Cgil e Uil: pronto soccorso, politica esca da letargo

“Il caos del pronto soccorso è lo specchio del tempo del caos in sanità”. E’ la posizione di Mauro Lazzari di Fp Medici, Giovanna Lo Zopone, di Fp Cgil, di Alessandro Di Vito di Uil Medici e di Pietro Casciani di Uil Fpl che tornano ad intervenire sui problemi della sanità locale, ritenendo sbagliati gli esposti alla magistratura e invitando la politica a “svegliarsi dal letargo”.
“Ormai – chiosano ironicamente i sindacati – la deriva del miglior sistema sanitario, quello italiano, è visibilmente inarrestabile. E ovviamente il pronto soccorso non è da meno. Le cause? Mancanza di risorse? Certamente. Mancanza di idee? Di sicuro. Incapacità riorganizzativa? Pensiamo proprio di sì”.

“Si riducono – va avanti la nota – i letti negli ospedali, e di conseguenza anche il personale, pensando di ricoverare meno, ma niente si fa sul territorio per limitare i ricoveri e per facilitare le dimissioni. Il paradosso che ne consegue è un iperafflusso negli ospedali progettati e organizzati al contrario, cioé per ricoverare di meno. E così i pazienti finiscono in barella, se non sdraiati per terra, per ore e giorni. Si è inseguito negli anni un potenziamento dei pronto soccorso che è risultato però sempre insufficiente, anche perché l’organizzazione interna non prevede un’adeguata specializzazione: gli specialisti, affannati ad inseguire i pazienti da un piano all’altro, da un setting all’altro, dalla media alla alta intensità. Il paziente non viene preso in carico, ma rimbalza tra esami e attese, magari nella speranza di evitare il ricovero ed invece ne consegue che il tempo del ricovero si allunga perché non c’è chi riesca a concluderlo rapidamente come si dovrebbe. E le direzioni sanitarie – aggiungono i sindacati – sembrano non sapere che pesci pigliare per uscire dall’impasse. O perlomeno sembravano non avere gli strumenti necessari per agire. A Lucca la montagna ha partorito un topolino. Un aumento di 6 letti in tutto l’ospedale S.Luca: a fronte di un pronto soccorso sempre più ingorgato e senza possibilità di reggere l’assalto per mancanza di risorse e per un’organizzazione complessiva assolutamente deficitaria, che è stata caricata anche dei 4 letti di sub intensiva che appesantiscono l’organizzazione. Insomma le scelte degli ultimi anni in sanità appaiono fortemente contraddittorie. Ed i tentativi di riorganizzare risultano inefficaci (per non dire fallimentari), vuoi perché sempre maggiori sono i tagli, vuoi perché manca un chiaro progetto, un progetto che non si limiti a spendere di meno”.
”Le conseguenze – si aggiunge – le pagano tutti i cittadini. Ma le pagano ancor di più i lavoratori della sanità, perché oltre ad essere loro stessi cittadini sono anche sfruttati per un lavoro che richiederebbe sempre più energie e che porta invece una sempre minor sicurezza professionale. Il problema è innanzitutto politico: i politici dovrebbero sapere (e dirci) dove vogliono portare la sanità. Verso una maggiore efficienza oppure verso una svendita ed un progressivo abbandono? E dovrebbero i politici locali interessarsi di Sanità non solo in prossimità delle elezioni, bensì 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno. Ai sindacati dei lavoratori spetta il compito di vigilare e contrastare lo sfruttamento ed il rischio a cui i lavoratori vengono sottoposti. Ai sindacati generalisti sta il compito di pretendere che i dettati costituzionali vengano rispettati, e che ogni cittadino possa avere il meglio delle cure così come la Costituzione ci assicura. Ricorrere alla magistratura o ad organi terzi significa ammettere che non ci sentiamo più capaci di lottare per i nostri diritti, che ormai non c’è più spazio per la politica in sanità, che le garanzie del lavoro sono andate irrimediabilmente perdute, che occorre un qualche santo che intervenga a fare quello che le istituzioni non sono in grado di fare. Non è così. Che la politica esca dal suo letargo e dalle sue fazioni e si impegni a garantire la bontà del servizio sanitario pubblico. Che i sindacati ed i lavoratori facciano sentire la loro forza e la loro determinazione. Questo è quello che vogliamo e che ci impegniamo a perseguire”.

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