Salta il Consiglio chiesto da opposizione: “Basta passerelle”

Dura meno di 45 minuti il consiglio comunale straordinario, richiesto dai gruppi di opposizione sulla moratoria dello stop alle licenze per nuovi ristoranti e paninoteche in centro a cui sta lavorando l’amministrazione e in particolare l’assessore al commercio Valentina Mercanti. Una discussione, che era stata approfondita già il 7 novembre scorso con l’approvazione del regolamento del suolo pubblico e delle relative nuove tariffe della Cosap, riproposta tuttavia questa sera da una convocazione firmata dai capigruppo delle minoranze, con in testa Massimiliano Bindocci del Movimento Cinque Stelle. Ma stavolta la maggioranza, finora ’accomodante’ nell’accogliere le richieste di discussione in aula dell’opposizione, ha tirato il freno, facendo mancare il numero legale abbandonando l’aula. Questo dopo che l’aula si trovava comunque riunita da circa un’ora e mezzo: nella prima fase erano state proposte raccomandazione ed era stata data risposta ad alcune interrogazioni. Dopo due comunicazioni della giunta relative a questioni di bilancio, la seduta si è interrotta sul tema della moratoria, proposto dalle opposizioni.

A dare il la era stata la stessa assessore Mercanti rispondendo in apertura alle sollecitazioni di Bindocci che invitava la maggioranza a “fare chiarezza sui progetti per commercio e turismo a Lucca e in particolare in centro storico”, tornando anche sulle questioni del suolo pubblico e della Cosap. “Pensavo di aver chiarito il 7 novembre le linee guida della nostra azione, però non sono Wonder Woman e in un mese non posso produrre la rivoluzione del commercio in città. Ci sono tempi burocratici che vanno rispettati, forse sarebbe bastato contattarmi per avere gli aggiornamenti del caso”. A questo punto però è Renato Bonturi, capogruppo del Pd che annuncia la mossa della maggioranza: “D’ora in poi parteciperemo soltanto ai consigli comunali che riterremo veramente utili”. La maggioranza a quel punto è uscita dall’aula facendo mancare il numero legale. E il consiglio straordinario è saltato.
“I gruppi di opposizione – hanno osservato i capigruppo Renato Bonturi (Pd), Claudio Cantini (Lucca Civica) e Daniele Bianucci (Sinistra con Tambellini – stanno facendo ricorso allo strumento del Consiglio comunale straordinario, in maniera senza dubbio non consona a quella che è la finalità di questo strumento: tre sono i consigli comunali straordinari già effettuati in sei mesi di consiliatura (uno sulla sicurezza, uno sulla Rsa di Monte San Quirico e uno sulla moratoria per le nuove attività di somministrazione in Centro storico) e uno quello richiesto (su Gesam e la gara del gas). Come maggioranza riteniamo che il Consiglio comunale sia l’organo sovrano di governo della città, il luogo dove si assumono le decisioni importanti per la collettività e il territorio in un confronto dialettico fra gruppi di consiglieri eletti direttamente dai cittadini. Riteniamo – aggiungono – che questo luogo, che rappresenta la forma più alta di partecipazione democratica alla vita pubblica locale, debba restare ciò che è ed è sempre stato e che non debba invece essere trasformato, come le opposizioni tentano di fare, in una sorta di passerella politica per la ricerca della visibilità a tutti i costi. Tutti i consiglieri comunali, quelli di maggioranza e quelli di opposizione, hanno infatti non solo il diritto, ma anche il dovere di assumere tutte le informazioni utili all’espletamento della loro funzione, e per fare questo possono accedere a ogni documento che riguarda la vita amministrativa del Comune, per conoscere i temi, approfondire gli argomenti, in modo da dare il proprio contributo in maniera costruttiva, ognuno secondo il proprio ruolo. Il Consiglio comunale straordinario sulle moratorie, che si è svolto stasera, è emblematico: è stato chiesto con ’uno scarabocchio’, due righe scritte in fretta e furia dal consigliere Bindocci, quindi senza alcun ordine del giorno o documento dal quale si capisca perché si chiede la riunione dell’assise su un tema di cui si è discusso in questa assemblea solo lo scorso 7 novembre. Ogni riunione del Consiglio comunale costa alla collettività, in media, oltre 2mila euro, fra gettoni di presenza dei consiglieri, straordinari pagati ai dipendenti del Comune che prestano servizio e utenze (luce, riscaldamento): poco male, questo è infondo il costo della democrazia rappresentativa. Noi riteniamo però che questo costo debba avere una sua giustificazione e, proprio per il rispetto che abbiamo nei confronti dell’assemblea cittadina e dei cittadini stessi, ci dissociamo da questo modo di agire. E dichiariamo che, d’ora in avanti, a fronte di ennesimi Consigli straordinari richiesti dall’opposizione, valuteremo di volta in volta l’opportunità di garantire il numero legale a Palazzo Santini: e questo a seconda della modalità con cui essi verranno richiesti e motivati, dall’effettivo grado di istruzione ed approfondimento della pratica proposta, dalla reale straordinarietà e urgenza dell’argomento da trattare”.
Qualche minuto più tardi, su Facebook, anche la consigliera comunale Pd Silvia Del Greco, rincara la dose: “Un consiglio comunale costa ai cittadini qualche migliaia di euro, è stata presentata una ridicola richiesta di consiglio comunale  straordinario (scritta su un foglio rigorosamente a mano) su un tema già discusso il 7 novembre proprio in questa aula. Caccia al gettone?  Campagna elettorale agli albori? Una vergogna – chiosa -. Con orgoglio la maggioranza si è alzata, facendo venir meno il numero legale”.
Il tono di scontro nell’aria tra maggioranza e opposizione si respirava fin dall’inizio della discussione, quando ha preso la parola il consigliere comunale Massimiliano Bindocci che ha rilanciato:  “La nostra intenzione era quella di chiarire e capire meglio il progetto di moratoria e di una Lucca accogliente e turistica in vista del nuovo piano delle funzioni – ha spiegato in apertura -: secondo noi da un lato c’è da valorizzare la qualità, privilegiando la cucina lucchese; però è necessario anche far rispettare le regole, che spesso vengono eluse. Ci sono dei regolamenti comunali sulla somministrazione che vanno rispettati. Non può esserci soltanto uno stop alle licenze o un aumento della Cosap. Aumento che secondo noi può essere rivisto e rimodulato, diluendo magari i rincari a tutto il centro storico in modo che paghino tutti un poco di più senza penalizzare alcune attività rispetto ad altre”.
Secca la replica dell’amministrazione. “Se sapete di abusi e di situazioni non in regola, denunciatele, proprio nel vostro ruolo di consiglieri comunali”, ha ribattuto l’assessore al commercio Valentina Mercanti: “Ho già spiegato che da questo inizio d’anno sarebbero stati potenziati i controlli sul rispetto delle regole della somministrazione – ha aggiunto -: se ciascuno di voi è a conoscenza di illeciti, denunciatele. Altrimenti alludere e basta sono chiacchiere da bar. Il 7 novembre scorso abbiamo fatto un consiglio comunale sugli stessi argomenti di oggi: sono a disposizione a spiegare le intenzioni dell’amministrazione. Durante quel consiglio comunale avevo dato parere favorevole a riunire il centro storico in un’unica zona ai fini della Cosap, specificando che ciò sarebbe avvenuto quando sarà approvato il nuovo piano delle funzioni e a completamento delle riqualificazioni previste in alcune zone del centro storico”. “Stiamo lavorando al blocco delle licenze – ha detto l’assessore -: non è una pratica facile, puntiamo allo stop per altri tre anni ma ci sono dei tempi burocratici da rispettare anche per quanto riguarda la riorganizzazione dei mercanti. Non sono, mi spiace, Wonder Woman. Quanto alla Cosap siamo consapevoli che c’è stato un aumento consistente ma è stato voluto proprio per favorire la qualità. Il nuovo regolamento che pone precisi limiti anche alla metratura per l’utilizzo del suolo pubblico da parte dei locali è entrato in vigore lo scorso 1 gennaio: d’ora in poi il suolo pubblico non può essere più del doppio della metratura interna del locale”.
Lo stop alle licenze, ha spiegato nuovamente l’assessore, è dettato da diverse motivazioni, non solo riguardanti il commercio e le sue dinamiche: “L’apertura di nuovi esercizi di somministrazione alimentare – osserva l’assessore – stavano influenzando anche il mercato immobiliare. Con questi provvedimenti cerchiamo di programmare e salvaguardare la lucchesità e la nostra storicità”. “Sono disponibile a condividere le iniziative che intendiamo assumere su questi temi in tutte le sedi opportune, ma un consiglio sul tema della moratoria a circa un mese dal precedente non mi consente di aggiungere alcuna novità a quanto già affrontato”. Ed è su questo punto che si è aggiunto Renato Bonturi, capogruppo del Pd, andato all’attacco dell’opposizione: “Questa convocazione di consiglio comunale non ha particolari ragioni e giustificazioni straordinarie e lo dimostra la vaghezza della convocazione stessa”. A quel punto la maggioranza ha lasciato l’aula, facendo mancare il numero legale.
A non gradire la mossa della maggioranza il leader dell’opposizione, Remo Santini, capogruppo di SiAmo Lucca, che a stretto giro commenta su Facebook: “La maggioranza di centrosinistra ha abbandonato l’aula per vietare la discussione sulla stangata della tassa suolo pubblico chiesta dalle opposizioni – afferma -. Un atto gravissimo, un bavaglio alla democratica discussione sulla giunta delle tasse guidata da Tambellini. Però la seduta sul pericolo fascismo l’hanno voluta”. “L’arroganza del centro sinistra ha superato il segno – incalzano i gruppi consiliari di opposizione -. Facendo mancare il numero legale al consiglio comunale convocato su richiesta delle opposizioni in merito alla stangata della Cosap (tassa di occupazione del suolo pubblico)  e sulla moratoria dei pubblici esercizi, si è censurato il ruolo delle minoranze, impegnate in questi mesi a far discutere l’assemblea di Palazzo Santini anche su questioni che interessano direttamente la cittadinanza, e non solo sui burocratici adempimenti previsti dall’attività amministrativa”.
Va alla carica anche Serena Borselli, consigliera comunale di Lucca in Movimento: “Leggendo con tristezza assoluta le parole della maggioranza, tengo a precisare che il consiglio in oggetto non era solo sulla Cosap e moratoria su nostra richiesta ma aveva altri ordini del giorno relativi al bilancio richiesti dalla giunta Tambellini. Il nostro era messo al quinto posto  dell’ordine del giorno, ed abbiamo passato oltre un’ora e mezza di consiglio per avere risposte finalmente date dopo mesi alle nostre interrogazioni. Detto ciò, non accetto che si dica che chiediamo consigli comunali senza sostanza e a detta loro per prendere il gettone non ci sto. Ritengo inoltre che il consiglio straordinario sulla sicurezza, vista la crescita di furti e la poca sicurezza per i cittadini, non avremmo dovuto esser noi a convocarlo ma la stessa maggioranza. In questo modo vorrebbero ulteriormente tapparci la bocca e farci passare male agli occhi dei cittadini”.

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