Stalli al S. Luca, mozione M5S: “Si decida l’ora gratuita”

La sosta a pagamento all’ospedale San Luca e alcune delle problematiche interne ai reparti sono ancora nel mirino del Movimento Cinque Stelle di Lucca, in particolare della consigliera comunale Laura Giorgi che sul caso presenta una mozione al Consiglio comunale di Lucca, in cui intende impegnare sindaco e giunta a scegliere in accordo con l’Asl l’ora gratuita giornaliera coincidente con il passo all’ora di pranzo o alla sera, visto che per ora “si paga sempre e comunque”, sottolinea Laura Giorgi.
Non solo. Nella mozione firmata dalla consigliera, si intende anche impegnare il sindaco e la giunta “ad arrivarsi per una rapida realizzazione del parcheggio gratuito al servizio del nuovo ospedale San Luca, di dimensioni e collocazione – scrive la Giorgi – almeno pari a quelli a pagamento”. Poi la Giorgi propone al Comune di “scalare dall’importo della Tasi il valore delle ricevute dei parcheggi’, in attesa dei nuovi stalli gratuiti.

Una mozione che segue a giorni di proteste, polemiche e disagi. Come quelli raccontati da un attivista del Movimento Cinque Stelle che giovedì (22 maggio) sì è dovuto recare al S. Luca per problemi di salute della madre e che si è trovato a dover affrontare una piccola odissea: “Mia madre – racconta – viene portata dal 118 al San Luca. Giovedì 22 verso le 9 sono all’ingresso dell’ospedale;all’accoglienza mi dicono che per raggiungere il pronto soccorso devo passare dall’esterno, il percorso interno non è agibile, meno male non piove. Al pronto soccorso un’unica infermiera al front officedeve gestire le persone presenti, dare notizie dei ricoverati, visto che non si possono accompagnare, chiamare il prete per un’urgenza, etc. etc. il tutto senza la minima privacy. Nell’attesa mi sono sorbito i dati sensibili sulle generalità e salute di decine di persone. La sala è piccola, solo ventinove posti a sedere per tutta la piana di Lucca, non ci sono distributori di numeri per cui è un problema il rispetto delle precedenze. Dicono che in estate faranno i lavori per ingrandirla, perché non li hanno fatti prima? Così ci mangiano due volte? Dopo aver chiesto un paio di volte notizie della malata, dopo due ore vengo chiamato. Posso finalmente vedere mia madre e mi comunicano la decisione per il ricovero. Poiché devono fare ancora un esame sono invitato a tenere con la mano la porta chiusa perché per adesso non ci sono le chiavi e qualcuno potrebbe entrare nell’ambulatorio. Poi aspettiamo circa un’oretta prima che un inserviente dei “trasporti” venga a prenderci. Pare che questi trasporti siano tra i più rari dell’ospedale almeno dal numero di chiamate concitate che vengono fatte e dal tempo di attesa. Durante il percorso evitiamo un secchio in mezzo al corridoio posto per tamponare la perdita d’acqua da un condizionatore a soffitto. Nel reparto il personale sta dando il pasto, la temperatura è molto più alta del pronto soccorso e le finestre sono sigillate. Sistemate le cose, verso le 14 esco dal reparto, nell’uscire m’imbatto nel bar, che è più grande della sala aspetto pronto soccorso, e nei lunghi corridoi riservati a direzione presidio. Ma non ci avevano detto che non c’era posto nemmeno per la camera mortuaria?, poi scopro che almeno metà del primo piano se ne va per uffici, bar, negozi, etc. Esco e pago 4 euro al parcheggio”.
Il giorno dopo (23 maggio) nuova odissea: “Alle 12,32 parcheggio, pensando di usufruire della sbandierata fascia di parcheggio gratuito in corrispondenza del passo. Mi sbaglio, l’Asl si è riservata di decidere se usufruire della fascia giornaliera 12,30-13,30 o della fascia serale 19-20, nell’attesa che l’Asl decida o che il sindaco solleciti, i cittadini pagano comunque. Vado al reparto, la porta è ancora chiusa, non c’è citofono. Chiedo aiuto a personale di passaggio, ma non ha la chiave adatta e non sa come contattare il personale all’interno. Mi consigliano di tornare alla reception, lì gentilmente tentano di telefonare al reparto, ma l’elenco telefonico interno è sbagliato e dopo 7-8 telefonate a vari reparti, mi pregano di vedere se nel frattempo non si fosse aperta la porta. Torno sopra e finalmente è aperta.  Nell’ora del passo è possibile parlare con il medico, non riceve nello studio apposito, ma per velocizzare è il medico che passa dalle camere e dà notizie dei pazienti, con ovviamente gli altri che ascoltano liberamente, anche qui la privacy non esiste. Ma si può dire che il problema privacy è strutturale perché il bancone infermiere in mezzo al reparto con il personale che discute e detta terapie e dati dei pazienti permette a ognuno di sentire dati sensibili continuamente. Noto anche un altro particolare, dopo che ormai il monouso impera, nel nuovo ospedale si è tornati alle padelle tradizionali con relativa macchina lava padelle, sarà progresso o qualche strana decisione? Anche stavolta esco e per un’ora e dieci minuti di sosta mi becco 2 euro da pagare”.

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