Unicoop Tirreno, tavolo regionale sulla crisi

Attivare al più presto un tavolo regionale sulla crisi aziendale di Unicoop Tirreno per preservare i 481 esuberi. Lo chiede una mozione presentata dalla consigliera regionale Ilaria Giovannetti (Pd) e approvata dall’aula. In particolare, come ha spiegato Giovannetti, si impegna la giunta “a mettere in atto ogni misura possibile per ridimensionare gli effetti sociali del piano di esuberi preannunciato da Unicoop Tirreno”. Come è noto, in ballo per la Valle del Serchio c’è la cessione di tre punti vendita.

“Voto favorevole a questa mozione – ha detto Irene Galletti (M5S) – come a tutte le mozioni tese a cercare di salvare i livelli occupazionali di tutte le aziende in crisi”. Voto favorevole anche di Sì-Toscana a sinistra. “Le richieste di questa mozione – ha detto il capogruppo Tommaso Fattori – sono condivisibili”. “C’è il problema delle responsabilità – ha aggiunto Fattori- è stato ricordato che le perdite di Unicoop Tirreno sono state di oltre 100 milioni di euro e le origini di queste perdite sono da ricercare in un’errata politica gestionale”.
“La situazione è già parzialmente cambiata da quando, un mese fa, abbiamo presentato questa mozione – spiega Leonardo Marras, capogruppo Pd in Regione Toscana –: è stato attivato un tavolo nazionale e la Regione segue da vicino la vicenda, ma resta comunque intatto il rischio occupazionale e sociale che la soluzione di questa crisi aziendale può portare. La situazione che sta vivendo la Cooperativa è molto grave ed incide su realtà già duramente colpite dalla crisi, c’è però un elemento che la differenzia da molte altre imprese in difficoltà: la rete sociale. La partecipazione, sempre molto elevata, alle assemblee dei soci è la dimostrazione del fatto che in Coop non è presente soltanto il rapporto venditore-consumatore, ma c’è anche uno spirito di appartenenza, un sentimento di condivisione e familiarità che ha reso speciale quest’azienda, sin dall’inizio della sua storia. A maggior ragione, dunque, le responsabilità che hanno portato al quadro attuale non possono essere ignorate, devono anzi essere affrontate perché non incidano anche su questo sentimento”.
“Quasi un milione di soci, circa 4500 dipendenti ed oltre 100 punti vendita, 25 milioni di perdita e possibili licenziamenti di 481 esuberi. Questi i numeri di una grande azienda che, forse per mala gestione, costituirebbero un ennesimo grave colpo ai livelli occupazionali della nostra costa Toscana già colpita dalla crisi industriale ed individuata come area di crisi complessa. Il problema non investe solo la costa – commenta Ilaria Giovannetti, consigliera regionale –, ma riguarda anche le zone interne come la nostra, la Valle del Serchio. In Valle ci sono ben 3 punti vendita Unicoop: Barga, Bagni di Lucca e Pieve Fosciana. Su Pieve e Fornoli ci arrivano notizie positive e sembrerebbe che per questi due punti l’azienda abbia avuto un ripensamento. Auspico fortemente che una posizione certa e tranquillizzante possa essere presa anche per Barga . Fino a qualche giorno fa arrivano notizie secondo le quali per l’azienda i punti vendita del nostro territorio sarebbe nvece tutti a rischio cessione, anche se non tutti producono un bilancio annuale in perdita. Mi chiedo se non sia l’ennesima decisione politica aziendale di abbandonare un territorio come il nostro che già ha a che fare con anni difficili per tutti i nostri cittadini e le nostre aziende”.
“Chiediamo alla giunta regionale – concludono i consiglieri – di mettere in atto ogni possibile misura necessaria ad evitare gli effetti sociali del piano di riorganizzazione di Unicoop Tirreno. Noi continueremo a vigilare con attenzione sugli sviluppi della difficile situazione di un’azienda che negli anni ha portato benessere, aiuto e sostegno solidale a tante comunità toscane”.
Unicoop Tirreno ha quasi un milione di soci e circa 4mila 500 dipendenti. E’ una delle più grandi cooperative di consumatori del Centro Italia con oltre 100 punti vendita e 29 sezioni soci nei territori di appartenenza, per la gran parte lungo la costa toscana.

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