Puccini, a Milano un abito di scena della Turandot

Si apre lunedì (22 giugno) alle 12 ExpoTurandot. La sala III degli arazzi di Palazzo Reale a Milano ospiterà un allestimento del celebre costume disegnato da Umberto Brunelleschi e indossato da Maria Jeritza per il secondo atto della prima americana dell’opera di Giacomo Puccini, messa in scena il 16 novembre 1926. Promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale e dalla Fondazione Giacomo Puccini, l’iniziativa fa parte di Expo in città, il palinsesto di iniziative che accompagnerà la vita culturale della città durante il semestre dell’esposizione universale.

L’esposizione intende essere un omaggio alla profonda relazione tra il grande compositore lucchese e la città di Milano, dove a ventidue anni Puccini si trasferì per perfezionare i suoi studi musicali e per specializzarsi sotto la guida di Amilcare Ponchielli e Antonio Bazzini nella composizione operistica. Fu inoltre a Milano, capitale mondiale della lirica, che Puccini incontrò Giulio Ricordi, divenuto poi editore, mentore e padre d’elezione del compositore. Il costume, vero e proprio pezzo unico divenuto nel tempo l’immagine mondiale dell’opera Turandot, rappresenta in sintesi l’incontro tra alcuni grandi protagonisti della lirica mondiale dei primi decenni del Novecento. Intorno a Turandot e al costume si intrecciano le esperienze di Umberto Brunelleschi, Maria Jeritza e gli ultimi anni della vita di Giacomo Puccini.
“Una grande occasione per Lucca e per il Puccini Museum – dichiara il presidente della Fondazione Giacomo Puccini, Alessandro Tambellini – Presentare a Palazzo Reale – uno dei poli espositivi più importanti d’Italia – all’interno del programma Expo Milano nell’anno dell’Esposizione Universale uno degli oggetti più belli e rappresentativi della Casa Natale – Giacomo Puccini è un’ulteriore conferma dell’intenso lavoro finalizzato a promuovere la città di Lucca, quale luogo di un turismo culturale di qualità ed eccellenza”.
Fu proprio Giacomo Puccini a volere Umberto Brunelleschi, quale disegnatore dei costumi di Turandot. L’artista toscano, nacque a Montemurlo nel 1879 e morì a Parigi nel 1949. Fu uno tra i disegnatori, illustratori, scenografi e pittori più celebri nella Parigi della Belle E’poque. Amico di Modigliani, Soutine, Picasso, Von Dongen e Derain, lavorò per il Théatre de Paris e le Folies Bergère. Espose ininterrottamente alle Biennali di Venezia dal 1914 al 1938. Come illustratore è ancora oggi ricordato per il suo lavoro su Candide di Voltaire; il Decamerone di Boccaccio; le Mémoires di Casanova; Madame Bovary di Flaubert e Carmen i Merimée. Venne prescelto per l’allestimento di opere liriche per i maggiori teatri del mondo e tra questi: il Teatro alla Scala, il Maggio Musicale Fiorentino. I figurini dei costumi per Turandot, sono oggi conservati nell’Archivio Storico Ricordi.
Il costume rappresenta in sintesi l’eccellenza della creatività italiana ed il suo figurino per bellezza e qualità si è trasformato nel tempo nell’immagine mondiale dell’ultima opera di Puccini. Il costume è composto da un abito lungo in tessuto operato laminato color oro, decorato con applicazioni a ricamo in fili di seta policroma, paillettes e vetri colorati; da un imponente mantello in velluto di seta nera con ampie maniche, ricamato con paillettes e vetri colorati, interamente foderato in raso rosso con mantellina rigida, e da un copricapo in metallo traforato con vetri colorati.
Maria Jeritza, nata a Brno nel 1887 e morta ad Orange, New Jersey nel 1982, fu una delle maggiori interpreti del repertorio pucciniano, celebre soprattutto per la sua interpretazione di Tosca. Fu per molti anni considerata la prima voce del Wiener Staatsoper ed è ancora oggi ritenuta una delle più grandi interpreti del repertorio femminile pucciniano. Conobbe Giacomo Puccini in occasione della prima austriaca de La Fanciulla del West. Il famoso costume, indossato da Maria Jeritza il 16 novembre 1926 nel secondo atto della prima americana di Turandot alla Metropolitan Opera House di New York, è stato lasciato dalla stessa Jeritza in eredità al Puccini Museum – Casa natale, dove è oggi esposto. Il costume del III atto si trova al Metropolitan Opera House Museum di New York.
Tratta dalla fiaba teatrale di Carlo Gozzi, Turandot, opera in tre atti e cinque quadri su libretto di Renato Simoni e Giuseppe Adami, non venne mai terminata da Giacomo Puccini a causa della sua morte nel novembre 1924. Il finale venne musicato dal compositore Franco Alfano e l’opera andò in scena per la prima volta al Teatro alla Scala il 25 aprile 1926, con protagonisti Rosa Raisa (Turandot), Miguel Fleta (Calaf) e Maria Zamboni (Liù), sotto la direzione di Arturo Toscanini. Due battute dopo il verso Dormi, oblia, Liù, poesia!, Toscanini fermò l’esecuzione rivolgendosi al pubblico con queste parole: “Qui termina la rappresentazione perché a questo punto il Maestro è morto”. In pochi mesi Turandot venne rappresentate nei teatri di tutto il mondo celebrando post mortem l’arte di Giacomo Puccini. Molti critici ritengono Turandot l’ultima opera della tradizione lirica italiana. Un nuovo finale dell’opera è stato in anni recenti composto da Luciano Berio.
In sostituzione del costume, la Casa Museo Puccini ospiterà fino al 21 di luglio l’abito scenico del secondo atto di Turandot oggi conservato alla Fondazione Cerratelli di San Giuliano Terme. Il costume fu impiegato per la rappresentazione teatrale diretta da Giorgio Venturini nel 1940 per il Maggio Musicale Fiorentino. Il costume di ispirazione orientale identifica la figura della principessa Turandot e rievoca il mondo fiabesco, a cui è ispirata l’opera pucciniana. L’ideazione e il progetto del costume sono di Umberto Brunelleschi, che ripropose per il Maggio Musicale Fiorentino del 1940, quegli stessi figurini che Puccini aveva approvato nel 1926, prima di morire e di lasciare incompiuta l’opera. Il figurino del costume è conservato a Firenze nell’archivio Archivio Storico del Maggio Musicale Fiorentino. Il costume è stato indossato dalle cantanti liriche Gina Cigna e Clara Jacobo.

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