Uilm: “Kme, ancora tanto da fare per il rilancio”

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Kme di Fornaci di Barga riprende quota, ma gli accordi che hanno evitato i licenziamenti non sono sufficienti a garantirne un pieno rilancio. Lo sostiene Giacomo Saisi, segretario della Uilm di Lucca. “Per quanto riguarda la situazione di Kme Italy ed EM Moulds,  essendo passato più di un anno dalla firma degli accordi  che hanno  scongiurato 275 licenziamenti, possiamo  fare un primo bilancio: come Uilm  crediamo che le scelte fatte siano quelle  giuste comprovate da ciò che vediamo giorno dopo giorno visto che lo stabilimento di Fornaci sta ritornando nella  giusta direzione. E’ sufficiente? Certo che no”.

“La strada da fare è ancora lunga – chiosa Saisi – e non dobbiamo abbassare la guardia ma continuare ad incalzare l’azienda affinché alla scadenza  dell’accordone nel settembre 2018 ci siano ordini e tonnellate  da produrre per  far sì che i lavoratori  attualmente al massimo degli ammortizzatori  sociali e impiegati  nella Social Valley abbiano di nuovo la loro giusta collocazione lavorativa all’interno dello stabilimento. Siamo consapevoli  e convinti  che la piena occupazione non si otterrà con le chiacchiere  e gli slogan, ma  solamente riuscendo ad aumentare i volumi di produzione,  a dimostrazione di ciò l’aumento di ordini avuta da gennaio ad oggi  ha consentito di ricollocare stabilmente all’interno della fabbrica 10 lavoratori  che erano al massimo della solidarietà e se il trend rimarrà questo nei prossimi mesi ne rientreranno altri”.
“Noi – aggiunge Saisi – non vediamo altra strada se  non  quella di battersi  giorno dopo giorno  e restare attaccati al merito delle questioni come, ad esempio, abbiamo fatto dopo la chiusura del Forno Asarco (abbiamo lottato perché a Fornaci venisse mantenuta la fusione del rame) e successivamente abbiamo voluto con forza l’investimento del forno fusorio  Loma 1: ad un  anno dalla sua istallazione nel mese di agosto  è stato potenziato e  lo stabilimento di Fornaci di Barga  non necessita più di master coils di rame dalla Germania. Altro nostro obiettivo quello di  richiedere insistentemente all’azienda di  riportare nel sito fornacino  la fusione delle barre e la riapertura della pressa estrusioni, per ritornare ad essere autonomi e non dover dipendere dalla Germania per l’approvvigionamento dei semilavorati per Lingottiere. Riguardo ai problemi energetici  comprendiamo l’importanza di risolverli,  visto che le aziende italiane cosiddette energivore hanno costi  molto più alti rispetto ai competitor europei. Per restare competitivi sul mercato del rame e per dare futuro allo stabilimento di Fornaci di Barga è di vitale importanza produrre energia  in modo economico, per il proprio fabbisogno. Come Uilm chiediamo all’azienda che qualsiasi progetto presenti e scelga  rispetti  in pieno le leggi ed i regolamenti per la salvaguardia della salute pubblica e della sicurezza ambientale. Un impegno importante lo hanno preso anche le istituzioni  politiche, a cui chiediamo di continuare su questa strada, con gli  incontri di monitoraggio trimestrale  tra azienda, sindacati e istituzioni  politiche del territorio perché la piena ripresa dell’attività produttiva è ancora lontana ma questi piccoli segnali fanno ben sperare per un futuro sempre più roseo”.

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