Crisi giunta, squadra nuova con l’accordo dei partiti

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Il Pd non farà mancare il suo appoggio alla giunta Tambellini, anche in presenza di una mozione di sfiducia quale quella depositata a protocollo dal Movimento Cinque Stelle. Quello del sostegno della maggioranza non è un tema in discussione nell’attuale confronto interno alla maggioranza che sostiene il sindaco (Leggi l’articolo su Tambellini e la mozione di sfiducia). Ma questo non significa certo che sia tutto rose e fiori all’interno del gruppo di partiti e liste civiche che sostiene l’azione dell’attuale primo cittadino (Pd, Lucca Civica, Psi e Sel). Anche perché le posizioni, come già emerso nella riunione di maggioranza di lunedì, nel’analisi della situazione rimangono distanti. Se infatti da una parte il sindaco, anche nella lettera inviata oggi ai rappresentanti delle forze politiche, continua ad affermare che si tratta di un problema politico, di un appoggio convinto che è venuto a mancare in alcuni esponenti della maggioranza, delle necessità di rinnovata coesione, per alcuni così non è.

Il tema centrale, infatti, questo è emerso anche nel dibattito in maggioranza, è che all’interno del Pd, e non solo, si pensa che il problema più che politico sia di azione amministrativa. Le difficoltà, è quello che si ripete come un mantra nei dibattiti delle ultime settimane, che si sono riscontrate all’interno di Palazzo Orsetti vanno valutate, analizzate, ne vanno chiarite le cause. E solo in un secondo momento si potrà parlare di nomi, di squadra, di solidità della giunta. Perché, sostanzialmente, i problemi per molti non sarebbero di mancato sostegno al sindaco, visto che in nessun caso questo appoggio su temi fondamentali e ancora irrisolti (l’elenco sarebbe lungo: dal Teatro del Giglio al Piuss, dal piano strutturale alla promozione turistica e alla applicazione della tassa di soggiorno) è mancato, ma di efficacia della macchina amministrativa comunale. Di qualità dei singoli assessori ma anche di rapporto con i dirigenti. E in nessun caso, si dice, questi problemi possono essere legati alle critiche che, nel dibattito interno al principale partito della maggioranza, e non solo, sono state avanzate su una singola situazione o criticità.
Va risolto, insomma, questo nodo. Quello del metodo. Solo dopo si potrà affrontare l’effetto di questo confronto, ovvero il rimpasto di giunta o il rimpasto di deleghe. E qui sì si potrebbe aprire un nuovo valzer, simile a quello già visto nell’agosto del 2013. Partendo, però, dall’idea originaria, e su questo paiono tutti d’accordo, della coalizione che ha portato alla vittoria delle elezioni. Quella che nel frattempo ha perso, per volontà del sindaco e non per diktat della maggioranza, due pezzi come Federazione della Sinistra e dell’Italia dei Valori. Lo dice, a chiare lettere, il responsabile di Sel Lucca, Antonio Nannipieri: “Noi – dice – siamo fedeli a quel progetto originario di alleanza del centro sinistra, che va rilanciato”. E quindi in questo senso c’è la chiusura verso eventuali allargamenti della maggioranza verso il centro: “Noi siamo entrati in questo progetto – aggiunge Nannipieri – in un’alleanza che era di centrosinistra e l’auspicio è che non cambi la natura del progetto. Semmai sarebbe bene riaprire il dialogo anche con quelle forze, come Federazione della Sinistra e Italia dei Valori, che sono state estromesse nel rimpasto di agosto. A uno spostamento delle alleanze verso le larghe intese che si vedono a livello di governo nazionale non ci staremmo”.
Sempre per Nannipieri la valutazione dell’operato dell’attuale giunta è positiva: “Si è vista – dice – una crescita della capacità amministrativa, senza dubbio, ma non certo quel cambio di passo che era stato annunciato e che si torna a chiedere anche con la lettera del sindaco”. “Da parte nostra – prosegue – vorremmo una visione della città come sarà fra 20 anni, un’accelerazione verso il piano strutturale, la revisione di un modello di mobilità basato sul trasporto privato, una concezione diversa degli spazi pubblici. Ma su alcuni temi resta la difficoltà politica di fare delle scelte che non sono condivise dal resto della maggioranza o da forze extramaggioranza che incidono sull’attività di questa giunta”.
L’atteggiamento di Sel, come quello già annunciato personalmente al sindaco da alcuni dei suoi assessori, sarà comunque di apertura verso ogni decisione di modifica della squadra: “Accetteremo – dice Nannipieri – l’eventuale redistribuzione dele deleghe se si configura una progettualità politica all’interno di un’alleanza di centrosinistra. Accetteremmo anche stavolta così come è stato nel 2013, dopo un confronto necessario con il circolo e con il nostro assessore di riferimento”.
Nel dibattito, comunque, tornano come un’ombra problemi evidentemente irrisolti con il rimpasto di un anno fa. Mal digerito o non compreso da qualcuno, anche perché fatto sotto la diretta responsabilità del sindaco e al di là delle sollecitazioni dei partiti. Cosa che, evidentemente, non potrà riaccadere anche stavolta. E la richiesta di un confronto con le forze politiche, in questo senso, fa pensare che il Tambellini-ter possa nascere, anche nei nomi, da un accordo di consiliatura. Con programmi chiari, da condividere per i prossimi tre anni, una squadra forte e coesa.
E senza nessun alibi, che porti il nome di Favati o Tuccori, di Vietina o Pierotti, che possa incidere sui fatti concreti, sui risultati da “portare a casa”. Senza quelli, senza la garanzia di poter dare un senso più concreto a questa esperienza amministrativa, un intero progetto potrebbe naufragare anzitempo.
Il sindaco, in questo senso, si dichiara tranquillo: “Se riusciamo ad andare avanti – ha detto a margine di un’intervista degli ultimi giorni – lo facciamo con convinzione, se non dovesse essere possibile va bene lo stesso, anche se ritengo che questo sia un danno per la città”.

 

Enrico Pace

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