Angelo Scelzo a Palazzo Ducale fa un bilancio sul Giubileo

Il cammino dell’anno del Giubileo della Misericordia sta raggiungendo la meta: inaugurato nella “periferia” della cattedrale di Bangui nella Repubblica del Centro Africa da papa Francesco il 28 novembre dell’anno scorso, dopo quasi un anno di iniziative e sollecitazioni, si concluderà la domenica 20 novembre, ultima domenica dell’anno liturgico. Sicuramente, questo si è visto fin dall’inizio, si è trattato e si tratta di un “anno santo” assai particolare, sia nella modalità di proposta (le “porte sante” sono permanentemente più d’una per ogni diocesi ed in luoghi “non convenzionali” ma strettamente legati alla fisionomia di quest’anno della Misericordia) quanto e soprattutto nella sua profonda ispirazione che lo ha distaccato nettamente dai precedenti giubilei del XX secolo. E non è certo questo il momento per una verifica di questo evento sia a livello locale che generale. Tuttavia, quei segni di novità e di riformulazione della prospettiva giubilare (basti pensare all’insistenza sulle opere di misericordia sia spirituali che corporali) permettono già adesso di rilevare qualcosa che è estremamente interessante e utile per afferrare il cammino della chiesa di Papa Francesco.

L’occasione viene offerta dalla pubblicazione, a cura della Libreria Editrice Vaticana, di un volume di Angelo Scelzo, fino a pochi mesi fa vice direttore della sala stampa del Vaticano. Un libro il cui titolo è Il Giubileo, la Misericordia, Francesco e che sarà presentato a Lucca domani (26 settembre) alle 21 a Palazzo Ducale, a cura della cattedrale di San Martino, della Provincia di Lucca e della Comunità parrocchiale del centro storico di Lucca.
Il titolo della manifestazione Giubileo, obiettivo raggiunto? vuole proprio provocare una riflessione sulla novità di questo “anno giubilare” ma anche aprire ad un confronto su questo tempo della chiesa e della società civile. Il volume mette in luce l’originale forza spirituale e comunicativa di Papa Bergoglio, che si muove in continuità con il magistero dei suoi predecessori. Il libro ora può così aiutarci a dare alcune risposte, in una riflessione pubblica a più voci promossa da diverse istituzioni laiche e religiose, su come la Comunità ecclesiale e il mondo hanno recepito la concretezza delle opere di Misericordia, su come hanno vissuto questa occasione straordinaria “per ritornare al cuore pulsante della nostra vita e della nostra testimonianza, al centro dell’annuncio di fede: Dio è amore”. L’idea di fondo di Papa Francesco è che nel nostro tempo le opere di misericordia «”sono un farmaco per molti che oggi sono feriti, per molti piccoli la cui infanzia è trascurata, per molte persone la cui dignità umana è lesa da situazioni di povertà, per molti che a causa della guerra e del terrore sono costretti a fuggire dalla loro terra”.

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