamo non tartassare ulteriormente i nostri concittadini”, chiosa il consigliere Torrini.
Alla fine il nuovo regolamento viene approvato con 18 voti favorevoli, otto voti contrari, un non voto (Borselli, Lucca in Movimento, che poi modifica in voto contrario) e l’uscita dall’aula di Cosentino.

Enrico Pace

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