Tre microhub per l’accoglienza dei migranti

Tre nuovi hub, uno per zona territoriale, per l’accoglienza dei migranti in Lucchesia. Questa la proposta ai Comuni che arriva dalla Prefettura, per permettere di affiancare al centro di accoglienza delle Tagliate altri tre microcentri in Valle del Serchio a Barga a Colle Fòbia, nella Piana di Lucca e in Versilia. l’obiettivo è quell odi diminuire unpo’ la pressione sulla struttura delle Tagliate a Lucca e di contro inaugurare un nuovo rapprotocon i sindaci coinvolgendoli nelle decisioni per collocare gli stranieri sul terretorio in piccoli gruppi. Nella rpatica tra prefettura e sindaci della valle, quanto meno verrebbe a instaurari un rapproto per cui i nuovi arrivi verrebbero concertati con gli amministratori locali.

A dirlo è stata nell’assemblea con i cittadini di Diecimo nel Comune di Borgo a Mozzano la vicesindaco Roberta Motroni: “Il prefetto – ha detto – ci ha proposto di creare altre strutture come quella delle Tagliate (un po’ più piccola nella realtà ndr), una per Mediavalle e Garfagnana, una per la Piana di Lucca e una per la Versilia. Qui verrebbe nel Comune di Barga a Colle Fòbia e il percorso è avviato. L’altra soluzione, più difficile, è che la gestione torni ai Comuni”.
Una novità, quella presentata, che andrebbe ad alleggerire l’hub di Lucca, sottoposto a una notevole pressione.
I numeri, comunque, si stanno facendo significativi. Il solo Comune di Borgo a Mozzano accoglie al momento 48 migranti, di cui 24 arrivati nel mese di giugno a Dicecimo e ci sono altre richieste.
Fra i relatori c’erano il sindaco Andreuccetti, il vicesindaco Roberta Motroni, il viceprefetto Trimarchi, il comandante della polizia municipale Martini.
“La nostra amministrazione – ha detto in apertura il vicesindaco Motroni – è assolutamente favorevole all’accoglienza. Però vorremmo che si usasse il metodo dei piccoli gruppi. Avevamo individuato la collocazione degli arrivi nelle tre frazioni più grandi. Poi volevamo utilizzare un percorso che coinvolgesse società civile, parrochia, scuola, Comune e associazioni. I ragazzi arrivati a Borgo a Mozzano sono stati inseriti in un percorso di inserimento. E tutto sembrava che andasse bene, ma poi c’è stata una accelerazione negli arrivi. Noi avevamo detto che a Diecimo non era il caso di inserire altri gruppi, ma gli arrivi sono continuati perché la prefettura ha deciso di mandarci altre persone. Ed è la prefettura l’unico ente che ha potere anche se ovviamente risponde poi allo statao che invia qui i gruppi di migranti”.
Rassicurante l’intervento del comandante della polizia municipale, Martini, sul fronte della sicurezza: “Noi – ha detto – dobbiamo vigilare che i migranti non oltrepassino i limiti della legalità. Dal punto di vista giuridico o legale non ci hanno dato problemi, solo un po’ di accattonaggio al forno del paese, già risolto”. Nessun problema neanche sul fronte sanitario: “A Piegaio – dice – a differenza di quanto detto da qualcuno non c’è stato nessun problema di tubercolosi e non ci sono casi sul territorio”.
Infuocati gli interventi del pubblico che ad un certo punto verso la fine dell’assemblea, sono addirittura scesi su questioni triviali, come il problema della soddisfazione delle pulsioni sessuali dei migranti o i loro connotati fisici, ritenuti da alcuni cittadini uomini grandi e forti e per tanto in grado di incutere spavento. Valutazioni, merita dirlo, che non hanno nessun fondamento scientifico, sociale, antropologico, sociologico o pratico.
Il primo intervento infuocato, ma pur ponderato, lo ha fatto Antonella Luvisi: “Li avete fatti venire – dice Luvisi – in una struttura non idonea. E’ il caso di Diecimo per esempio. Il sindaco dice che vuole condividere le decisioni ma io, per esempio, non sono mai stata ricevuta. Non si può gestire un territorio come sta facendo il Comune. A Diecimo ci sono 20 case sfitte, cosa facciamo, le mettiamo tutte a disposizione? Il paese è stato preso in giro e mai interpellato e siamo lo zimbello della Garfagnana. Quanto alla sicurezza so di avance alla stazione alle ragazze, di biciclette sparite. E comunque se alla casa Torre ci saranno dei problemi informerò la procura”.
“La casa Torre – dice Vera Marchi, responsabile della struttura – non è un tugurio e lo ha certificato anche oggi un sopralluogo dell’Asl. Gli stessi migranti dicono che ci stanno bene”.
Il viceprefetto Trimarchi conferma qualche dubbio dei presenti e delle stesse amministrazioni: “La prefettura – dice – lavora su un preavviso di due ore. Noi abbiamo sempre cercato di assecondare i sindaci secondo il modello Toscana. Ma in alcune zone del territorio a volte siamo costretti a superare le quote Anci e le volontà dei sindaci”.
Chiude il sindaco Andreuccetti: “A me interessa trovare soluzioni a problemi importanti. A livello nazionale la situazione è gestita male, ma noi siamo qui alla ricerca di soluzioni locali. Quello che non deve passare è l’ambiguità. Abbiamo cominciato il modello dei piccoli gruppi per tutto il 2016. Nel 2017 ci siamo trovati a fronteggiare una situazione imprevista e abbiamo detto con chiarezza che il terzo gruppo di migranti a Diecimo non lo volevamo. Ora vogliamo sapere come gestire quello che c’è, l’esistente, a parte la realizzazione dell’hub o centro di smistamento a Barga, che dovrebbe essere a Colle Fobia. Vorremmo un accordo certo con la prefettura: noi ci prendiamo il centro di smistamento in Valle ma qui non ci collocano più migranti senza l’autorizzazione del sindaco, visto che i nostri territori hanno numeri maggiori rispetto a quelli dell’Anci. Il problema qui da noi è stata una maggiore disponibilità del privato. Qui ci sono stati dei privati che non hanno rispettato la volontà dell’amministrazione”.
“Se ci sono numeri giusti – conclude Andreuccetti – noi non siamo contrari, ma così non va bene, visto che a Borgo a Mozzano paese ci sono già 4 Cas (ndr case per l’accolgienza dei piccoli gruppi). Chiedo alle persone di collaborare con l’amministrazione per scongiurare nuovi arrivi: se non c’è disponibilità non devono arrivare. Poi chiedo alla prefettura di ridistribuire le persone e tornare nei numeri Anci”.

Gabriele Mori

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