Mostra e catalogo a Castelnuovo sull’arte di Gino Bertoncini

“E’ Castelnuovo tutta che oggi celebra Gino Bertoncini, mettendo in campo le sue forze migliori; lo fa per per raccontare la luce e il sentimento della sua arte: non è solo pittura, è l’anima di un’intera comunità”. Con queste parole il sindaco di Castelnuovo di Garfagnana Andrea Tagliasacchi conclude il suo intervento nel catalogo edito in occasione della mostra dedicata all’artista castelnovese Gino Bertoncini che verrà inaugurata sabato (29 luglio) alle 16,30 al teatro Alfieri di Castelnuovo per poi passare al taglio del nastro nella sede dell’esposizione nella vicina chiesa di Santa Lucia, posta proprio nel quartiere dove Bertoncini ha vissuto.

Una mostra fortemente voluta e promossa dal Comune di Castelnuovo e dall’associazione che a Gino Bertoncini è intitolata (Iagb Intorno all’arte di Gino Bertoncini costituitasi nel dicembre 2014 a Castelnuovo di Garfagnana, nella chiara volontà di tener vivo il ricordo del grande pittore) e dal Comune di Castelnuovo con il patrocinio della Provincia di Lucca, Pro Loco di Castelnuovo e dell’Unione dei Comuni della Garfagnana e che ha ottenuto il contributo delle due fondazioni bancarie (Cassa di Risparmio di Lucca e Banca del Monte), della Banca di credito cooperativo Versilia Lunigiana e Garfagnana e di sponsor privati (Tsi Impianti, e soprattutto Guidi Gino impresa di costruzioni) ma anche della Soprintendenza di Lucca e Massa e del Fai, sezione di Lucca e Massa Carrara la cui presenza sottolinea che l’eredità della pittura di Gino Bertoncini parte dalla Valle per penetrare con l’armonia dei suoi paesaggi e l’insegnamento della sua pittura tutto il territorio provinciale.
Un interesse, quello intorno all’arte di Gino Bertoncini, che raccoglie da un lato il debito di memoria di una forte eredità artistica ‘locale’ nei confronti di un artista che a Castelnuovo ha vissuto e che qui ha lasciato una impronta indelebile, dall’altro interpreta il rinnovato interesse verso il paesaggio, qui fatto di emozioni, di ricordi, di identità oggi riscoperte e valorizzate. Un paesaggio identitario in cui riscoprire quella che Umberto Sereni nel suo corposo intervento in catalogo definisce “sensibilità valligiana: una sorta di abito mentale che si acquisisce per germinazione spontanea e poi si sviluppa progressivamente per effetto di sollecitazioni che inducono ad assumere il paesaggio come il più sicuro patrimonio della comunità”.
L’inaugurazione della mostra, che presenta una settantina di opere dell’artista ed è accompagnata da un ricco catalogo edito da Pacini Fazzi (corredato dai contributi critici di Umberto Sereni, Cristoforo Feliciano Ravera e Sergio Suffredini e dalle testimonianze di Andrea Guidi, Luca Bacci, Anna Pierotti, Lodovico Gierut, Pasquale Mariani) sarà anche l’occasione per scoprire una targa commemorativa presso la casa del pittore.
La mostra sarà aperta nei giorni feriali dalle 17 alle 19,30 e nei festivi e prefestivi con orario 17-19,30 e 21 -23

La biografia
Gino Bertoncini è nato a Castelnuovo Garfagnana il 27 dicembre 1930 da Eugenio e Peccioli Maria al numero 24 di via XX Settembre, dove poi ha sempre abitato.
Riflettendo sulla sua precoce disposizione alla pittura, ricordava la determinante visita, ad 11 anni, alla mostra collettiva che si svolgeva a Castelnuovo, dove rimase “impressionato” dalle opere dei pittori locali Giovan Battista Santini, Rubens Cavani e soprattutto dalla “plastica pittorica ad olio delle opere di Vasco Cavani.” Iniziò così il suo lungo e coerente percorso pittorico che, dopo i giovanili studi in cui lo vediamo aver affrontato temi di fantasia o di riferimento alla cultura artistica che andava acquisendo, è stato esclusivamente caratterizzato dal riferimento al visibile. Di questo suo indirizzo sono straordinaria testimonianza opere quali “la brocchina” del ’44, “alla mia finestra” del ’45 e “alla ma terrazza” del ’46. Gino ha scritto: “I miei soggetti l’ho scoperti in Garfagnana”, “Tutta la mia salvezza è stata qui” ed ha sottolineato “con inizi da autodidatta. Quasi tutti i miei disegni dal 1942 al 1949 lo attestano.” Finita la guerra, intraprese privatamente gli studi superiori che terminò poi frequentando il quinto anno al liceo classico Giovanni Pascoli a Massa. All’Università scelse il corso di laurea in lettere moderne. Ebbe occasione di seguire il corso sull’arte tenuto dal grande critico e storico dell’arte Ragghianti e da questi ricevette i complimenti a conclusione dell’esame che verteva sugli inizi in pittura di Leonardo da Vinci. Durante gli studi universitari rimase al centro delle sue attenzioni la Pittura; il fare pittura, senza trascurare opportune correlazioni culturali quali la filosofia e la musica, che lo hanno poi accompagnato per tutto il resto della sua vita. Il problema della tecnica nell’estetica di Benedetto Croce è il titolo della sua tesi di laurea. Ha svolto l’attività di professore di lettere in Garfagnana, prima alla scuola media di Castiglione, poi di Castelnuovo. Bertoncini ha più volte ricordato l’importanza della visita alla mostra su Giovanni Fattori, a Livorno nel 1953. L’anno dopo, la “fulminazione”; la scoperta di Corot nella mostra Capolavori dell’Ottocento francese, a Firenze. A partire dal 1955 non ha più disegnato e tanto meno dipinto d’invenzione. La pittura di Bertoncini è tonale, dove il tono è relazione con l’interiorità, la contemplazione. Tutto ruota attorno ad eletti paesaggi nel ristrettissimo spazio scelto di Castelnuovo e la campagna vicina, le nature morte, architetture di oggetti ordinari, pochi i ritratti e gli autoritratti. Solo nel 1966 scopre la pittura di Giorgio Morandi. Bertoncini ha sottolineato: “Morandi ha rappresentato per me, insieme a Corot e a Cézanne, la lezione più alta della creazione pittorica”, “Una intima affinità elettiva è quello che provai nel ’66 nella retrospettiva alla Biennale … trovai la conferma più giusta del mio indirizzo pittorico.” Col passare degli anni la sua pittura si è confermata meditazione, equilibrio tra sensibilità e valori intellettuali ed è venuta ad arricchirsi degli approfonditi studi che egli ha svolto sull’opera di Cézanne.
Nel 2010 le condizioni di salute di Gino Bertoncini presero ad aggravarsi. La sua morte è avvenuta il 9 maggio 2012.

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