Il fronte del no alle fusioni: “Pronti a mobilitazione”

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No alle ipotesi di fusione tra Comuni così come sono state proposte. E’ netta la posizione che il Comitato per l’attuazione della Costituzione Valle del Serchio nel dibattito politico locale.
Il comitato infatti esprime il proprio “parere negativo, nella sostanza e nel metodo – si legge in una nota -, a questo tipo di fusioni”. E annuncia iniziative “politiche e di mobilitazione su questa tematica, in particolare nei referendum che dovranno consentire alle popolazioni interessate di pronunciarsi sulle singole proposte di fusione tra Comuni”.
Il comitato in particolare dice “no al mercanteggiamento dei Comuni – si legge in una nota -: le fusioni proposte sono motivate da soli aspetti economico finanziari,  non rispondono a criteri organizzativi, geografici, territoriali.  Si corre dietro ad incentivi temporanei, per sbarcare il lunario qualche anno, sacrificando storie e tradizioni di comunità secolari ad una logica puramente economicistica. Le fusioni in procinto di realizzarsi sono state decise in maniera troppo frettolosa – osserva il comitato – e senza un coinvolgimento sufficiente delle popolazioni interessate, senza un coordinamento tra le varie ipotesi, senza una visione d’insieme dell’intera Valle del Serchio”.

“Le fusioni ridurranno i Comuni più piccoli in periferie di quelli maggiori – prosegue la nota – dopo il periodo dei contributi temporanei, la sorte delle frazioni più decentrate sarà destinata a peggiorare; ci sarà una spinta ancora maggiore ad abbandonare la collina e la montagna per protendere verso il fondovalle, l’abbandono della montagna e del pendio aumenterà i problemi legati al dissesto idrogeologico. Il problema non è la dimensione o il numero dei Comuni. La crisi degli enti locali non discende da fenomeni naturali ineludibili; al contrario è il frutto di scelte politiche ben precise, caratterizzate da tagli dei trasferimenti pubblici, perpetrati dai governi degli ultimi anni, guidati dal Partito Democratico, guarda caso lo stesso che in Valle del Serchio si fa paladino delle fusioni.  Occorre invertire le politiche di tagli al pubblico ed al sociale; è necessaria una reale  politica per la montagna. L’accelerazione dei processi di fusione nasconde un nuovo attacco alla democrazia, così come intesa dalla Costituzione; i Comuni sono l’unità elementare della democrazia  e della partecipazione dei cittadini alla vita politica di una comunità; la continua ricerca di aumento delle dimensioni degli enti (vedi anche quello accaduto per le Asl e gli Ato dei Rifiuti e dell’Acqua) allontanerà i cittadini dalle istituzioni e non farà altro che alimentare ulteriormente il partito dell’astensionismo. E’ a questo disegno delle oligarchie dominanti che ci opporremo con tutte le forze in nome della democrazia, dei diritti delle comunità locali, degli interessi delle popolazioni della montagna”.

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