Commercio, ok a moratoria. Ora il piano delle funzioni

Ok in consiglio comunale (con 18 voti favorevoli) alla moratoria per l’apertura di nuovi bar e paninoteche nel centro storico. La delibera, dopo il doppio passaggio in commissione, è approdata questa sera (26 gennaio) in consiglio comunale. Ad illustrarla l’assessore alle attività produttive Giovanni Lemucchi: “Dopo l’approvazione del regolamento del commercio – ha detto l’assessore – ci siamo posti una serie di interrogativi sulla struttura del commercio dopo che abbiamo assistito alla apertura e concentrazione di bar e paninoteche con evidenti ripercussioni sul decoro urbano, sostituendosi al commercio tradizionale”. “Questa moratoria – dice – ha come intenzione principale quella della tutela del centro storico anche a fini turistici, dal punto di vista non solo del decoro ma anche della tutela del consumatore, rispetto ad altre città come Pisa e Firenze che sono invece intervenute per motivi di ordine pubblico”.
“Il provvedimento – spiega – mette insieme le richieste delle categorie e dei residenti con cui c’è stata concertazione.
Vi si stabilisce la moratoria all’apertura per gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande come bar e paninoteche. Si escludono dalla moratoria ristoranti e osterie perché il loro impianto necessità di investimenti molto più consistenti anche per le direttive dell’Asl. I tempi della moratoria cambiano a seconda della zona: nella zona A (che corrisponde indicativamente al quadrilatero romano) si arriva fino al 31 dicembre 2018, nella zona B al 31 dicembre 2017. Non soggiacciono alla moratoria alcuni trasferimenti nei due ambiti per gli esercizi che già vi hanno sede ed inoltre fino al 31 dicembre 2018 non saranno rilasciate nuove concessioni di suolo pubblico”.

A spiegare l’iter in commissione e il contenuto degli emendamenti è la presidente della commissione bilancio e attività produttive, Virginia Lucchesi di Lucca Civica: “Sulla delibera – ha ricordato – c’è stato in commissione il parere favorevole della maggioranza, mentre non hanno partecipato al voto gli altri membri in attesa del dibattito. In particolare il consigliere Martinelli ha presentato degli emendamenti due dei quali accolti dalla commissione stessa: nel primo c’è l’accordo nello stabilire che non soggiacciono alla moratoria i trasferimenti di esercizi nello stesso ambito e dalla zona A alla zona B e non viceversa. C’è poi una specificazione al richiamo al regolamento di somministrazione di alimenti e bevande per cui il suolo pubblico non potrà essere concesso anche a ristoranti e osterie”. Non accolte, invece, altri due emendamenti del consigliere Martinelli sulla riperimetrazione delle due zone e sull’inserimento anche di alcune regole ulteriori per i negozi di vicinato.
Lucchesi entra anche nel merito del provvedimento: “La moratoria che stasera il consiglio comunale è chiamato ad approvare – dice – è un provvedimento coraggioso che questa amministrazione comunale prende a tutela della città e del suo sviluppo futuro. Si tratta infatti di porre un freno al proliferare di una serie di tipologie di esercizi di somministrazione che negli ultimi anni sono nettamente aumentate nel centro storico, attratte dal sempre più alto appeal turistico della nostra città, troppo spesso però frutto di improvvisazione e pertanto rischiando di non essere all’altezza di prendersi “adeguata cura” del cliente o volendo spesso apparire come servizio diverso da quello per cui hanno ottenuto la licenza.
 Inoltre spesso si assiste, nonostante i controlli, al mancato rispetto delle regole, realizzandosi così una crescita caotica di arredi, insegne, etc. che cozzano in maniera evidente con il pregio architettonico e artistico della nostra città. Nell’ottica della miglior gestione degli esercizi di somministrazione, con la volontà e anche la necessità di adeguare il regolamento alle novità normative 2006 (Bersani) e 2011 (Monti), il Comune di Lucca ha portato in approvazione un nuovo regolamento di somministrazione nel 2013, proprio con l’obbiettivo di tutelare il consumatore. Non si deve quindi interpretare il provvedimento di cui discutiamo questa sera, nel senso del “proibizionismo” (non avrebbe proprio senso anche in relazione alla tutela della concorrenza e del libero mercato), poiché ne va compresa la portata nell’ottica della salvaguardia del territorio e del decoro urbano. La moratoria, per la quale peraltro l’amministrazione in questi giorni è stata contattata anche da altre città storiche che sono poste dinnanzi alle stesse questioni e che stanno cercando soluzioni di buon senso, intanto non si applica a tutto il centro nella stessa misura e inoltre è limitata ad alcune tipologie di esercizi, che poi sono quelli che più rapidamente si aprono e che più rapidamente si chiudono (alto tasso di mortalità). Gli esercizi di categoria 3, i ristoranti per intendersi, potranno continuare ad aprire proprio perché, per le loro caratteristiche, sono strutture che investendo importanti risorse nel realizzare i loro progetti, sicuramente portano valore al territorio e qualificano la nostra realtà cittadina. Il tutto per il periodo di tempo che si reputa sufficiente all’elaborazione dell’atteso piano delle funzioni, obbiettivo chiave per la nostra amministrazione. L’amministrazione ha lavorato a questo provvedimento andando a confrontarsi sia con le categorie economiche che sono portatrici di determinati interessi, sia con i residenti che ne esprimo altri. L’intervento di tutela che potremo mettere in atto con la delibera che andiamo a prendere mette d’accordo per una volta le esigenze di chi abita e di chi lavora in città: questo significa, a nostro avviso, che si tratta di un provvedimento saggio e di buon senso, che non rallenterà, ma favorirà lo sviluppo della città, se con sviluppo intendiamo una crescita armonica di un tessuto urbano che certo guarda al futuro, ma che conserva i segni del proprio passato. Crediamo quindi non solo di aver fatto una cosa buona per la città, per chi vi vive e vi lavora. Pensiamo di avere costruito un provvedimento che, al di là dei necessari tecnicismi, racchiude in sé un significato che va al di là di questi e che si ascrive nell’impegno che questa amministrazione sta mettendo per la crescita armonica di Lucca come città unica che deve puntare nella sua unicità per consolidare e accrescere il proprio appeal a livello turistico, che non si traduce nella proliferazione di “punti di ristoro”, ma in un’offerta che, anche dal punto di vista enogastronomico punti alla qualità. Pertanto, quando si sente dire che questa amministrazione per il turismo potrebbe fare di più, io dico che stasera si sta già facendo di più con questa delibera, poiché in un contesto di cura quotidiana del settore turistico (i dati ci dicono che il sistema dei musei cittadini funziona e ha i numeri in crescita, che aumentano gli approdi di bus turistici a Lucca, che Puccini risulta oggi molto più noto all’estero rispetto anche ad un recente passato grazie ad una serie di operazioni che Comune, Fondazione, Camera di Commercio e altri attori locali portano avanti non alcuni giorni l’anno, ma quotidianamente) ci sono dei provvedimenti che, presi in settori diversi, incidono tuttavia in senso positivo anche su questo ambito. E stasera è questo il caso”. “In conclusione quindi -chiude la consigliera Lucchesi – limitando il proliferare selvaggio di esercizi di somministrazione come previsti in delibera, prendendo atto, con la suddivisone in aree, che ci sono sicuramente peculiarità diverse anche all’interno delle mura stesse, noi andremo a mantenere più intatto il centro cittadino, con le sue peculiarità di stile che ne fanno un unicum tanto apprezzato da chi oggi decide di vivere e/o di venire a Lucca per visita turistica. Mi auguro infine che a questo provvedimento possano seguirne altri che abbiano magari anche un taglio diverso, ovvero mirino a incentivare il ritorno di botteghe artigiane nel centro storico, che si cerchino soluzioni con le associazioni di categoria per tutelare i negozi storici, perché è chiaro che questa Amministrazione sta puntando fortemente non certo a creare una città museo, quanto a vivacizzare la vocazione culturale e turistica per fa sì che le funzioni, anche commerciali, del centro città abbiano una loro logica e un loro equilibrio”.
Una precisazione e un appello finale ad accelerare la discussione sul piano delle funzioni arriva dal consigliere di Liberi e Responsabili, Pietro Fazzi, che peraltro rivendica come suo l’emendamento che orienta i trasferimenti nell’ottica di alleggerire la zona centrale della città: “Questo provvedimento – dice – è da inquadrare in un contesto di amministrazione per protesta ovvero è un tampone tardivo a seguito di una fase critica. Non si può pensare che questa possa essere una prospettiva a lungo termine: la spinta di una idea politica amministrativa deve dare dei segnali forti, che in questo caso significano mettere insieme i pezzi e cogliere l’occasione di una fase di revisione degli strumenti di programmazione del territorio per coordinare i settori e produrre un rilancio che abbia fondamenti solidi e di prospettiva”. Di qui l’appello dell’ex sindaco a Tambellini e alla giunta: “Io credo che su temi come questo ci sia lo spazio per un patto. Se il piano delle funzioni lo affrontiamo come ogni provvedimento non andrà mai in porto perché ognuno guarderà alla salvaguardia di questa o quella categoria. Ma se invece davvero pensiamo che il motore sia il centro storico il passaggio più urgente, per cui mi rendo disponibile fin da ora, è quello del piano delle funzioni”.
Sul mettere mano al piano delle funzioni è d’accordo anche la consigliera Roberta Bianchi (Rifondazione Comunista) che giudica il provvedimento “insufficiente e tardivo”.
Contro l’omologazione del centro storico (anche se il suo gruppo voterà sì agli emendamenti e non voterà il provvedimento finale) agli standard commerciali delle grandi città turistiche è Marco Martinelli, capogruppo di Forza Italia – Alternativa Civica: “Lucca è città apprezzata nel mondo per il suo inimitabile ed inconfondibile tessuto urbano – dice Martinelli – in cui si fondono armonicamente elementi apparentemente contraddittori come un ricchissimo patrimonio architettonico ed una modernità dettata dall’incedere dei tempi, che però non ha scalfito l’originaria bellezza e tradizione. Molti sono i fattori che però negli ultimi hanno rischiato, e stanno tuttora rischiando, di compromettere questo delicato equilibrio: nuovi modelli di residenzialità ma soprattutto inediti assetti produttivi e distributivi che hanno interessato la rete commerciale ed artigiana, ormai provata da anni di persistente crisi economica, portano la riflessione sul nostro centro storico ad un bivio. Andare verso un’omologazione “artificiale” fatta di attività di merceologie e standard estetici del tutto sradicati dal contesto cittadino che le ospita, come già sta succedendo in città paragonabili a Lucca come dimensioni e caratteristiche, o tutelare una tradizione commerciale che nel corso di decine di anni ha reso il centro storico mèta privilegiata per tantissime persone grazie alla presenza di negozi e ristoranti unici”. “Non si può non sposare – dice Martinelli – questa seconda ottica ed in tal senso va la proposta, attualmente in discussione in consiglio comunale, di attuare una moratoria delle aperture degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, articolata a seconda delle zone del centro storico, con conseguente blocco di ulteriori concessioni di suolo pubblico. Questo percorso, segnato da una continua e proficua concertazione con le associazioni di categoria, è l’unico fattibile, stante l’assenza di un piano delle funzioni”. “Proprio prendendo spunto dai rilievi effettuati dalla Confcommercio e dalla commissione centro storico – conclude – abbiamo presentato alcuni emendamenti, approvati dalla commissione economica, alla proposta di delibera che rendono l’impianto normativo più razionale ed elastico. E anche quelli che non sono stati accolti dalla commissione noi li riteniamo comunque validi. Nel primo caso lo specificare meglio le aree andava nella direzione di aggiornare la cartina degli ambiti che risale al 2000. Siamo nel 2016, poteva essere l’opportunità per riaggiornare la cartina e inserirvi zone come Corso Garibaldi nella sua interezza e non come ora solo il lato nord. L’altro aspetto andava nella direzione di riprendere un provvedimento ad hoc approvato a Firenze che riguardava le attività di vendita degli alcolici e chiedeva che per aprire queste attività di avere l’obbligo di commerciare almeno cinque fra diverse tipologie gastronomiche. Secondo noi era importante inserire questa scelta già in questa fase e non, come ci ha detto l’assessore, in una fase successiva”.
Qualche dubbio sul provvedimento anche dal consigliere Luca Leone (Impegno Comune) che chiede anche lui di inquadrare il provvedimento in una prospettiva di più ampio respiro verso il piano delle funzioni anche tenendo in considerazione il mutamento del centro storico che non ha più la vocazione direzionale di un tempo.
Accoglie i punti della discussione il sindaco Alessandro Tambellini: “Ho ascoltato gli interventi di tutti – dice – Ci troviamo in linea e già da tempo ci siamo mossi nell’orientamento del piano delle funzioni tant’è che ci siamo consultati per questa delibera anche con l’assessore all’urbanistica. E’ importante arrivare a mettere mano al piano delle funzioni. Questa città potrà distinguersi dalle altre solo se riuscirà ad evitare i fattori di omologazione anche se non nascondo che su questo siamo in ritardo. In testa abbiamo in maniera precisa quello che vogliamo per il futuro. E questo vale per la città ma anche per le frazioni e in particolare per Ponte a Moriano, che è una realtà a sé. C’è una visione di ampio raggio che questa amministrazione spera di poter tratteggiare. E’ vero che questa è una delibera provvisoria ma speriamo di poter mettere ordine a quello che ordine non ha più”.
A sostegno delle parole del sindaco la consigliera Lucchesi di Lucca Civica propone anche un ordine del giorno al voto dell’assemblea che impegna sindaco e giunta proprio a intraprendere la strada dell’approvazione del piano delle funzioni.
Le votazioni finali approvano emendamenti (22 voti favorevoli con il sostegno anche di Forza Italia – Alternativa Civica), delibera (18 voti favorevoli, la maggioranza) e l’ordine del giorno presentato da Lucca Civica.

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