Condannati al silenzio, in rivolta i locali della movida

Condannati al “silenzio”. I locali lucchesi non ci stanno. Dicono no alle nuove limitazioni alla musica dal vivo introdotte dal regolamento regionale contro l’inquinamento acustico che riduce a soltanto 10 le deroghe alla musica che potranno essere concesse per zona in un anno ai privati (Leggi le novità nel dettaglio). E mentre le associazioni di categoria dichiarano guerra (L’articolo) e in attesa di un incontro convocato sul tema per il 14 aprile in Prefettura, qualcuno si sta già mobilitando. Come lo storico Caffè del Mercato di Lucca, più conosciuto come Il Peschino, che per questa sera (5 aprile) a partire dalle 20 organizza una singolare forma di protesta. Lucca in silenzio è il titolo dell’iniziativa, chiaramente provocatoria. “Niente musica ma solo le vostre voci”, si legge nell’evento creato su Facebook.

Il locale invita “tutti i musicisti e cantanti, locali e non, con i loro strumenti e le loro voci”, per protestare in silenzio. L’obiettivo, infatti, è quello di “far capire che la musica è importante per una città viva, ma che possiamo stare insieme anche nel silenzio”.
Mobilitato anche il gruppo Vivere Lucca anche di notte, che caldeggia un incontro con il Comune. Le amministrazioni locali, tuttavia, possono farci ben poco, perché il regolamento si applica a livello regionale. Le nuove norme che collocano l’intero centro storico, e gran parte della periferia di Lucca, in fascia III (a media densità abitativa) impongono infatti un massimo di 10 serate in deroga all’anno per i privati, mentre riservano altre 10 serate con le deroghe alla musica a iniziative, eventi e manifestazione pubbliche.

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