Bar e paninoteche, Fipe difende la moratoria del Comune

Presa di posizione di Fipe ristoratori Confcommercio Lucca, riguardo alla moratoria voluta con forza proprio dal sistema Confcommercio e approvata alla fine del mese di gennaio dal consiglio comunale, che blocca l’apertura di nuovi bar e paninoteche in centro storico. “In primo luogo – si legge in una nota di Fipe – va rimarcato l’ottimo lavoro svolto dai tecnici, che ringraziamo uno a uno, che per mesi hanno lavorato alla realizzazione della moratoria: un’opera complessa, lunga e articolata, che non ha lasciato nulla al caso o all’improvvisazione e inattaccabile dal punto di vista giuridico. Chi pensa di poterla impugnare facilmente di fronte a un tribunale amministrativo, pertanto, a nostro avviso è completamente fuori strada, trattandosi di un atto molto ben fondato”.

“Detto questo – prosegue la nota – come ricordato più volte da Confcommercio, la moratoria si è resa necessaria per porre fine ad un fenomeno che negli ultimi anni ha completamente stravolto il mondo della somministrazione in centro storico, registrando aperture indiscriminate di attività con modalità in evidente, sleale concorrenza con la ristorazione tradizionale, a discapito della qualità e dell’immagine stessa della città agli occhi dei turisti”. “Con la moratoria – insiste Fipe – si è tornati finalmente a sancire una netta differenza fra il ruolo dei ristoratori veri e propri e quello dei cosiddetti negozi di vicinato, che non avranno più la possibilità di usufruire del suolo pubblico. In questo modo si tornano a ristabilire giuste regole e ruoli ben definiti fra ristorazione e negozi di vicinato”. “Come sempre sottolineato dal mondo Confcommercio – aggiunge la nota -, uno dei tanti effetti negativi venutisi a creare con le aperture indiscriminate è la evidente sproporzione fra l’offerta di attività di somministrazione e domanda, a tutto svantaggio delle attività più piccole, rimaste in molti casi strozzate e costrette a chiudere. La nostra battaglia per la moratoria, infatti, non è mai stata una difesa corporativa delle attività storiche, ma una tutela di quelle più piccole e con meno mezzi per contrastare aperture selvagge”. “A chi paragona il settore della ristorazione ad altri – chiude Fipe –, così come accaduto di recente sulla stampa, ricordiamo che la differenza enorme che ha reso possibile una moratoria solo per uno di essi, è legata al fatto che l’attività di somministrazione è stata contraddistinta negli ultimi anni da una evidente disparità a livello di balzelli, adempimenti, burocrazia e normative fra ristoranti e negozi di vicinato. Ben venga la concorrenza, purché sia leale”

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