Battistini: io partigiano? Sì ma del consiglio comunale

L’espressione del volto serena, mentre contempla la pila di fogli sul tavolo, il tono della voce pacato, il sorriso sempre pronto a spuntare. Francesco Battistini – “neo” presidente del Consiglio comunale (fino a qui, 3 sedute sotto la sua ‘regia’), racconta la transizione dal ruolo di capogruppo Pd allo scranno più alto dell’emiciclo di palazzo Santini.
Il cambiamento di ruolo amministrativo che impone un ripensamento delle modalità di confronto, la porta del suo ufficio sempre spalancata, la volontà di gestire la presidenza declinandola al pragmatismo, lontano dalle sirene della pomposità.

Battistini, cosa le manca di prima e quale parte del suo ruolo ama di più, oggi?
“Cosa mi manca di più del mio recente passato? Sicuramente il confronto, la dialettica con le forze di opposizione. Però adesso mi sto scoprendo mediatore: mi piace e provo a farlo sempre con la massima trasparenza”.
Insediandosi, disse che sarebbe rimasto un partigiano che tutela l’imparzialità dell’organo. Come si fa?
“E’ semplice: c’è chi ha voluto leggerla in un certo modo, ma io sono stato chiaro. Sono e sarò un partigiano sì, ma del Consiglio comunale. Poi, è chiaro che appartengo ad una parte politica, ma credo che i fatti stiano già dimostrando la mia equidistanza”.
Difficoltà nell’approcciarsi al nuovo ruolo?
“Non si finisce mai di studiare e imparare. Serve davvero una preparazione importante, perché c’è tanto lavoro di burocrazia. Per fortuna, però, c’è un grande ufficio alle mie spalle. Io continuo a migliorare: del resto (sorride, ndr) non ho certo avuto un passaggio di consegne. Una menzione speciale voglio farla per Franco Fabbri: uno dei pochi ad avermi chiamato per darmi qualche dritta”.
A proposito del suo ufficio: cosa ne pensa della gestione nel precedente mandato?
“Credo che i fondi a disposizione debbano essere utilizzati solo e soltanto per ciò che concerne la presidenza del Consiglio. Non per celebrazioni strane, per intenderci. Comunque, per quest’anno posso dire che il problema non si pone, perché non ho fondi a disposizione”.
Le prime cose che ha fatto una volta entrato?
“Ho voluto dotare tutti i consiglieri di una casella di posta istituzionale. Vede: parliamo di dare dignità ad un ruolo utile e sacrificante. Inoltre, sto attivando un forum per quei consiglieri che hanno difficoltà con l’approccio iniziale”.
Quante persone riceve? Quali sono le richieste più frequenti?
“La mia porta è sempre aperta e, da lì, entra un sacco di gente. In mezzo a chi vuole portare avanti interessi personali, per quanto leciti, ci sono anche le belle scoperte. Alcune signore mi hanno chiesto di prendersi cura dei gatti intorno al mercato del Carmine, per esempio. Altri mi portano storie cittadine finite negli archivi di famiglia. Anche questo significa comunità”.
Sembra il solito cliché, ma l’autunno sarà davvero caldo: prossime tappe?
“In settimana prossima abbiamo il Consiglio sui temi della sicurezza. Poi quello, molto importante, sulla prima variazione di bilancio. Seguiranno le sedute sul bilancio del teatro del Giglio e dell’Opera delle Mura. Da parte mia, posso dire che presso costantemente l’amministrazione comunale perché risponda alle interrogazioni nei termini regolamentari, cioè in 30 giorni. Tutto questo, nel rispetto dell’ente: prima poteva volerci anche un anno”.
Proprio oggi si tiene la commissione partecipate sul riassetto di Gesam. Che ne pensa dell’invito alle Rsu a presentarsi in Consiglio?
“Penso che quando si vuole invitare qualcuno bisogna deciderlo nella capigruppo. Il consigliere Bindocci, da cui è partita l’idea, non lo ha fatto. Si è attivato successivamente, ne prendiamo atto. Ma non sarà un Consiglio aperto, sempre che i sindacati intendano intervenire. Per il resto, vedo poca attinenza tra la gara del gas e la razionalizzazione del gruppo”.

Paolo Lazzari

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