Martinelli: “Progetti educativi, si riaprano i termini”

“Progetti educativi: chiarezza su avviso aggiornamento dell’elenco zonale delle associazioni”. Lo afferma Marco Martinelli presidente del gruppo di Forza Italia, in merito all’avviso pubblicato dal Comune di Lucca in pieno periodo estivo, determina del 20 luglio scorso e scadenza avviso 25 agosto, per l’aggiornamento annuale dell’elenco zonale di associazioni/cooperative sociali, altri soggetti del terzo settore e del settore privato ed operatori individuali per la realizzazione di attività di formazione, di tutoraggio, di laboratori e progetti nella Piana di Lucca a seguito di finanziamenti comunitari, nazionali, regionali o locali. L’avviso prevede tra le varie aree tematiche oggetto di attività educativa anche la sezione ‘promozione dei diritti e pari opportunità, in ambito del contrasto e prevenzione della violenza di genere e promozione dei diritti e pari opportunità di genere’.

“E’ difficile pensare – aggiunge Martinelli- che la pubblicazione nel periodo di maggior punta della pausa estiva garantisca un’effettiva conoscenza e di conseguenza possa eventualmente permettere la più estesa partecipazione possibile. Tale modalità di diffusione, peraltro, disattende la stessa funzione dell’elenco qualificato nell’avviso pubblico come ‘un importante strumento aperto e trasparente per rendere maggiormente qualificata ed efficace l’attività a favore di tutta l’utenza ed arricchire in tal modo l’offerta formativa’. A fronte di questa inaccettabile restrizione della partecipazione, – attacca Martinelli- chiediamo all’amministrazione di dare maggiore informazione di quanto è oggetto dell’avviso e la riapertura dei termini di presentazione della domanda di iscrizione tenuto conto che quello di cui si ragiona è la possibilità di essere selezionati per la realizzazione di progetti educativi e formativi rivolti ai nostri bambini e ragazzi. Sia data a tutti- conclude Martinelli – la possibilità di presentare propri progetti e che a Lucca non si ripeta quanto si è purtroppo verificato in molti Comuni italiani dove, per la formazione dei ragazzi, sono state bandite procedure che hanno sostanzialmente favorito e privilegiato associazioni dichiaratamente pro gender e contro la famiglia naturale”.

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