Giglio, sì all’amministratore unico. Il Consiglio dà l’ok

La nomina di un amministratore unico pro tempore che resterà in carica forse per un anno, in modo da “traghettare” l’azienda speciale Teatro del Giglio in una Fondazione di partecipazione, con l’ingresso dei privati. E un revisore unico per rendere più snella la gestione, rimuovendo anche il principio del silenzio assenso da parte del Comune sugli atti di indirizzo dell’Azienda speciale. Sono questi gli obiettivi delle modifche dello statuto (Leggi le novità) approvate questa sera (13 maggio) in consiglio comunale. Non senza polemiche. Anzi, la minoranza è salita sull’Aventino e ha abbandonato l’aula protestando contro una delibera, ritenuta calata dall’alto e all’ultimo minuto, dopo essere passata nel pomeriggio dalla commissione partecipate e il giorno prima da quella della cultura. Il sindaco Alessandro Tambellini ha sorvolato sulle polemiche, precisando però le intenzioni dell’amministrazione. Che vuole risollevare le sorti del teatro, facendolo camminare da solo. Anche sul fronte delle risorse che con il coinvolgimento delle categorie e dei privati potrebbero contribuire al programma di sviluppo dell’industria culturale cittadina.

Tambellini lo dice chiaramente, difendendo tra l’altro l’attività del cda “che si è dovuto dimettere – dice – a causa di una clausola dello statuto e che aveva ereditato una situazione drammatica”. Lo dice anche sostenendo per la prima volta pubblica il direttore Manrico Ferrucci: “La sua nomina – dice – da certa stampa è stata messa alla berlina per più di una settimana, ma è uno dei migliori direttori che potessimo avere al Giglio”. E’ su stimolo suo, condiviso dal primo cittadino, che il capitolo amministratore unico è giunto sul tavolo delle commissioni e poi del consiglio comunale. Ora con la nomina, che appare ormai imminente, ci sarà da pensare a definire una convenzione con il Festival Pucciniano, già in nuce, e con il Boccherini, oltre che con la Fondazione Puccini.
La discussione sul nuovo statuto del teatro del Giglio comincia però all’insegna della polemica. A prendere la parola è il consigliere comunale dell’Idv, Roberto Lenzi che a nome dei capigruppo della minoranza annuncia di non prendere parte alla discussione alla discussione e alla votazione sul nuovo statuto dell’azienda speciale, che introduce la figura dell’amministratore unico. Il motivo è indicato dallo stesso Lenzi: “Né io né il capogruppo di Forza Italia abbiamo dato voto favorevole alla trattazione di questa pratica in consiglio in sede di conferenza dei capigruppo, perché non era ancora passata dalla commissione, dove è esaminata soltanto questo pomeriggio”. Un rush che non è piaciuto alla minoranza che quindi ha lasciato la seduta. Forza Italia, il Movimento Cinque Stelle, Liberi e Responsabili e Idv abbandonano così l’aula.
Il consiglio è comunque proseguito, e la pratica è stata introdotta dall’assessore alle società partecipate, Giovanni Lemucchi: “La modifica proposta e la possibilità di nominare un amministratore unico alla guida del teatro del Giglio – dice – mira a risolvere i problemi dell’azienda, anche quelli di tipo finanziario”.
Quella comunque dell’amministratore unico sarà probabilmente una soluzione provvisoria, come ammette lo stesso assessore: “Forse un anno, forse un anno e mezzo – dice -in previsione di futuri assetti”. Ovvero, dell’ipotesi di costituzione di una Fondazione al posto dell’azienda speciale. La bozza, passata oggi in commissione partecipate, è stata emendata, introducendo la possibilità di nominare anche un revisore unico, al posto del collegio dei revisori, e eliminando il principio del silenzio-assenso da parte del Comune, in riferimento alle approvazioni dei bilanci da parte di amministratore unico o in alternativa del cda. La pratica, al termine del dibattito, è stata approvata con 17 voti favorevoli.
Il sindaco Tambellini: “Soluzione transitoria, per attrarre privati e passare alla Fondazione”
Il sindaco Alessandro Tambellini risponde alle critiche, dando la prospettiva delle scelte: “E’ vero che questo è uno statuto datato – dice – sono convinto che vada modificata la ragione giuridica dell’azienda speciale. La quale è totalmente a carico del Comune. Il percorso da compiere è quello di cercare un’altra modalità per ridare configurazione giuridica al teatro. E non è un costo indifferente, e si aggira attorno ad un milione e 300mila euro all’anno. La logica vuole che si vada ad una struttura che consenta anche ad altri soggetti di entrare in questo nuovo assetto. E l’apporto di privati può avvenire se si va alla costituzione di una Fondazione di partecipazione. Il periodo che abbiamo davanti è transitorio con questi obiettivi, che in parte sono stati già colti dall’attuale consiglio d’amministratore, che ha operato magnificamente in condizioni molto critiche. Ora abbiamo un ottimo direttore, come è universalmente riconosciuto ancorché quella nomina sia stata messa alla berlina per settimane, così come abbiamo avuto un ottimo consiglio d’amministrazione. L’handicap che si è scontato è quello che prevede la decadenza del cda dopo due anni di bilanci in passivo. Ma chi è entrato il bilancio in passivo lo ha già trovato. Diventa scontato che qualunque consiglio di amministrazione oggi nasce azzoppato. Abbiamo trovato sul teatro del Giglio un pregresso debitorio di 700mila euro. Inoltre con il principio del silenzio assenso, i bilanci arrivavano in Comune e dopo 40 giorni e poi senza un parere erano fatti propri. Ora giudicherei irrispettoso nominare un nuovo cda nei confronti di coloro che hanno operato finora. Un amministratore unico ora è necessario come una sorta di traghettatore. Alcune smorfie sulla stampa mi rattristano, perché c’è stato un cda che si è impegnato tantissimo per risollevare le sorti del teatro, che ha riportato Puccini finalmente al teatro del Giglio. In un prossimo consiglio saremo chiamati a dare indirizzi culturali per l’attività del teatro. Si arriva ora ad una proposta di convenzione fra il teatro del Giglio e il Festival Puccini, e con il Boccherini. Ora si riesce a lavorare meglio insieme. Questo è il compito che ci diamo oggi: lo statuto ha fatto il suo tempo, ci è chiaro: vogliamo dare uno strumento in più per raggiungere il punto di arrivo che ci siamo prefissi. Quello di oggi è un atto parziale. Ma finalmente si arriva a parlare in questa città di attività pucciniane, da concentrare dal 22 novembre al 22 dicembre”. Il sindaco pensa in grande, annunciando l’idea di organizzare eventi pucciniani, in collaborazione con altre istituzioni: “Ma per tutto questo – dice – serve la risposta, forte, della città. L’incognita per il prossimo anno è quella del progetto Piuss da realizzare, ma pur con tutte le incertezze è necessario segnare dei punti fermi. Ringrazio il cda che ha lavorato fino a questo momento, ottenendo degli ottimi risultati”.
Il dibattito in consiglio comunale
Luca Leone, consigliere di Impegno Comune, a inizio consiglio, si dice poco convinto dalla modifica dello statuto: “La maggioranza ha proposto questa pratica – dice – con l’unica novità dell’amministratore, lasciando colpevolmente dei vuoti su alcuni aspetti, che vengono invece tralasciati”. L’idea dell’amministratore unico non è condiviso da Leone, che però incalza: “Siamo davvero sicuri che sia l’unica soluzione possibile? Il commissario straordinario poteva essere una maggiore garanzia in questa fase di transizione verso nuove forme per l’azienda speciale”.
La consigliera Enrica Picchi (Pd), presidente della commissione cultura: “Abbiamo condiviso l’urgenza espressa dal sindaco prima e poi dal direttore del teatro Manrico Ferrucci di attivare questa modifica, per realizzare una struttura snella per attrarre investitori privati. Abbiamo proposto poi un revisore unico, al posto del collegio, nell’ottica della spending review”.
Gli emendamenti sono sostanzialmente di due tipologie: il primo blocco riguarda la nomina del revisore unico (articolo 4, 10, 33, 36, 38, 39, 41 dello statuto), l’altro invece concerne la questione del silenzio assenso nell’approvazione dei bilanci e degli atti di indirizzo e programmazione dell’azienda speciale, principio che è stato rimosso dallo statuto.
La consigliera Virginia Lucchesi (Lucca Civica) replica a Lenzi e precisa sugli emendamenti: “Nonostante la pratica sia stata messa all’ordine del giorno prima della commissione – dice – è accaduto anche per altre pratiche. Con un emendamento stabilito oggi dalla commissione – dice – si espunge l’ipotesi del silenzio assenso sugli atti di indirizzo e sul programma dell’attività del Giglio”.
Francesco Battistini (Pd) ricorda il programma elettorale di Tambellini: “La parte del programma in cui si parla della costituzione della Fondazione di partecipazione al teatro del Giglio sia stata la stella polare dell’ultimo cda – dice -: mille cose di grande successo sono state fatte. Questo è un cda, di cui da tutto è stato riconosciuto un valore. E’ stato fatto molto da loro, è doveroso far sapere quanto si è impegnato il cda, a titolo assolutamente gratuito. Dobbiamo ora seguire il programma e andare nella direzione della Fondazione di partecipazione. Dobbiamo provare a chiedere l’aiuto della Regione Toscana, con la quale abbiamo un buon feeling, e al ministro lucchese, Stefania Giannini”.
Claudio Cantini, capogruppo di Lucca Civica, esprime un ringraziamento al sindaco “per le parole espresse stasera, perché ha illustrato un grande progetto culturale per la città”.
Critica la consigliera comunale del Movimento Cinque Stelle, Laura Giorgi, i cui emendamenti alle modifiche sono stati respinti, ma che ha comunque chiesto “una maggior attenzione al contenimento dei costi, problema che ha fatto esplodere il deficit di bilancio. Noi riteniamo che il Comune non possa e non debba accollarsi questo deficit, ma lo debba pretendere da coloro che, in questi anni, con la loro cattiva gestione, hanno portato il Giglio allo sfascio economico. In merito ci chiediamo che fine ha fatto la due-diligence chiesta dall’assessore Cecchetti a dicembre 2013 per valutare, parole sue, la possibilità di esperire azioni di responsabilità nei confronti dei vertici dell’azienda speciale e degli organi politici cui subordinare il pagamento dei debiti fuori bilancio riconosciuti dall’amministrazione Tambellini. E tutti gli atti ricognitivi, continuava, effettuati dall’assessorato al bilancio, da lui guidato, da depositare successivamente alla Corte dei Conti per le ulteriori valutazioni sul tema. L’analisi degli errori commessi è opera fondamentale per cercare di rimediare il rimediabile e per evitare errori futuri e trovare soluzioni stabili al problema del Giglio. Noi conosciamo bene il valore della cultura e conosciamo però bene anche le perdite del Giglio. Il teatro del Giglio deve pensare a sopravvivere e rimanere aperto senza ulteriori debiti conclamati ogni anno. Debiti causati ed insostenibili costi di personale a fronte di attività ormai troppo ridotta e non aamputabile Prima di pensare alle linee culturali, con cui è facile per un politico riempirsi la bocca e farsi magari campagna personale, specie nella città “bene” e che “conta”, ci vuole un teatro che possa lavorare con il giusto numero di dipendenti e con basi economiche certe e salde”.
I suoi emendamenti proposti, relativi soprattutto ai premi di produzione e al personale, sono stati respinti in sede di commissione: “Per il M5S – esplicita – la soluzione è trasformare il teatro del Giglio in azienda comunale con un dirigente comunale a dirigerlo e il personale anch’esso divenuto comunale che può essere utilizzato in altri settori del comune che presentano carenze di personale. A questo punto per gestirlo basterebbero 7 persone, 3 al palcoscenico, 3 alla biglietteria e un amministrativo di supporto. Il Teatro verrebbe concesso in appalto-affitto a chi lo utilizza e programma manifestazioni interessanti, come d’altra parte già adesso avviene per Aml e il Winter Festival. Naturalmente per fare questo, qualsiasi amministrazione deve ricreare un assessorato alla cultura degno di questo nome, dove le figure primarie abbiano tutte le competenze del caso. Corsi di management, corsi di gestione, corsi di promozione. Una nuova formazione professionale al servizio della città – dice la Giorgi -, tutta interna alla macchina amministrativa,Con una struttura impostata in questo modo, allora il Comune, tramite il suo assessorato, potrà programmare annualmente una serie di eventi da promuover sui mercati internazionali”. Una ipotesi anche questa che non è stata accolta fra le modifiche allo statuto.

 

rob. sal.

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