Protesta in piazza S. Michele, anche i Cobas in piazza contro il precariato

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Anche i Cobas della provincia di Lucca alla manifestazione di protesta di oggi (12 aprile) in piazza San Michele. Bersaglio della contestazione, il decreto legge sull’ulteriore precarizzazione del lavoro. “Il governo Renzi finora si è caratterizzato come il governo degli annunci tesi a conquistare il consenso personale per il Grande Imbonitore – affermano -. Ogni volta viene fissata una scadenza ‘urgente’, che poi viene continuamente spostata in là. L’unica certezza è la precarizzazione del lavoro: contratti a termine senza motivazione anche per 3 anni per evitare il rischio che i giudici li dichiarassero illegittimi; 8 proroghe per consentire contratti precari anche su posti che sarebbero a tempo indeterminato; nessun obbligo di stabilizzazione degli apprendisti per poterne assumere altri; nessun obbligo di formazione teorica per cui il contratto di apprendistato si palesa per quello che è sempre stato: lavoro sotto pagato senza formazione. Il tutto, dicono, per combattere la disoccupazione”.

“Ma con la precarizzazione i salari reali calano ancora di più, il potere d’acquisto diminuisce, la carenza di domanda aumenta: la precarizzazione alimenta la crisi e la disoccupazione; le misure del governo Renzi sono il problema, non la soluzione. Gli effetti espansivi degli 80 euro in più in busta paga dei lavoratori con redditi più bassi, se ci saranno, saranno ampiamente compensati dal taglio della spesa pubblica per acquisti di beni e servizi e dall’introduzione della Tasi sulla prima casa – proseguono i Cobas -. Ma soprattutto non è possibile puntare alla piena occupazione e al tempo stesso rispettare i vincoli del Patto di Stabilità, il Fiscal Compact e il pareggio di bilancio in Costituzione. Abbiamo bisogno di spesa pubblica in deficit per la piena e stabile occupazione, di investimenti nella scuola, nella sanità, per i beni comuni. Bisogna rinnovare i Ccnl del Pi e della scuola bloccati da 5 anni e scongelare il 2012 e il 2013 per gli scatti di anzianità”. Contestazioni anche nei confronti del Ministro Giannini, con riferimento al recente discorso del ministro al Festival del Volontariato. “La Giannini ha dichiarato di voler premiare il merito e potenziare le scuole private – aggiungono -. Come si misura il merito nella scuola? Con i quiz Invalsi? Già la Carrozza ha mandato i docenti ‘bocciati’ ai quiz a crocette a frequentare corsi di recupero obbligatori. Ma i quiz sono assolutamente inefficaci per misurare l’efficacia dell’insegnamento perché valutano solo l’acquisizione di nozioni e non, per esempio, la capacità di cogliere relazioni tra cause ed effetti, di confrontare tesi diverse, di cogliere i nessi, di contestualizzare: tutti elementi centrali dell’insegnamento nella scuola pubblica. L’obiettivo è adattare la programmazione didattica ai quiz, trasformare la didattica in addestramento ai quiz, il teaching to test degli inglesi e degli americani, che hanno già vissuto tale esperienza con effetti drammatici sulla qualità della scuola. La scuola pubblica addestra ai quiz perché deve preparare al lavoro precario, in cui devi imparare rapidamente cose nuove e sempre diverse, senza doverle collocare in un contesto unitario, senza chiederti perché, come e per chi produci. Mentre la scuola privata va potenziata come scuola d’élite, il che stride ancora di più con la realtà dei diplomifici che vendono diplomi e non istruzione, come ben sanno tutti gli studenti lucchesi. Il 28 marzo scorso Miur, Ministero del lavoro e sindacati hanno firmato l’accordo sui lavoratori delle cooperative che li condanna ancora al precariato, li mette in cassa integrazione – scaricando un’ulteriore quota del lavoro di pulizia sui collaboratori scolastici che si vedono cambiare turni e mansioni al 7 di aprile – e li costringe a corsi di riqualificazione per lavori di piccola manutenzione quando le nostre scuola cadono a pezzi. Il tutto spendendo altri 510 milioni di euro, così lo Stato spende di più e lascia sporche le scuole, mentre se fossero ampliati gli organici – concludono i Cobas -, assumendo anche i lavoratori delle cooperative, con gli 11.857 posti di bidelli accantonati con le esternalizzazioni, lo Stato risparmierebbe e le scuole sarebbero pulite, riuscendo anche a garantire la vigilanza”. I Cobas anche quest’anno hanno proclamato lo sciopero in concomitanza con i quiz Invalsi e invitano studenti, genitori e cittadini democratici a partecipare ai sit in e cortei che si terranno a livello locale il 13 maggio.

 

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