Piano strutturale, iniziata la maratona in Consiglio

di Roberto Salotti
Uno strumento per il “governo del territorio” e l’idea di “città del futuro”, frutto di una “scelta” e di un “atto di responsabilità”. Sono le parole utilizzate dall’assessore all’urbanistica Serena Mammini per definire il nuovo piano strutturale, all’apertura stasera (21 febbraio) della maratona in consiglio comunale per l’analisi delle 411 osservazioni e la discussione delle relative controdeduzioni, nel percorso che culminerà, dopo il passaggio nella conferenza paesaggistica regionale, con l’approvazione definitiva del nuovo strumento a Palazzo Santini. “Non abbiamo tempo da perdere – ha detto l’assessore appellandosi al “senso di responsabilità” dei consiglieri -. La città non può aspettare ancora una politica che non decide, una politica che su temi importanti litiga. Il nuovo piano è un buono strumento, di cui siamo soddisfatti”.

Un iter, quello del piano, che il 31 maggio scorso è stato adottato dal consiglio comunale, che volge ormai a conclusione. Non senza gli ultimi colpi di coda delle minoranze che anche stasera hanno espresso tutta la loro contrarietà non soltanto nei confronti dello strumento ma anche del percorso che ha seguito e dei lavori in commissione. I nodi per esempio sollevati dal consigliere di Governare Lucca, Piero Angelini, hanno voluto mettere in rilievo quelle che il professore ha definito “difformità” con il piano paesaggistico e il pit regionale, a cui lo strumento, sottolinea invece l’amministrazione, si richiama, e alcune previsioni “fuori dalla legge e sindacabili per il diritto”, ha attaccato Angelini. Nuova definizione delle Utoe – in particolare quella “estesa” dell’Oltreserchio, perpetrazione del territorio urbanizzato e rurale, e dimensionamento: “Così non va”, ha detto Angelini. Con lui fortemente critici anche Roberta Bianchi, di Fds, e Roberto Lenzi, Idv che hanno presentato pregiudiziali alla discussione respinte dalla maggioranza invece compatta a sostegno del lavoro svolto. Anche il consigliere d’opposizione Moreno Bruni ci ha provato, ma poi ha fatto un passo indietro ritirando la sua pregiudiziale: voleva conoscere il nome del progettista ed è stato accontentato dalla diretta interessata: la dirigente Antonella Giannini, responsabile del procedimento.
La discussione appena all’inizio non sarà una passeggiata, perché ora dopo la discussione generale sul piano si passa all’analisi di osservazioni e controdeduzioni. Senza considerare che ancora Angelini ha presentato 140 emendamenti al piano, che andranno valutati, discussi e votati. La road map dopo il consiglio di stasera prevede sedute da domani (22 febbraio) a venerdì (24 febbraio), dalle 15 alle 23. Ma è probabile che servirà almeno un’altra giornata di lavori. Si comincerà con l’analizzare le osservazioni degli enti, poi quelle delle associazioni e dei cittadini. Non sono mancate in effetti polemiche dall’opposizione anche sull’ordine dei lavori. Marco Martinelli, presidente del gruppo consiliare di Forza Italia, ha chiesto l’illustrazione di ogni singola osservazione prima del voto ma – gli ha ricordato il presidente del consiglio comunale, Matteo Garzella – il piano concordato nella conferenza dei capigruppo non lo prevede. Martinelli ha insistito chiedendo il parere dell’amministrazione.
Mammini: “Un atto di scelta per il futuro di Lucca”. A illustrare l’iter seguito fin qui dal piano strutturale è stata l’assessore all’urbanistica Serena Mammini che in apertura del consiglio comunale fa appello anche alla pazienza dei consiglieri: “E’ una pratica importante che richiederà impegno, spero che lo concederete con responsabilità”, ha detto prima di ringraziare gli uffici, i dirigenti e i professionisti che hanno collaborato alla stesura del nuovo strumento urbanistico.
“Il piano strutturale modificato in base alle osservazioni accolte sarà trasmesso alla Regione Toscana che entro 15 giorni dovrà convocare la conferenza paesaggistica, che successivamente si riunirà per discutere dell’atto e poi con l’ok tornerà in consiglio comunale per la definitiva approvazione. Le osservazioni sono state 411 di cui 5 presentate oltre i termini ma contro dedotte comunque”.
Molte osservazioni hanno riguardato il dimensionamento del territorio, la viabilità e la difesa del suolo. Attraverso molte di esse, ha spiegato l’assessore, i cittadini hanno anche richiesto di rendere edificabili i loro terreni, un aspetto citato per sottolineare, da un diverso punto di vista, uno “noccioli” della questione. Tant’è che la Mammini ha posto di nuovo l’accento sull’importanza del riuso e delle riqualificazioni per il nuovo piano. “Abbiamo fatto un lavoro approfondito per non lasciare nulla al caso – ha detto l’assessore -. Questo piano è uno dei principali atti di pianificazione comunale, è un progetto strategico ad ampio raggio e non contiene progetti specifici e per questo a si completerà con il piano operativo. Esso individua il perimetro del territorio urbanizzato e il dimensionamento delle nuove aree urbanizzate. Il Comune di Lucca, primo in Toscana, ha riscritto il suo piano alla luce del nuovo pit regionale. Abbiamo provato a raccontare i cambiamenti e le sfide del futuro urbanistico di Lucca nel modo stesso di pianificarle. Solo 5 anni fa si parlava di variante di salvaguardia: oggi Lucca potrà avere un nuovo piano strutturale, su cui riprogettarsi. Il prossimo 2 maggio scadrà l’efficacia del regolamento urbanistico: ci saranno delle conseguenze, si creerà un interregno in cui dovremo allinearci alle indicazioni regionali in attesa dell’attuazione del piano operativo. Questo per dire che non abbiamo tempo da perdere. La città non può aspettare ancora una politica che non decide, una politica che su temi importanti litiga. Il nuovo piano è un buono strumento, di cui siamo soddisfatti. Non è perfetto ma non è nemmeno quello che è stato descritto da alcuni – ha sottolineato -: il piano è un progetto che parte da un’idea di città, che nel nostro caso è già andato avanti con i grandi progetti per alcuni dei quartieri di Lucca”.
Poi l’assessore ribadisce ancora che non ci sarà nessuna colata di cemento sul territorio: “Il piano non dice che e se si murerà – usa un termine del gergo -: il piano individua le aree urbanizzate e prevede recuperi e riqualificazioni. C’è chi ha fatto e fa su questo il processo alle intenzioni e sostiene che non si debba nemmeno dare inizio al gioco. Ma non è così che si fa: noi diciamo basta alle non scelte che hanno condizionato la vita della città di oggi. E’ una sfida alla quale la città è pronta. L’antidoto al consumo di suolo non sta nei numeri. I numeri valgono e avranno degli effetti rispetto alla bontà degli strumenti che mettiamo in campo per disciplinarli e rispetto alla volontà che poniamo nel definire la città del futuro. Per questo, e a maggior ragione, vogliamo definire il piano strutturale un atto di governo del territorio, perché è dalla conoscenza e dall’amore del territorio che nasce un futuro capace di rivoluzionare il modo di vivere lo spazio. Oggi che molti buoi sono scappati e che siamo dentro ad una crisi strutturale che ha dinamiche e dimensioni più grandi di Lucca, la città può osare e possiamo ripartire”.
La pregiudiziale Bianchi. Al termine dell’introduzione dell’assessore, la consigliera comunale di Fds, Roberta Bianchi, ha avanzato la prima pregiudiziale, osservando la necessità che il piano strutturale sia adeguato a quello di classificazione acustica, di cui è dotato il Comune. Una pregiudiziale comunque respinta con 17 contrari, 5 favorevoli, 3 astenuti.
“A norma di legge i piani strutturali avviati successivamente al piano di classificazione acustica adeguandolo ad esso”, per questo la consigliera Bianchi chiede la sospensione dell’atto fino a quando non sarà verificato l’adeguamento. “E’ stato il settore specifico della Regione Toscana – ha detto Bianchi – a far presente questo obbligo. Ci è stato detto che questa segnalazione non era una osservazione ma un contributo. Secondo noi invece si tratta di una osservazione in piena regola”. L’assessore Mammini ha subito replicato spiegando che l’obbligo di adeguamento al piano acustico interessa il successivo piano operativo e non il piano strutturale. E’ quanto ha confermato anche la relazione della responsabile del procedimento, la dirigente Antonella Giannini, che è stata letta dall’assessore Mammini in consiglio comunale: “In fase di Vas la Regione ha ricordato diversi aspetti di natura ambientale da richiamare negli atti, per cui queste osservazioni si riferiscono al piano operativo e non al piano strutturale”.
Il consigliere comunale dell’Idv, Roberto Lenzi, ha insistito sulla pregiudiziale Bianchi, invitando l’amministrazione a chiarire la situazione. Non solo, secondo Lenzi la questione non sarebbe rimandabile al piano operativo ma deve riguardare anche il piano strutturale.
Il consigliere di Noi per Lucca al Centro, Moreno Bruni, passa all’attacco: “La Regione evidenzia l’esigenza che il piano strutturale sia adeguato al piano di classificazione acustica – dice -: se così è, è veramente difficile per noi valutare. L’assessore deve dire se il parere dell’ufficio supera quella della Regione oppure no, perché altrimenti per noi è impossibile valutare e votare”. “Per noi quel parere è superato”, ha risposto l’assessore: “Non abbiamo altro da aggiungere rispetto a quanto rilevato dal Rup”. Lenzi tuttavia rileva che, secondo il parere della Regione, l’adeguamento al piano di classificazione si riferirebbe a piani di gestione territoriale approvati o da approvare e “quindi – afferma – anche al piano strutturale”.
La pregiudiziale Bruni. Il consigliere d’opposizione Bruni ha presentato un’altra questione pregiudiziale, riguardante gli adeguamenti geologici e la compatibilità del piano alle indagini geologiche elaborate dai tecnici che lo hanno redatto, chiedendo i nomi dei progettisti. La risposta la fornisce la dirigente Antonella Giannini, Rup del piano strutturale e quindi direttamente investita della questione: “Sono io il progettista e il rup del piano – ha detto – ho una laurea magistrale, nel 91 mi sono abilitata alla professione dell’ingegnere. Mi sono avvalsa della consulenza di Bedini e Cinquini e delle altre consulenze specialistiche relative alle indagini geologiche e sismiche”. Bruni ha chiesto l’impegno di avere una risposta scritta e, una volta avuto parere positivo, ha ritirato la pregiudiziale.
La pregiudiziale Lenzi. La terza pregiudiziale, ugualmente respinta con 17 contrari, 6 favorevoli, un astenuto, è stata presentata dal consigliere comunale Idv, Roberto Lenzi, relativo alle osservazioni e alle controdeduzioni e soprattutto sui tempi della consegna alle commissioni. A fronte di 411 osservazioni presentate, la maggior parte delle controdeduzioni – ha sostenuto Lenzi -, oltre 200, sono state consegnate a inizio febbraio. “La pratica non può ritenersi adeguatamente istruita”, ha sostenuto Lenzi, che ha chiesto di ritirare la discussione delle controdeduzioni al piano strutturale, con il rinvio alla commissione per valutarle “con i tempi adeguati”.
Sulla pregiudiziale Lenzi interviene anche il consigliere Bruni: “Essendo entrato quasi alla fine della legislatura – ha detto – mi sono interessato all’argomento soltanto a lavoro già fatto. Ma anche io sono rimasto sorpreso del fatto che oltre 200 controdeduzioni siano state presentate il 1 febbraio scorso. Su un atto così importante – ha aggiunto – sarebbe necessario concedere alla commissione un tempo adeguato”.
Il consigliere comunale di Governare Lucca, Piero Angelini, sottoscrive il problema sollevato da Lenzi: “Il modo in cui è stata trattata la commissione è stato indecente – dice -: è la prima volta che questo accade a mia memoria per un atto così importante. Dico che questo è il sintomo di un rapporto malato con la democrazia: abbiamo assistito ad un governo che si autocelebra ma che si dispensa dalle critiche. Progetta un futuro tutto fatto in casa senza un confronto”.
Paolo Moriconi, consigliere comunale del Pd, prende invece le distanze dalle critiche: “La commissione ha sempre lavorato – ha detto -: i consiglieri hanno avuto tutte le osservazioni il 10 ottobre scorso”. “Aver avuto le osservazioni senza le controdeduzioni – incalza la Bianchi – non è servito a molto. Ci sono oltre 300 cittadini le cui osservazioni sono state trattate in questo modo”. Giovanni Ghilardi (Lucca Civica) accusa l’opposizione: “Se c’è stata mancanza di tempo ciò è stato dovuto al comportamento della minoranza che in commissione urbanistica è in maggioranza”. La maggioranza si è difesa anche ricordando che le sedute di commissione sono state in tutto 34, di cui 28 con le controdeduzioni. Ma questo non placa Lenzi che anzi invita Ghilardi a moderare i toni rispedendo al mittente le accuse.
La discussione. Una volta chiuse le questioni pregiudiziali, è iniziata la discussione complessiva sul piano strutturale. Il primo a prendere la parola è il consigliere Angelini. Che prende subito di mira l’assessore Mammini e la sua difesa del piano: “Il suo è stato un discorso pieno di retorica – ha detto Angelini -. Il professor Paolo Baldeschi, luminare dell’urbanistica, ha giudicato invece il piano strutturale di Lucca come un esempio di elusione e svuotamento del piano regionale in quattro mosse. Anzitutto per il consumo di suolo rurale e per attività produttive. Per quanto riguarda il piano paesaggistico, egli afferma che nel piano strutturale di Lucca c’è una ripetizione delle quattro invarianti senza un serio approfondimento: tutto viene rinviato al piano operativo. Gli urbanisti Massa e Lucchesi dell’università di Firenze hanno spiegato le ragioni del loro giudizio negativo ricordando che negli anni passati si sono consumati 141 ettari di territorio, poco più di quanti se ne consumeranno con il nuovo piano strutturale. Ed essi hanno definito retorico tutto il piano strutturale. Sindaco e assessore – aggiunge – non hanno voluto sottoporre mai il piano al giudizio di urbanisti competenti”. Poi Angelini si lancia in una critica sul percorso di discussione delle osservazioni e i tempi della consegna delle controdeduzioni. “Le procedure di adozione e approvazione del piano – aggiunge – sono sempre state dettate dalla fretta di arrivare all’ok entro la fine del mandato. Un obiettivo che anche noi condividevamo ma l’amministrazione ha dovuto accelerare perché soltanto nel luglio 2014 si è arrivati alla nomina dei due consulenti per la redazione del piano, che erano gli stessi a cui si era affidato Favilla con gli esiti che conosciamo”. “Il Comune rinuncia definitivamente, cosa ancora più grave – ha aggiunto -, ad un piano coordinato con gli altri Comuni della Piana”. Il consigliere di Governare Lucca ha proseguito criticando la perimetrazione del territorio urbanizzato e la ridefinizione delle Utoe, le aree urbanistiche in cui è suddiviso il territorio: “Meno Utoe ci sono – osserva – meno possibilità di governo del territorio ci sono da parte dell’amministrazione comunale. Qualcosa di simile a quello che tentò di fare l’amministrazione Favilla con una sola grande Utoe si intravede anche nell’attuale piano. Per esempio per quello che riguarda il centro storico. Ho contestato la scelta dell’amministrazione di dare vita all’Utoe estesa dell’Oltreserchio, includendo Sant’Alessio. E credo che questo sia stato voluto dal sindaco per consentire la progressiva urbanizzazione di queste zone”. Angelini poi ha aperto una questione relativa alle previsioni edificatorie: secondo il consigliere comunale di Governare Lucca la definizione di lotto intercluso recepito dal piano strutturale non sarebbe conforme e non applicabile alle aree rurali: “Le aree rurali inserite nei territori urbanizzati – ha sostenuto – potranno un domani essere rese edificabili. Ieri ho presentato 140 emendamenti al piano in cui dimostro che almeno 500mila metri quadri di terreno rurale sono stati impropriamente inseriti nel perimetro del territorio urbanizzato. Credo che questo non rispetti la legge e che sia sindacabile anche sul piano del diritto”. “Nessuno tranne io – ha detto Angelini – ha messo in risalto i problemi del dimensionamento, che riguarda soprattutto il commerciale. Il piano strutturale vigente indicava le quantità edificabili in metri quadri di superficie fondiaria: nel 2001 per costruire una casa alto 2,70 metri occorreva una superficie fondiaria di 200 metri quadri: oggi, con questo nuovo piano, ne servirebbero soltanto 100. Mettiamo che il vecchio piano prevedesse 40mila metri quadri di superficie fondiaria per il commerciale: il nuovo piano ne prevede 41mila. Per di più queste strutture commerciali saranno possibili in tutto il territorio comunale. Un discorso a parte merita l’Utoe accorpata dell’Oltreserchio: oggi si mettono insieme territori diversissimi, con la conseguenza che a S. Alessio e a Monte San Quirico si potrà costruire più di prima. Un problema ancora più grave riguarda la questione degli ampliamenti che devono essere considerati come nuove costruzioni, perché esse incidono sul dimensionamento del piano. Cosa che invece non è prevista dal nuovo strumento. Se passa questa norma, tutte le discussioni fatte sui limiti al consumo di suolo e alle edificazioni sono tutte inutili. Utoe, perpetrazione e dimensionamento del nuovo piano non sono stati fatti senza alcun sostegno della legge. Ritengo che questa politica sulle scelte urbanistiche non è diversa da altre amministrazioni che io ho contestato e combattuto”.
Il consigliere comunale del gruppo misto Andrea Pini ha messo nel mirino “il tribunale” che si è creato all’interno della commissione urbanistica: “Si è scivolati troppo spesso nei tecnicismi – dice -, noi consiglieri avevamo un altro ruolo. L’urbanistica, credo, non è una scienza esatta, bensì si presta ad una interpretazione e ad una visione piuttosto che a un’altra. Quello che resta è l’essersi riferiti al piano paesaggisti e al pit regionale: l’importanza è aver fatto qualcosa per la difesa del territorio. Il consumo di suolo zero? E’ un’utopia, la necessità è quella anche di interpretare le necessità della città”.
Fortemente critico nei confronti del piano strutturale il consigliere comunale dell’Idv, Roberto Lenzi, che sostiene che lo strumento urbanistico “denuncia grandi principi ma poi nel suo contenuto smentisce se stesso”. Nel mirino del consigliere le questioni del dimensionamento e del consumo di suolo. Ma Lenzi boccia anche il contenuto, per così dire la “filosofia” del piano stesso, ricordando che “gli urbanisti che si sono espressi sul piano si sono espressi tutti negativamente”. Secondo Lenzi “solo formalmente questo piano rispetta il pit regionale” e “non ha un progetto di città”. Anche Lenzi mette nel mirino l’inclusione di alcune aree rurali nel perimetro urbanizzato. Secondo la consigliera comunale Roberta Bianchi di Fds è convinta che il nuovo piano “non prevederà consumo di suolo zero – dice -: nello strumento sono state evidenziate contraddizioni fra le linee programmatiche che parlano di consumo di suolo zero, e quanto previsto nella disciplina del piano dove si parla di recupero dell’esistente e consumo di nuovo suolo. Che si dica poi che è il piano operativo che dovrà scendere nel dettaglio non è rassicurante, perché se si vuol mettere in salvaguardia il territorio non si prevede nuova edificazione. Nelle Utoe di pianura – va avanti – la capacità edificatoria è superiore rispetto a quella prevista per i recuperi ed è chiaro quindi che avremo nuove costruzioni. Sarebbe stata invece necessaria una moratoria sui nuovi alloggi: questo avrebbe consentito di concentrarsi sul riutilizzo”.

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